Sono ben note e articolate le bellezze che riguardano il territorio del sud pontino nelle terre del Lazio meridionale. Questi luoghi tra monti e mari restano ricchi di storia e di affascinanti bellezze naturalistiche, immancabili mete per coloro che amano percorrere le vacanze in terre dalle profonde radici romano-medievali, tra cui a spiccare è senza dubbio l’articolata città di Fondi, la Fundi dell’antichità classica.
Zona costiera della Piana di Fondi – Tramonto sul Lago di Fondi
Alla scoperta del patrimonio storico ed artistico-culturale del comune di Fondi.
Attraversata dalla via Appia antica, che rappresenta il decumano massimo della città romana, Fondi mostra un primo impianto delimitato da un castrum quadrangolare racchiuso da imponenti mura in opera poligonale e incerta, a cui si accedeva mediante quattro grandi porte urbiche, di cui rimane ben visibile solo “La Portella” de età sillana aperta sul cardo massimo, nel lato verso i monti.
Posta a metà strada tra Roma e Napoli a ridosso del mare, la città designa il nome dell’omonima piana che si estende ai piedi dei monti Aurunci e Ausoni che l’abbracciano su tre lati, risultando aperta solo a sud verso il Tirreno.
I rilievi circostanti, culminanti nel monte delle Fate e nel monte Calvilli nei possedimenti tra Monticelli e Fundi, alimentano le falde idriche della piana, che risulta ricchissima di acqua potabile, come testimonia la presenza di oltre venti sorgenti e tre laghi, tra i quali spicca il “Lago di Fondi”, conosciuto sin dall’antichità per la produzione del prestigioso Cecubo, un vino bianco liquoroso decantato in poesia da Orazio e Marziale, utilizzato da Roma per i commerci con Cartagine.
Corso Appio Claudio, Decumano Massimo – Panoramica sui Parchi Naturali Regionali dei Monti Ausoni e Aurunci dal Lago di Fondi
La prima citazione storica della città di Fundi risale però al IV secolo a.C., quando la metropoli ricevette, insieme a Formia, la cittadinanza romana senza diritto di voto. Il centro rimase una prefettura romana e successivamente – nel 188 a.C. – ebbe la piena cittadinanza, passando a un governo retto da tre edili.
Una netta trasformazione si registrò in epoca romana imperiale, quando una parte del suo territorio entrò a far parte del demanio dell’impero per i possedimenti della famiglia di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto e madre di Tiberio, nata e cresciuta a Fondi, come testimoniano un passo dello storico romano Svetonio ed alcune epigrafi latine.
La funzione di presidio della città sui confini del territorio romano fu ripresa anche in epoca medievale, quando Fundi fu associata ai patrimoni della chiesa e al ducato di Gaeta: questa zona del sud pontino divenne infatti particolarmente rilevante in quest’epoca, in funzione degli alterni rapporti tra Stato Pontificio e Regno Borbonico, i cui confini correvano proprio su questi territori.
In possesso prima della famiglia Dell’Aquila, di origine normanna, e poi dal 1299 dei Caetani, la Contea di Fundi fu un’entità politica del Regno di Napoli.
I Caetani ne fecero il principale centro della loro influenza e la sede di uno sviluppo artistico di rilievo per circa due secoli, edificando verso sud, sulle mura del castrum il bellissimo Castello Caetani, sede dell’attuale Museo Civico Archeologico. Nel 1378 Onorato I Caetani vi riunì il conclave che elesse l’antipapa Clemente VII, in opposizione al legittimo pontefice Urbano VI, generando quello che la storia ricorda come lo Scisma d’Occidente.
Castello Caetani
Il ricercato circolo intellettuale della Contessa di Fondi Giulia Gonzaga.
La città e il castello passarono col tempo sotto il dominio aragonese, concessi in feudo ai Colonna – sotto i quali conobbe un rinnovato periodo di splendore artistico e culturale grazie alla ricchezza della corte di Giulia Gonzaga, che vi si stabilì dal 1526 al 1534.
Fu questa donna, rimasta vedova solo dopo pochi anni di matrimonio e ritenuta tra le più belle dame del 1500, a racchiudere attorno a se importanti artisti, musici e letterati, mente capace di dettare mode e costumi sociali, così affascinante che Khayr al-Din, detto il Barbarossa, fu incaricato del suo rapimento dal quale Giulia riuscì a sfuggire, pur non salvando la città dal declino indotto dai due attacchi saraceni.
La bellezza di Palazzo Caetani e del Castello, sostanzialmente rimasti nel loro massimo impianto ai tempi dei Colonna-Gonzaga, sembrano riecheggiare lo splendore della corte di Giulia, udendo clavicembali e lire risuonare nei lunghi corridoi, sentendo le dolci risa dell’avvenente Giulia e riconoscendo gli sguardi maliziosi dei molti pretendenti da lei ammaliati.
I capolavori gotico-catalani della corte del palazzo e delle decorazioni alle finestre, le imponenze del mastio con vedute sull’intera città e l’articolata distribuzione dei monumenti ecclesiastici, fanno di questa cittadina un vero scrigno di architetture e storie antiche, capaci di delineare tutti gli avvicendamenti del territorio in cui sorge.
Palazzo Caetani
Ogni cosa sembra richiamare una bellezza importante, in cui la fusione di convivialità medievale sembra correre di pari passo con le nobili note delle antiche famiglie romane, una terra talmente prospera tanto da vedere anche una fiorente comunità ebraica che qui si era stabilita sin dall’epoca romana e attestata fino agli inizi del XVII secolo, risiedenti nel quartiere detto Giudea, che ha conservato ancora oggi la sua struttura originaria dell’impianto arcaico, in cui sorgeva anche un’antica sinagoga.
I riflessi di Fundi – e dei centri medievali ad essa connessi come Monticelli – sembrano pitture impressioniste realizzate tra le acque del mare e del lago, una tela in cui si fondono realtà ed immaginazione, mistero e sogno, fantasia e realtà, un concreto contorno di colori che richiamano gli abiti delle antiche regine, un insieme di sapori avvolgenti che sanno raccontare appieno di una terra così ricca e particolare.
Storia, architettura antica, archeologia, lago e mare, fanno di questo luogo una tra le terre più belle e suggestive del Lazio meridionale, pronta a donare le sue ricchezze ed ospitalità a tutti coloro che avranno il desiderio di assaporarne la sua cultura, fatta di aneddoti e citazioni, i cui fatti vanno a richiamare antiche fondazioni greche registrate nella città della leggendaria Amycle.