Architetto, scultore e designer. Un uomo da mille definizioni o meglio, un maestro che della creatività ha fatto il motore della sua vita.
Gaetano Pesce, italiano, ligure per la precisione, trasferitosi a New York ormai da molti anni, dove vive e lavora, in concomitanza alla Design Week ritorna a Milano con un’opera spettacolare, la “Sedia Porta Ritratti”. Da domenica 15 Aprile ad attendervi di fronte all’Accademia di Brera.

L’evento, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura di Milano, vede come main partner la Galleria Roberta e Basta, di Roberta Tagliavini e Mattia Martinelli, uno dei più interessanti indirizzi da visitare durante il “Brera Design District”(CLICCA QUI per leggere l’intervista a Mattia Martinelli).
Non è la prima volta che Gaetano Pesce è presente con la sua follia creativa all’effervescente appuntamento del Fuori Salone. L’anno scorso la UP 5 & 6, una versione over-size di una poltrona dalle morbide fattezze femminili, indagava la lotta contro la violenza sulle donne, ed è stata, come ha raccontato l’assessore Cristina Tajani durante la conferenza stampa del 12 aprile scorso, “una delle opere maggiormente fotografate e circolate sui media durante l’edizione 2017”. Questa rinnovata collaborazione tra Gaetano Pesce e Milano è sì il tributo da parte della nostra città ad una delle personalità più di rilievo del panorama artistico contemporaneo (ambitissimo dai musei e dalle case d’aste internazionali), ma rappresenta soprattutto un potente mezzo per arricchire con un messaggio di natura sociale e universale la manifestazione del Salone del Mobile meneghino.

La Sedia “Portaritratti” collocata di fronte all’Accademia delle Belle Arti è infatti foriera con le sue dimensioni imponenti (ben quattro metri di altezza) e con la sua bizzarra estetica ( circa 20 volti umani sono riprodotti sulla sua superficie) di una ben precisa dichiarazione: Viva la diversità!
Differenza e disuguaglianza sono intese così come il vettore per la comunicazione, come risorse indispensabili per uno scambio culturale che rappresenta a sua volta la chance per la costruzione del nostro futuro. In un’epoca in cui siamo spesso indotti alla omologazione di stili e perché no di sentimenti, Gaetano Pesce va controcorrente, puntando i piedi verso la standardizzazione mediocre della vita e dell’essere umano, e ci propone una via di fuga: quella, bellissima, che conduce alla scelta, magari più controversa, di esprimere la propria diversità, senza temere di mostrare la nostra vera essenza.

Modellato nella Sedia “Portaritratti” ritroviamo il pensiero anticonformista del creatore.
Da un lato l’opera ci comunica di essere un oggetto iscritto nella sfera del Design, ma nel medesimo istante contraddice, in virtù di dimensioni imponenti e di forme spericolate, ai principi base di questa definizione, tra cui la riproducibilità e la fruibilità. Essere unica e quindi “diversa” restituisce alla scultura-design l’essenza di opera d’arte diventando il mezzo per riportare la condizione del designer a quella dell’artista rinascimentale o barocco.
“Il diverso è l’Arte, e Gaetano Pesce è il più diverso di tutti i designer!” Sono le intense parole del Professor Sgarbi, relatore durante la conferenza stampa, che nel corso degli ultimi vent’anni ha coltivato con l’artista una grande amicizia, basata su una affinità non dichiarata: “Quello che Gaetano Pesce persegue sul piano dell’estetica dei suoi oggetti – ha proseguito Sgarbi – è quello che io ho perseguito per quarant’anni nell’ambito della critica. Una critica che non sia serva di un potere che impone valori inevitabili. Quando sono davanti a Gaetano e ad una sua opera vedo l’euforia dell’inutile che è la caratteristica opposta sulla quale si innesta il design. Gli elementi fondamentali della Sedia Portaritratti sono l’irregolarità, l’impossibilità di riproduzione quantitativa e la totale libertà dell’artista di realizzare un pezzo unico. Tutto quello che Gaetano Pesce ha fatto in questi anni è stato all’insegna di una risposta contro la falsa avanguardia all’interno di un design rivitalizzato. Io credo – ha terminato il Professor Sgarbi – nell’avanguardia di Gaetano Pesce e sono felice di testimoniare per lui e per la nostra amicizia la sua formidabile creatività.”