Magica e sospirata Firenze, patria della famiglia de’ Medici e delle loro imprese,
luogo di banche e di scambi culturali, sede di artisti e autori antichi,
patria che ha ispirato Dante nella stesura della Divina Commedia, crogiuolo di idee e di innamoramenti,
luogo di orizzonti magici che vanno a perdersi sulla cupola di Santa Maria del Fiore.
L’Arno attraversa e abbraccia tutto questo, rendendolo vivo in modo caldo e armonioso, una distesa d’acqua che sa raccontare di una storia senza tempo, in cui la modernità va ad intrecciarsi con la sua storicità.
La Lungarno Collection, con i suoi Hotel esclusivi va a valorizzare questo mondo, scrivendo un nuovo capitolo nella storia fiorentina, del suo stile e dei suoi grandi interpreti, in cui a primeggiare è lo storico palazzo in cui sorge l’Hotel Lungarno.
Tutto ebbe inizio con Flavio Callisto Pontello, imprenditore fiorentino innamorato dell’arte e di ogni sua sfaccettatura, ideatore del primo albergo cittadino di arte contemporanea, colui che con forza si allontanò dalle mode barocche e roccocò predominanti nella metà del 1900 per assaporare il vivace gusto della modernità.
Fu lui, assiduo frequentatore di circoli d’arte esclusivi, ad iniziare la selezione delle opere che hanno costituito la base su cui creare la bellezza dell’Hotel Lungarno, capendo sin da subito l’importanza della nuova ventata culturale introdotta in quegli anni da artisti del calibro di Jean Cocteau e Pablo Picasso, il quale non mancava di confrontarsi con lo stesso Pontello per avere valutazioni sulle sue produzioni.
Quest’antica dimora trova così una nuova luce, analizzando mediante vene narrative orizzontali la storia di ciascun artista, dandogli modo di raccontarsi e di esprimersi in un filo logico unificato, creando con l’Hotel in cui si trovano e con gli edifici storici della città, una quinta prospettica in cui a predominare è il bello, facendo dimenticare le molte difficoltà affrontate dalla stessa città durante le alluvioni del passato.
Rispettando la storicità del luogo e della sue opere, dal 1995 la famiglia Ferragamo, divenuta proprietaria del palazzo, decide di mantenere viva la collezione nel suo luogo natale, donandola di fatto ai visitatori, ma soprattutto ai fiorentini …
“un tesoro di Firenze che aveva il dovere di rimanere alla città e ai fiorentini, ammirato da tutti gli ospiti, con o senza valigia dell’Hotel Lungarno”
È così che la famiglia Ferragamo parla di questo patrimonio artistico, mostrando la profonda sensibilità nel rispettare le volontà del suo ideatore.
In questo modo l’Hotel Lungarno è rimasto una dimora dove poter ammirare più di 450 opere originali, un palazzo in cui i veri padroni sembrano essere Antonio Bueno, Ottone Rosati, Marino Marini, Pablo Picasso e Jean Cocteau, ovvero tutti gli artisti in mostra, coloro che ti indicano dove andare e di cosa dialogare all’interno dell’elegante residenza, in cui alle opere si affianca uno stile di arredo raffinato che profuma dell’alto artigianato locale, predominante di tonalità chiare, quei toni che sanno accogliere i visitatori e farli sentire avvolti dalla calda luce di Firenze, la stessa che sa far sentire amati coloro che la percepiscono sulla pelle affacciandosi dalle molte terrazze, dall’elegante lobby con ampie vetrate, o dalle suite, sguardi di chi ama guardare l’Arno baciarsi con il Ponte Vecchio, immaginando in quegli scorci di poter ancora udire gli echi dei tempi che furono.
Prominente resta anche il ruolo del ristorante stellato del Borgo San Jacopo, in cui la cucina dello chef Peter Brunel sa trasportare in un viaggio esclusivo, tra i grandi classici della cucina toscana fino a rivisitazioni in chiave gourmet di pietanze uniche, realizzando ogni piatto come se fosse una tela su cui dipingere e far splendere i suoi colori.
L’Hotel Lungarno offre una dimensione in cui rilassarsi, uno spazio in cui godere della bellezza data dalla sua collezione e dai raffinati spazi in cui è inserita, un borgo in cui respirare la vera Firenze, un luogo in cui la riservatezza cammina di pari passo con l’ospitalità e con l’eleganza, una dimora in cui sentirsi parte di una grande famiglia.
“Entrare nel mondo dell’ospitalità stava molto a cuore alla famiglia Ferragamo: un mondo questo molto affine a quello della moda che ci avrebbe dato la possibilità di declinare in modo diverso l’esperienza acquisita. Il nostro intento è stato quello di dare vita ad alberghi che si distinguessero ciascuno per la loro unicità, ma tutti coerenti con la nostra visione. La nostra sfida è stata quella di creare l’atmosfera: quel mix di dettagli, musica, sapori, accompagnati da un servizio di autentica qualità che potesse gratificare appieno i nostri ospiti. È proprio a loro che, anche negli alberghi, vogliamo consegnare una shopping bag, virtuale, ricca di bellissimi ricordi”.
Si può di fatto raccontare una storia sul civico 14 di Borgo San Jacopo, una storia dal titolo:
…C’era una volta L’Hotel Lungarno, un museo dentro un albergo e una casa in un’antica dimora sull’Arno, un fiume che con il suo fluire sa raccontare e rinnovarsi, un fiume che parla di uno stile definito e schietto, un fiume che racconta di un’ospitalità senza tempo, un fiume che ancora porta con se il riflesso della bellezza di Beatrice e il risciacquo del fiorentino nei Promessi Sposi del Manzoni, un fiume che accarezzando la dimora dell’Hotel Lungarno sa renderlo protagonista di un fermento rigenerativo unico e indissolubile…