Il Musée des Arts Décoratifs di Parigi celebra la storia del design con la mostra “Le design pour tous: de Prisunic à Monoprix, une aventure française”, dedicando per la prima volta un’esposizione al mondo della grande distribuzione.
La mostra con oltre cinquecento opere tra cui arredi, mobili e manifesti pubblicitari, vuole ripercorrere la storia di due dei più celebri brand, Prisunic e Monoprix, a cui si deve l’enorme merito di aver democratizzato il design in Francia, rendendolo popolare e accessibile nel quotidiano.
Agence Rosapark — Affiche Lait interdit d’interdire 2018, Papier, offset – Photo © MAD, Paris / Jean Tholance
“Le design pour tous: de Prisunic à Monoprix, une aventure française”, tematica e cronologica, è concepita in due parti: la prima, dedicata a Prisunic, con le importanti collaborazioni avviate nei cataloghi per corrispondenza tra il 1968 e il 1976. Fondata nel 1931, la catena di negozi del brand venne introdotta in Francia nel 1946, seguendo il modello americano di marketing grazie al suo nuovo direttore Jacques Gueden.
“Le beau au prix du laid” diventa lo slogan ufficiale di Prisunic, ideato dalla direttrice Denise Fayolle. Un grande impulso al marchio arrivò grazie alle prime collaborazioni con creativi e grandi nomi del design e della grafica: con Prisunic, pioniere della formula per corrispondenza, collabora al primo catalogo di vendita (1968) Terence Conran, con mobili, elementi di illuminazione e stoviglie.
Marcel Duffas — Photographie de mode en noir et blanc 1966-1967 Tirage argentique d’époque © Marcel Duffas – Photo © MAD, Paris / Jean Tholance
La seconda parte mette in luce le creazioni di punta di creatori invitati da Monoprix riprendendo un tema caro al brand: l’oggetto quotidiano. Inoltre, gli spazi sono animati da spot pubblicitari e interviste filmate.
Nel 1997, Prisunic si fonde con il Monoprix, condividendo la stessa volontà di rendere il design accessibile a tutti e portare nella vita di ogni giorno la bellezza e l’art de vivre francesi.
Questo cambiamento è messo in evidenza nella seconda parte dell’esposizione parigina.
Nelle sale espositive sono raccontati successi e collaborazioni a partire dagli anni Sessanta; oltre a Terence Conran, troviamo altri famosi designer come Marc Held, India Mahdavi, Costanza Guisset o Ionna Vautrin, ma anche grafici, fotografi, illustratori e stilisti: grazie a queste collaborazioni Prisunic e Monoprix avviarono una democratizzazione sia nel design che nell’abbigliamento.
Bureau du style et de la publicité Prisunic — Catalogue Prisunic/4 Décor et confort de la maison Octobre 1970, Impression sur papier. Musée des Arts Décoratifs Andy Warhol Diptyque Marilyn, 1962 – © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by Adagp, Paris, 2021
I designer creano mobili dalle linee semplici, funzionali e accessibili con metalli colorati o poliestere. Alcuni oggetti, come il letto di Marc Held (1970) o il set di mobili in lamiera smaltata creato dall’artista Jacques Tissinier (1973) sono entrati nel Musée des Arts Décoratifs e dialogano con le sue collezioni permanenti poiché diventati icone del design degli anni Settanta.
La mostra prosegue illustrando la storia dei due brand. Grazie a rari documenti d’archivio e manufatti di “merchandising” come borse e carrelli della spesa, spille, portachiavi e manifesti. L’ampia sezione gallery mostra la commercializzazione dei due marchi, la cui forte immagine grafica fu portata avanti dalle principali agenzie pubblicitarie.
Jacques Tissinier — Tables, tabouret et banc 1973, Fabrication Émaillerie Neuhaus Acier, hêtre émaillé – Photo © MAD, Paris / Jean Tholance © Adagp, Paris, 2021ALIA
Oltre ad elementi di arredo, in mostra anche Maison Château Rouge, un marchio di capi prêt-à-porter e decorativi creato nel 2015. Per prima collezione per Monoprix, i creatori hanno onorato la loro eredità africana e il know-how nel design per oggetti di uso quotidiano e vestiti con grafiche dai colori pop.
Sempre riguardo la moda, due anni prima, Monoprix aveva invitato cinque designer a ridisegnare un nuovo modello di tubino nero per la collezione natalizia: il risultato prodotto da ognuno di loro ha trasformato questo pezzo senza tempo in qualcosa di esclusivo e ricercato.
In mostra anche alcune creazioni come l’abito da sposa del couturier Alexis Mabille che dialoga con la parete di piatti firmati G di Gien, o il Dominoté, collezione di piatti di Antoinette Poisson che riporta in vita tecniche e artigianato ancestrali: quest’area del percorso è dedicata al sogno e alla fantasia, immergendo il visitatore in una dimensione più onirica.
India Mahdavi — Tabouret, 2017, Métal laqué – Photo © Eugénia Sierko / Monoprix © Adagp, Paris, 2021
Al terzo piano la mostra prosegue con pezzi dal design iconico realizzati da India Mahdavi, Nadia Gallardo, Paola Navone, Ionna Vautrin e Constance Guisset, mostrati in frigoriferi riutilizzati creativamente come vetrine.
La biblioteca del Museo delle Arti Decorative possiede i rivoluzionari cataloghi che Prisunic lancia nella primavera del 1968. Dal formato quadrato, con grafica e colori, alcuni di essi sono prodotti da nomi importanti come Friedemann Hauss o dal fotografo Marcel Duffas. Alla fine del 1967, sotto la guida del critico d’arte, editore di stampe e collezionista Jacques Putman, Prisunic lancia il concetto di stampa originale creata da artisti e prodotta in tiratura limitata.
Vincent Darré — Lampe Abeille 2021 Verre, métal – Photo © Eugénia Sierko / Monoprix
L’allestimento della mostra è stato curato da India Mahdavi, architetta, designer e scenografa che vive e lavora a Parigi. Il suo studio, creato nel 2000, si distingue per la diversità dei suoi progetti internazionali che, dall’architettura all’interior design, dalla scenografia all’arredamento d’interni, mostra una vera transdisciplinarità.
Conosciuta per i suoi ambienti unici, che celebrano un’arte e un vivere cosmopolita, India Mahdavi esprime una visione moderna del comfort e dell’eleganza a cui non manca mai una dose di umorismo.
Nell’allestimento per la mostra Le design pour tous: de Prisunic à Monoprix, une aventure française ha immaginato un percorso all’interno della collezione del museo, come una celebrazione in stile pop. I “ready made”, mobili ed espositori per negozi (casse, registri e frigoriferi) sono stati usati come supporti di esposizione degli oggetti che, seminati qua e là, evocano il mondo della grande distribuzione; l’arancione e il rosa distinguono le creazioni di Prisunic e Monoprix.
Friedemann Hauss — Affiche publicitaire Été 70 Prisunic (1970) Papier, sérigraphie – Photo © MAD, Paris / Christophe Dellière
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