Una retrospettiva esclusiva in occasione della quinta edizione di Furla Series
La quinta edizione del programma Furla Series presenta “Somethings in the World”, mostra personale di Suzanne Jackson curata da Bruna Roccasalva e promossa dalla Fondazione Furla in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna di Milano (GAM). In esposizione dal 15 settembre al 17 dicembre 2023, l’evento ripercorre più di cinquant’anni di ricerca artistica di Suzanne Jackson, offrendo un’analisi dei suoi nuclei fondamentali.
Suzanne Jackson
In A Black Man’s Garden (detail), 1973
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
Suzanne Jackson, artista americana, esplora un vasto campo artistico, spaziando dalla pittura alle esperienze nella danza, nel teatro e nella poesia. La mostra traccia l’evoluzione della sua pratica artistica, partendo dalla produzione iniziale figurativa popolata da personaggi, animali e simboli, sino ad approdare a una dimensione scultorea e ambientale nelle opere più recenti.
“Somethings in the World” si propone di ripercorrere la produzione di Jackson, evidenziandone gli elementi ricorrenti attraverso una selezione mirata di ventisette opere, comprendenti lavori iconici, inediti e nuove produzioni. La narrazione proposta guida il visitatore nell’universo dell’artista, stimolando un dialogo con il contesto della GAM e le opere della collezione permanente.
Suzanne Jackson
In A Black Man’s Garden (detail), 1973
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
L’artista, in linea con il titolo della mostra, desidera comunicare la sua esperienza “nel” mondo e “del” mondo. La produzione di Jackson, scandita da fasi strettamente connesse alle sue vicende biografiche, si mescola e si intreccia continuamente nel corso degli anni. Il percorso espositivo, costruito per associazioni e rimandi, non segue un ordine cronologico ma racconta l’intreccio costante tra dimensione privata e artistica.
Suzanne Jackson,
some things in the world (detail), 2011.
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
La prima sala mette in luce la stratificazione come aspetto centrale dell’opera di Jackson, evidenziando la sua evoluzione da esordi come “Ma-Yaa” (1994-98) passando per “Singin’, in Sweetcake’s Storm” (2017) e alle opere più recenti. “Ma-Yaa” rappresenta uno degli ultimi lavori della serie Yemenji – water spirit, omaggio a Yemaya, dea madre della tradizione africana Yoruba, simbolo primordiale delle donne e protettrice degli oceani e dei fiumi.
La seconda sala, dedicata all’amore per la natura, presenta opere su carta dalla serie Idyllwild leaves (1982-84), accanto a lavori iconici come “Triplical Communications” (1969) e “Somethings in the World” (2011). Quest’ultima, in grande scala e esposta per la prima volta, sottolinea l’attenzione di Jackson al riciclo e al riutilizzo di materiali, come la carta “Bogus” proveniente dai set teatrali.
Suzanne Jackson,
Ma-Yaa, 1994-98
Courtesy of the artist and Ortuzar Projects, New York
Il percorso prosegue con il monumentale trittico “In A Black Man’s Garden” (1973), esemplificativo della produzione degli anni Settanta; con una tecnica pittorica ad acrilici, l’artista restituisce in modo poetico la magnificenza della natura, abbracciando tutti i suoi componenti: piante, animali e esseri umani. Le forme dipinte sembrano danzare sulla superficie della tela, risaltando su uno sfondo bianco gesso distintivo della produzione artistica di quel periodo. La scelta conferisce alle immagini una leggerezza eterea, poiché sono il risultato di un processo artistico che prevede la stratificazione progressiva di sottili velature di colore.
La quarta sala è invece dedicata all’aspetto scultoreo del lavoro di Jackson, con opere recenti come “Red Top” (2021) e “Quick Jack Slide” (2021), oltre all’inedita “Future Forest” (2023).
La mostra si conclude con le produzioni pittoriche più recenti, opere fatte da densi strati di acrilico puro, quali “Rag-to-Wobble” (2020) e “Deepest Ocean, What We Do Not Know, We Might See?” (2021), definite anche “environmental abstractions”. Quest’ultima espressione sottolinea l’approccio responsabile di Jackson, il cui percorso artistico riflette una sensibilità ambientalista e un impegno sociale.
L’accostamento di questi lavori con opere precedenti sintetizza l’intera produzione dell’artista, trasformando la pittura in un’esperienza sensoriale che va dai dipinti onirici degli anni Settanta alle sperimentazioni più recenti.
La mostra di Suzanne Jackson è la quinta edizione del progetto Furla Series, nato dalla collaborazione tra Fondazione Furla e GAM. Iniziato nel 2021, il progetto mira a promuovere progetti espositivi annuali, offrendo un incontro unico tra i maestri del passato e gli artisti contemporanei. Furla Series, avviato nel 2017, vede la Fondazione Furla impegnata in mostre in collaborazione con importanti istituzioni d’arte italiane, valorizzando il contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.
Per ulteriori informazioni, visitare www.fondazionefurla.org e www.gam-milano.com.