La pop art americana sotto i riflettori per una mostra imperdibile. Fino al 26 marzo 2023, Andy Warhol. La pubblicità della forma occuperà le sale della Fabbrica del Vapore di Milano con oltre trecento opere. Un tuffo indietro nel tempo, alla scoperta dell’illustratore più noto degli anni Cinquanta.
Un viaggio negli anni Cinquanta
Andy Warhol. La pubblicità della forma, promossa e prodotta da Comune di Milano–Cultura e Navigare, curata da Achille Bonito Oliva con Edoardo Falcioni per Art Motors ci accompagna in un viaggio nell’universo artistico e personale di uno degli artisti più innovatori che ha cambiato la storia dell’arte mondiale. Il segno grafico e distintivo di Warhol incontra ancora oggi il favore del pubblico dimostrando la sua attualità e capacità di trasmettere messaggi visivi immediati. Un’estetica classica che gioca con l’apparizione dell’immagine, adottando la tecnica della serializzazione. Ogni opera viene riprodotta più volte sulla tela alterandone i colori e usando immagini pubblicitarie di grandi marchi o immagini di grande impatto visivo svuotate del loro significato. L’arte deve essere consumata. Un concetto che critica la filosofia consumistica dell’epoca.

La sua genialità non fu subito compresa da tutti.
Le sue opere vennero infatti viste come un oltraggio all’Espressionismo Astratto, movimento artistico allora dominante negli USA. Fu solo nel 1964 che Leo Castelli, celebre gallerista, comprese il grande valore artistico di Warhol e il messaggio di critica sociale rivolta alla cultura americana dell’epoca. Con l’ideazione delle Brillo Box, ci si focalizza su un interrogativo importante: Che cos’è l’arte? Da quell’epoca in avanti nasce la celebre The Factory, originariamente al 231 East 47th Street, dove innumerevoli assistenti creano a ritmo frenetico le sue opere in serie: quadri, film, cover musicali, sculture, copertine di riviste e molto altro. E dove Warhol accoglie attori, musicisti, scrittori, tutto il mondo creativo newyorchese, creando i primi film come i The Velvet Uderground & Nico, per cui realizza anche la copertina del celebre LP. Presto una nuova generazione di artisti vede in Warhol il loro padre spirituale: Basquiat, Haring, Scharf vengono accolti nella cerchia del grande artista influenzandosi e nutrendosi reciprocamente.

Una mostra coraggiosa e innovativa
La mostra milanese documenta e ci accompagna in un avvincente percorso costellato da oggetti e simboli del consumismo di massa, dai ritratti dello star system degli anni ’60, ma anche dai ritratti degli anni ’70 dedicati alle drag queen, i travestiti, simbolo di emarginazione per eccellenza e considerati alla pari di star come Marilyn, sino agli anni ’80 in cui diviene predominante il rapporto col sacro: cattolico praticante, ne era stato in realtà pervaso per tutta la vita. Una occasione imperdibile per godere della sua arte unica, coraggiosa, innovativa e traboccante di idee.
