All’imbocco della Val di Trebbia, nel punto in cui le strade salgono per poi tuffarsi verso Genova per arrivare al mare, sorge il Borgo di Rivalta con il suo bellissimo castello che vanta origini lontane, legate proprio all’importanza storica del fiume e della valle del Trebbia.
La zona fu scenario di una delle pagine più sanguinose della seconda guerra punica (III sec a.C.), quando l’esercito romano si scontrò con quello cartaginese comandato da Annibale.
A Rivalta, ubicata in posizione strategica, esisteva già una torre di avvistamento con un piccolo accampamento di marcia fortificato e, dopo il crollo dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, divenne territorio prima dei Longobardi e poi dei Franchi, mantenendo sempre un suo naturale prestigio.

Il sontuoso castello qui sorto fu abitato dai Conti Zanardi Landi restando nel tempo un luogo di profonda e mistica eccellenza.
Ancora interamente arredato, ospita un Museo del Costume Militare e Religioso ricco di storia, a cui si affianca una curatissima Sala d’Armi con testimonianze preziose e rare legate ad un glorioso passato militare. Tra esse restano i tre vessilli e undici piccole bandiere risalenti alla battaglia di Lepanto del 7 Ottobre 1571 che sventolarono sulle galere della famiglia Scotti – avi degli Zanardi Landi – in occasione della vittoriosa battaglia in cui i cristiani sconfissero i turchi, nonostante la maggiore flotta navale.
Oltre a quelle custodite nel museo del Castello di Rivalta, solo un’altra bandiera è rimasta a ricordo di quella battaglia decisiva, collocata oggi sull’altare del duomo di Gaeta, si tratta di quella dell’ammiraglia della flotta papale comandata da Marcantonio Colonna.

Un fortunato romanzo ottocentesco scritto da Luigi Marzolini, riporta un evento che vede questo castello protagonista.
Si tratta di una storia che racconta intrecci di amicizie e innamoramenti non ricambiati, di fortificazioni e battaglie condotte per la mano di una donna, di amicizie tradite a causa della bella Bianchina, moglie di Orbizzo Landi di cui l’amico, Galeazzo Visconti, si era perdutamente innamorato, nonostante Bianchina mostrasse totale fedeltà al suo uomo. Il romanzo di fatto riporta una storia vera, in cui non solo il Castello, ma l’intero Borgo di Rivalta, vengono descritti con minuzia di particolari, donandogli quei colori che rendono questo luogo unico nel suo panorama.

A partire dalla metà del 1900, la famiglia Zanardi Landi che qui è venuta nuovamente a risiedere, si è felicemente impegnata nel recupero del borgo e del castello.
Gli edifici sono stati tutti restaurati; si presentano oggi quali strutture moderne, funzionali e ricettive, pur avendo mantenuto l’aspetto di un tempo.

Nel Borgo di Rivalta si erge la Chiesa, che ancora oggi accoglie le preghiere dei fedeli, dedicata a San Martino di Tours, menzionata per la prima volta in un documento del 1025, pur se la sua fondazione sembrerebbe risalire all’età longobarda, ricostruita più volte a seguito di saccheggi e distruzioni.

Rimane oltremodo importante la Residenza Torre di San Martino, oggi Hotel Castello di Rivalta, voluta dal conte Orazio Zanardi Landi, in cui si coniuga il gusto raffinato ad atmosfere da fiaba, luogo impregnato di mistero e di storia come il castello, uno spazio in cui ogni emozione sembra essere percepita e respirata profondamente.
La dimora offre un’elegante hall e un’accurata selezione di camere tutte differenti le une dalle altre a cui si affianca un angolo benessere, mantenendo, pur essendo dotate di ogni moderna tecnologia e comfort, un’atmosfera d’altri tempi sottolineata da letti a baldacchino, velluti di sete pregiate, quadri autentici, stampe e mobili d’epoca, come una tela dipinta e rimasta bloccata in un tempo determinato, restituendo di fatto quel sofisticato fascino che racconta di una nobiltà ancora radicata e ben rispettata nel borgo.

A colpire sono i profumi emanati dalle imponenti travi nei soffitti e dal mobilio antico, dal cotto del pavimento e dai broccati a rivestimenti dei divani, profumi che, insieme alle luci filtrate dalle grandi finestrate di legno e dagli elaborati lampadari, sanno trasportare chi arriva in un tempo lontano, un tempo in cui la parola d’ordine sembra essere solo nobiltà.
L’Hotel Torre di San Martino è ben posizionato rispetto ad alcune tra le più interessanti città d’arte del Nord Italia.
Piacenza, Milano, Brescia, Parma, Mantova, Pavia e Cremona sono tutte facilmente raggiungibili, facendo ancora emergere l’importanza strategica del Borgo e del Castello nel tempo.

A chiudere questo quadro sono i sapori rustici e ricercati preparati nel ristorante “La Rocchetta”, edificato a ridosso delle antiche mura alto medievali del borgo e sviluppato su varie sale ricche di camini seicenteschi a cui si affianca un’ex ricovero per animali detto “Scuderia Rurale”, dove la protagonista principale resta una scenografica volta a botte quattrocentesca.
Il ristorante, come l’ “Antica Locanda del Falco” posta nel centro del borgo e il Bar “Caffè di Rivalta”, mantengono una voluta impostazione da “casa privata”, con decorazioni alle pareti che raccontano di stemmi di antiche famiglie piacentine e di una ricca presenza ebrea nel luogo, con piatti che valorizzano i salumi locali e il buon vino.
