Romeo Sozzi mescola suoni, forme e colori, per interpretare in chiave espressiva i valori della sua azienda.
Un’arte combinatoria, che porta, a misura d’installazione, la sua sensibilità di maestro del legno.
A lui non serve la carta d’identità. Bastano il suo nome- Romeo- e il suo cognome – Sozzi- per spiegare chi è e che cosa fa nella vita.
Non è un artista, ma un creativo con un taccuino, penne e matite sempre in tasca. Non è un venditore di oggetti, ma un collezionista di relazioni tra oggetti e clienti.
Insomma, felice di stupire con colori, luci, linee; libero di mescolare matite e metalli, stoffe e legni. Si, perché Romeo Sozzi è la mente di “Promemoria”, indiscussa eccellenza del dècor (clicca qui per approfondire), in simbiosi col fior fiore dell’artigianato italiano ed europeo. Divani, armadi tessili, sedie e tavoli che diventano oggetti da guardare, ma anche da sfiorare, annusare e addirittura ascoltare mentre risuonano nella loro sinfonia di legni, vetri e metalli lavorati.
Quasi che da legni nazionali oppure esotici, dal cipresso toscano al sucupira, all’ebano macassar, modellando, plasmando, nascessero vibrazioni di segreti sortilegi, velature e alchimie, quasi tattili, di nuove idee.
“Solo mescolando tutti questi elementi si ottiene qualcosa di nuovo, che stupisce”, è la certezza di Romeo Sozzi, nato sul “laghè” di Como, dove la famiglia gestiva una bottega che restaurava e riparava le carrozze dell’aristocrazia locale. Una faccia sorridente e pensieri semplici, una scrivania invasa da fogli e boccette d’inchiostro giapponese, il lago, i rumori della natura: “Bastano e avanzano per riempire la vita, e lavorare”.
Ha iniziato come ebanista, tra il profumo dei legni e dei mordenti.
“Vivendo sul lago, ho avuto la necessità di creare una sintassi di sfumature irripetibili con i materiali esclusivi, proprio di alcune luci che si guardano nello scolorire del tempo che scivola sull’acqua. Così, ho sognato di progettare Promemoria, per dare emozioni, perché è il regalo più bello che uno può donare”.
Ed emozione può essere anche il canto degli uccelli che entra dalle finestre del suo appartamento milanese: “Sono stato attratto prima dal palazzo di inizio Novecento, con il suo ingresso aristocratico e le scale spettacolari, poi dall’appartamento all’ultimo piano. Un trionfo di luce. Il tutto a pochi passi dal parco, in una zona che amo particolarmente».
L’ambiente è uno degli elementi sui quali si concentra la ricerca di Romeo Sozzi, ma anche l’innovazione tecnologica, tanto che durante la scorsa Design Week di Milano ha presentato “Icosaedro”, un sistema d’illuminazione a led, frutto di uno studio durato tre anni, compiuto dagli Ingegneri del reparto Ricerca e Sviluppo di Promemoria, ed oggi brevettato.
“Questo progetto è nato dall’esigenza di sostituire le sorgenti d’illuminazione a incandescenza con una tecnologia a basso consumo energetico, ma con le stesse caratteristiche di diffusione della luce, molto vicina ai 360° , delle tradizionali lampadine”, spiega Sozzi. “Punto di partenza per avere un oggetto bello ed armonioso, spesso, se non quasi sempre, è l’associazione con alcune consuetudini che si tramandano da millenni. In questo caso, il punto di partenza è stato il “rapporto aureo” o “sezione aurea”, cioè il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Il rapporto aureo è stato utilizzato fin dall’antichità nella maggior parte delle opere realizzate dall’uomo dove questa proporzione riportava inconsapevolmente un’armoniosità intrinseca dell’oggetto realizzato. Alcuni nobili esempi possono essere “l’Uomo Vitruviano” o “la Gioconda” di Leonardo da Vinci, o ancora la Piramide di Cheope. I vertici di tre rettangoli aurei posti su tre piani perpendicolari costituiscono i vertici dell’icosaedro, un solido platonico, costituito da venti triangoli equilateri e 12 vertici.
Ecco dunque la forma tridimensionale base di ICOSAEDRO: l’icosaedro, appunto. Una forma che è anche isotropica, cioè assente dalla direzione e ciò rimedia alla peculiarità delle direzionalità del led rendendo la distribuzione luminosa di ICOSAEDRO pari a 360° sui tre assi”.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: capire il reale, per carpirne i segreti più intimi, quelli più profondi, quelli che quasi nessuno sa vedere e quelli che magari spingono il cliente finale a scegliere una luce piuttosto che un’altra.
E il suo sguardo goloso fa tutto: “Non c’è nulla di strabiliante in quel che faccio, forse solo nel modo in cui lo faccio”. Con i pensieri non imbrigliati da troppi studi, da troppe scuole, evitando la ripetitività e i canonici estetici troppo visti. Sui banchi della vecchia bottega di famiglia c’è stato molto. “Ho imparato dalla vita, perché, come diceva Einstein, è più importante l’immaginazione del sapere: basta scatenarla”. Come accadeva quando suo padre gli metteva in mano un oggetto di legno. “La sua bottega è stata una vera scuola in cui combinare elementi diversi per trovare il miglior equilibrio estetico: un patchwork di materiali, che ha anticipato la mia vita lavorativa”.