The Ducker Magazine è andato a intervistare Patrizia Di Benedetto, prima donna chef “stellata” presso il suo ristorante Bye Bye Blues a Mondello.
Hai alle spalle oltre 27 anni di carriera e vanti innumerevoli riconoscimenti. Ma quanto è importante per te, nella tua cucina, la tradizione?
Ho massimo rispetto per il passato e la cucina tradizionale, ma questo non ha mai bloccato il mio impulso creativo, la mia fantasia non ha limiti.
Due fattori fondamentali per una buona cucina?
Due “ingredienti” sempre presenti nella mia cucina sono il mangiare bene ed in modo salutare. Utilizzo unicamente prodotti del “mio territorio” e solo e soltanto prodotti stagionali, con garanzia di qualità e freschezza delle materie prime, che sono i protagonisti indiscussi di ogni mio piatto.
Il tuo ristorante è amato da moltissime persone, un personaggio conosciuto con cui hai stretto un rapporto d’amicizia e che puoi definire cliente abituale del tuo ristorante?
Tullio Fortuna lo definisco un mio grandissimo amico e ci lega un rapporto di grande stima ed amicizia. Lo scorso dicembre, ho ospitato l’allestimento di una sua mostra fotografica a scopo benefico, per una raccolta fondi ideata da Lidia D’Angelo, moglie di Tullio, ed il ricavato delle foto è stato devoluto a Medici senza Frontiere.
Perché hai deciso di chiamare il tuo ristorante “Bye Bye Blues”?
Perché ho pensato di regalare ai miei visitatori un locale intimo, sereno ed accogliente e per far loro dimenticare ogni tipo di pensiero negativo, per questo si chiama “Bye Bye Blues (ciao tristezza)”.
Ti sei avvicinata al mondo della ristorazione praticamente quasi per caso, potresti raccontare poi come è nata questa tua grande passione ?
E’ vero mi sono avvicinata per caso, anzi, più che per caso direi per amore quando ho conosciuto quello che poi sarebbe diventato mio marito.
Ho deciso, all’inizio di sposare la sua passione che poi piano piano è diventata anche la mia, quella passione che mi ha cambiato la vita come mai avrei immaginato.
Come racconto nel mio libro all’inizio è stata abbastanza dura e ho dovuto faticare parecchio ma a poco a poco arrivavano le prime soddisfazioni e di pari passo cresceva il mio amore per questo lavoro
Come definiresti la tua cucina ?
Io dico che sono una persona d’impatto, nel senso che faccio le cose senza ragionarci tanto sopra, seguendo più il mio istinto che la mia testa, quindi la mia cucina rispecchia me stessa ed è fatta di sensazioni e di sentimenti.
Il Bye Bye Blues è il “ primo ristorante “ di Palermo e tu sei l’unica donna chef siciliana pluristellata, ma non solo questo, hai ottenuto altri riconoscimenti a livello internazionale e vieni spesso invitata all’estero come giudice o come “ docente”. Come vivi queste grandi soddisfazioni professionali e quali altri risultati ti proponi di raggiungere ?
Il Bye Bye Blues ha riportato la stella Michelin a Palermo dopo ben vent’anni di assenza ed io sono stata l’unica chef donna ad avere questo riconoscimento fino all’anno scorso. Adesso c’è anche una giovane ragazza che ha avuto la stella. Le soddisfazioni in campo professionale sono state tante ed alcune molto importanti, ho cucinato diverse volte all’estero e ho portato la cucina della mia terra in giro per il mondo facendola conoscere ed apprezzare in paesi come la Cina o il Giappone. Questo mi ha riempito di gioia e continua ad essere quella molla che che rende questo faticoso lavoro ancora entusiasmante dopo tanti anni. Sono molto contenta che adesso ci sia anche un’altra donna in Sicilia ad avere la stella perchè vuol dire che la mia storia è stata da esempio. Il risultato che mi propongo da sempre di raggiungere è riuscire a soddisfare la gente che viene a trovarmi e regalare ai miei clienti qualche momento piacevole e allegro come dice il nome del ristorante “Bye Bye Blues” (addio tristezza)
Esiste un Bye Bye Blues in Brasile, come nasce questa scelta e quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono da altri ristoranti e che tipo di menu proponi ?
Da dicembre scorso abbiamo aperto un ristorante in Brasile nella regione di Bahia forse per sfida o forse per metterci ancora in gioco. Facciamo un tipo di cucina che cerca di fondere quella mediterranea e quella del loro territorio, apportando delle varianti alle nostre ricette e utilizzando dei meravigliosi prodotti locali.
Nella pianificazione dei menu, utilizzi una linea programmata ben precisa oppure lasci anche ampio spazio alla fantasia e creatività?
Come detto prima, preferisco dei piatti che nascano dal cuore più che dal cervello.
Esiste una professione che ti affascina e che avresti voluto fare se non avessi scelto la ristorazione ?
Mi sarebbe piaciuto fare la psicologa perchè mi affascinano i meccanismi della mente e nei rapporti con gli altri mi piace sempre non farli restare superficiali.
Quali sono le tue “ passioni “ oltre la cucina ?
I viaggi che mi permettono di sperimentare e conoscere mondi diversi dal mio e naturalmente adoro gli animali.
Credits: www.byebyeblues.it , Credits Foto : Amedeo Burgio