Forte del successo riscosso dalle ultime operazioni-revival, la casa di Bienne lancia sul mercato una nuova riedizione del suo fortunatissimo Speedmaster. In serie limitata, e quindi pronto a spiccare il volo.
Lo Speedmaster, per Omega, è ed è sempre stata una gallina dalle uova d’oro. Il modello perfetto, per storia, fascino, design. Un cronografo, complicazione in fondo tutt’altro che singolare, eppure diverso da tutti gli altri, per quell’alchimia azzeccata di segni stilistici che solo i progetti vincenti, iconici (e di conseguenza longevi), possono permettersi di vantare. Una collezione, non a caso, che giusto lo scorso anno ha celebrato con merito i suoi primi 60 anni di attività, e attorno alla quale si è sviluppata nel tempo una delle più capillari e appassionate community del mondo dell’orologeria. Fatta di appassionati e collezionisti seriali pronti a lanciarsi senza indugio su ogni nuova referenza messa in vetrina così come a contendersi i più rari e ricercati modelli d’epoca.
Uno degli indicatori più affidabili per stabilire l’importanza e il peso collezionistico di un modello? Il mondo delle aste naturalmente. In cui lo Speedmaster di Omega, da qualche anno, è divenuto uno degli orologi più contesi. In ogni sua referenza.
Lo Speedmaster di Omega è uno dei modelli più ricercati sul mercato. E questo è un dato di fatto.
Ma se in aggiunta a questa evidenza diamo il giusto peso a due fenomeni contemporanei e “certificati” del mercato orologiero come la dilagante passione per il vintage e l’irresistibile attrazione esercitata dalle serie limitate, allora ecco che la brillante strategia commerciale messa in atto di recente da Omega emerge in tutta la sua lungimiranza. Perché di tanto in tanto la casa di Bienne ha infatti preso l’abitudine di scavare nei suoi immensi archivi alla ricerca di pezzi cult, da riproporre leggermente riveduti e corretti in occasione di anniversari ma non solo. Referenze, il più delle volte, centellinate a livello numerico. Come è successo per esempio lo scorso anno con l’esemplare parte della collezione Trilogy o dello Speedy Tuesday. E come proprio Omega è tornata a fare ora con lo Speedmaster CK2998.
Una referenza duplicata in 2.998 esemplari. Un numero che, sebbene possa sembrare elevato, finirà inevitabilmente per dimostrarsi esiguo a fronte delle richieste di mercato (valga l’esempio proprio dello Speedy Tuesday, i cui 2.012 esemplari lo scorso anno sono andati esauriti online in poco più di 4 ore…). Esattamente ciò che si aspettano in Omega, facendo affidamento sul principio che tutto ciò che è raro, immediatamente diventa ricercatissimo e di conseguenza prezioso. E lo Speedmaster CK2998, c’è da scommetterci, non tradirà le attese. Se è vero che il suo alter ego dell’epoca, datato 1959, è diventato uno dei modelli più ricercati. Cruciale, nella storia di Omega e dello Speedmaster. Perché nato quando ancora la casa guardava con primario interesse alle corse automobilistiche, e ritrovatosi poi un po’ a sorpresa nello spazio (il primo di sempre), al polso di Walter Wally Schirra.
Il CK 2998, seconda generazione dello Speedmaster, è stato il primo Omega ad andare nello spazio. Acquistato privatamente da Wally Schirra e da lui indossato il 3 ottobre 1962 nel volo orbitale compiuto dalla capsula Sigma 7 all’interno del programma Mercury-Atlas 8.
Oggi Omega si è ispirata a quel modello leggendario (il cui test sul campo ha contribuito a convincere la NASA delle performance dello Speedmaster dichiarato ufficialmente circa tre anni dopo Flight Qualified for all Manned Space Missions) per una rivisitazione d’eccezione. Quella del nuovo CK2998, contraddistinto da tre piccoli contatori neri, quadrante argentato e sabbiato, lancette Alpha (proprio come il modello del 1959), un cinturino in stile racing – coerente con lo spirito dello Speedmaster dell’epoca – ma anche da una scala pulsometrica incisa sulla lunetta in ceramica lucida nera. Ai tempi su Base 15, ora su Base 30, ma decisamente ricercata in quanto optional alla fine degli Anni 50, proprio come quella telemetrica o decimale.
Le lancette del nuovo CK2998 si avvalgono del Super-LumiNova. Non era così nel 1959 quando ad assicurare la luminosità era il radio. Sostituito dal trizio a partire dal 1962 e, appunto, dal Super-lumiNova dal 1997.
Particolare attenzione è stata anche posta nella scelta del calibro, ricaduta sul 1861 esattamente come per le già citate referenze del 60esimo anniversario e Speedy Tuesday. Un movimento storico introdotto da Omega nel 1997 ma diretto discendente di quello del Moonwatch. Un carica manuale longevo e affidabile anch’esso parte della storia al pari dello stesso Speedmaster.
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