“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso; e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.”
Faccio mia questa bellissima citazione di George Bernard Shaw per cominciare un viaggio nell’affascinante mondo di Venini.
Azienda leader indiscussa nella realizzazione di opere d’arte in vetro, Venini viene fondata nel 1921 dall’Avvocato Paolo Venini con l’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e il pittore Vittorio Zecchin, nella funzione di direttore artistico.

Negli anni successivi entra in scena Napoleone Martinuzzi, una delle figure più influenti nel settore del vetro artistico. Comincia, così, un percorso di rinnovamento che introduce una novità esclusiva, il vetro “pulegoso”, caratterizzato dall’incisione di migliaia di bolle d’aria che hanno la peculiarità di rendere la superficie opaca.

“IALURGIA”, l’arte e la tecnica della fabbricazione del vetro in continua evoluzione
Il talento di Martinuzzi lo spinge alla continua ed incessante ricerca di tecniche innovative e alla realizzazione di opere monumentali, come la maestosa fontana per la Quadriennale di Roma o la famosa statua di Josephine Backer.

Ma è soltanto con l’arrivo di Fulvio Bianconi che Venini realizza una collezione raffigurante dodici emblemi della Commedia dell’Arte e, tre anni dopo, negli spazi della Triennale di Milano espone la collezione “Pezzati”, eseguita con la tecnica di lavorazione detta “a tessere”, vetri soffiati decorati a mano con inserti di elementi policromi.
Pezzi unici, autentiche eccellenze artigianali che hanno segnato la storia della lavorazione del vetro.
Nei mitici anni ’80 prendono campo le collaborazioni della Venini con designer di calibro di Owe Thorssen, Brigitta Karlsson e Tina Aufiero.
Numerose anche le edizioni limitate che porteranno il nome di architetti di fama mondiale, come Alessandro Mendini e Tadao Ando (di quest’ultimo ho parlato in questo articolo, in occasione della Design Days di Milano).
Ed è proprio Mendini che, nel 2005, esegue un’edizione limitata con 119 opere, vere e proprie sculture in vetro opalino bicolore. Mentre Tadao Ando, nel 2011, presenta per Venini un’edizione limitata di 90 opere numerate, e una collezione di 99 opere di cristallo e sabbia finemente rifinite, che egli stesso presenta come: ” La collaborazione tra la maestria artigianale del Vetro Veneziano e la forma geometrica a strati che ha permesso di creare un oggetto unico e speciale. L’Architettura è definita attraverso “Spazio” e “Tempo”. Forse metaforicamente la Clessidra può simboleggiare l’architettura. Il flusso della sabbia porta con sé i pensieri del passato e del futuro”.
Quando il vetro incontra il concept architettonico.
Venini, però, non è solo sinergia con i massimi esponenti del design e dell’architettura, ma è anche progettazione interna.

Il vetro diventa opera scultorea, tra tradizione ed innovazione.
Un progetto particolare, cattura la mia attenzione! Un concept esclusivo strettamente legato ad hotel di lusso, uffici e residenze private e dal nome evocativo: “Chiavi in mano”.

Uno studio nel quale Venini si butta a capofitto per la progettazione di allestimenti di interni coniugando creatività e progettazione, avvalendosi dell’aiuto di un team qualificato e dell’esperienza di maestri vetrai.
L’attenzione al dettaglio, la sicurezza e la funzionalità, sono elementi fondamentali che viaggiano di pari passo con i valori estetici; rendendo qualsiasi progetto unico e degno delle più alte aspettative.

Pezzi d’arredo unici come simbolo di esclusività.
Venini è presente in numerose residenze private in tutto il mondo, dal Quatar alla Russia, in favolosi boutique hotel come in Vietnam, in Francia e a Dubai e anche – ovviamente – in Italia all’interno di rinomati alberghi di lusso e locali esclusivi.

Tra questi, il ristorante “Ricci Milano” presenta al suo interno suggestivi lampadari in cristallo della collezione “Poliedri”, su progetto di Carlo Scarpa.
Un arredo, quello del Ricci Milano, che si può riassumere come la sinergia perfetta tra atmosfere degli anni Quaranta e influenze contemporanee, grazie anche alla presenza di pavimenti in legno antico, tavoli in marmo bianco di Carrara, specchi e tappezzerie d’epoca, oltre a divanetti in pelle che riportano la mente ai lounge bar parigini.

Concludo il mio fantastico viaggio nell’universo Venini con la citazione di Giò Ponti: “Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte”.
