Fendi Roma: Palazzo Fendi Roma è sede della Maison dal 2005: la nobile residenza si compone di 7 suites dove si consuma un continuo dialogo surreale tra il passato ed il presente.
Goethe sosteneva che “Come già m’è avvenuto per la storia naturale, mi succede anche qui : perché in questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo ed io conto d’esser nato una seconda volta, d’esser davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede in Roma.”
Roma, culla della cultura occidentale, città eterna dove ogni palazzo, ogni chiesa, ogni piazza, ogni scalinata racconta un tassello della storia dell’umanità.

Camminando per le vie del centro, con gli occhi attratti da un susseguirsi quasi affannoso di testimonianze del passato, mi sono ritrovata in Largo Goldoni davanti un maestoso palazzo seicentesco, Palazzo Fendi, un tempo patrimonio della blasonata famiglia Ludovisi Boncompagni ed oggi riportato a nuova vita dall’architetto Marco Costanzi, il quale ha ricreato, al piano terra, un’atmosfera tipica dell’antica Roma imperiale dove i ciottoli romani sono stati riproposti con il medesimo marmo rosso scuro di Lepanto, ed una scultura in resina sospesa, affiancata da uno scenografico lampadario verticale, riserva un’aristocratica accoglienza ai propri ospiti.


Sede della Maison dal 2005, Palazzo Fendi, grazie ad un meticoloso intervento di restauro che ne ha preservato la struttura originaria, è stato trasformato in un polo del lusso mutipurpose che vede, al piano terreno, la più grande boutique al mondo del brand progettata da Gwenael Nicolas.


Per il restauro di Palazzo Fendi a Roma hanno utilizzato solo materiali eccelsi, come i marmi di Carrara ed il legno di Rovere
La nobile residenza si compone di 7 suites dove si consuma un continuo dialogo surreale tra il passato ed il presente; la logica distributiva dei vari ambienti obbedisce a regole che assecondano la secolare struttura dell’edificio arricchendola di elementi di alto design contemporaneo.
Una ristrutturazione attenta che ha visto l’uso di materiali di eccelsa qualità come marmi italiani provenienti dalle cave di Carrara e caldo legno di Rovere.



La scelta degli arredi per Palazzo Fendi: solo edizioni limitate dei più rinomati designer
Gli arredi, parte della collezione Fendi Casa, caratterizzati dalle linee morbide dei raffinati divani imbottiti che si alternano al design essenziale e contemporaneo delle lampade, convivono con oggetti di pregio.
Edizioni limitate realizzate dai più rinomati designer contemporanei regnano sovrane in uno spazio senza tempo dove il protagonista assoluto è rappresentato dal dualismo tra classicismo ed avanguardia.

Tra le incantevoli suite, una attira particolarmente la mia attenzione e il mio stupore, la Palazzo Suite!
Mi aggiro, come incantata in un elegante salotto da cui si ammira nella sua ritrovata purezza, maestosa e presuntuosa, Trinità dei Monti. Uno spazio rivisitato con sapienza alle cui pareti osservo un focus sull’Heritage di Fendi, le tavolette realizzate dallo storico in house atelier di pellicceria della Maison e le incantevoli stampe fotografiche al platino delle più scenografiche fontane romane catturate al tempo della Dolce Vita dal geniale intuito creativo di Karl Lagerfield.



E in questo spettacolare palazzo, intriso di tradizioni nobiliari, cultura, eleganza e design senza tempo, ecco Zuma, con la sofisticata cucina Izajaja di Renier Becker.
Non posso non provarlo!


Il designer Muramatsu Noriyoshi ha lasciato la sua impronta giocando con i vari elementi architettonici, utilizzando mattoni in granito, tavoli di legno Thailandese, eleganti poltrone imbottite e colori pastello ravvivati dai toni del rosso.


Entro dall’incantevole via di Fontanella Borghese, esco dalla cultura occidentale e mi immergo nel suggestivo mondo dell’oriente, dove Rainer Becker ha costruito il suo regno.
Luci soffuse illuminano romanticamente un corridoio in pietra rosa e bambù, creando delle atmosfere incantate dove la parola d’ordine è l’eccellenza della cucina giapponese.

“L’idea”, come afferma lo stesso Rainer Becker, “è di promuovere la cucina autentica, che non significa seguire pedissequamente la tradizione giapponese, ne tanto meno votarsi alla deriva fusion” bensì quella di introdurre il concetto di “Izakaya”, ovvero una tavola informale dove condividere del buon cibo.


Una bellissima esperienza sensoriale immersa in un contesto dove eleganza ed esclusività camminano mano nella mano lungo un percorso che attraversa la vita di uno dei palazzi più belli di Via Condotti.
Se sei appassionata delle storie dell’universo couture non perdere l’articolo su un Karl della moda