La cornice sarebbe piaciuta a Andy Warhol (1928-1987), protagonista di questa mostra nell’Arabia Saudita nord-occidentale, nella remota regione di AlUla. Un antico crocevia di carovane e civiltà sepolte da oblio millenario (in particolare, la mitica Hegra, Petra d’Arabia, sito Unesco) fino al loro rispolvero strategico per creare un hub culturale e soprattutto turistico, con grandi investimenti in strutture e infrastrutture, sotto l’ala della Royal Commission for AlUla. Ed eccoci quindi davanti al Maraya (specchio in arabo), auditorium e centro espositivo, progettato dallo studio italiano di architettura Giò Forma. Il più grande edificio al mondo rivestito di specchi, che riflettono il paesaggio circostante in un rispettoso annullamento. Una specie di miraggio nel deserto, molto pop.

Andy Warhol, Jackie, 1964.
@The Andy Warhol Museum, Pittsburgh: The Andy Warhol Museum, Pittsburgh; Founding Collection, Contribution The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. 1998.1.92 © 2023 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by DACS, London
All’interno, fino al 16 maggio, trova spazio la retrospettiva FAME: Andy Warhol in AlUla che, per la prima volta in Arabia Saudita, celebra l’artista americano con un’ampia selezione di opere, film e rari materiali d’archivio provenienti dalla collezione dell’Andy Warhol Museum di Pittsburg, città natale dell’artista. Campeggiano i famosi ritratti di celebrità e divi di Hollywood – ricavati da foto prese dai media e stampate su seta – che avevano affascinato l’artista sin da bambino, protagonisti dello Studio 54 e delle interviste pubblicate sulla rivista “Interview”, da lui fondata.

Andy Warhol, Autoritratto (Fright Wig), 1986.
©The Andy Warhol Museum, Pittsburgh; Founding Collection, Contribution The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. 1998.1.2900 © 2023 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by DACS, London
Sfilano nella galleria Elizabeth Taylor, Jacqueline Bouvier Kennedy Onassis, la cantautrice e attrice Debby Harry, leader della band Blondie, il leggendario pugile Cassius Clay (Muhammad Ali), Dolly Parton, ma anche il suo intrigante autoritratto del 1976, in cui sebbene sia già intorno ai 50 anni, “è ancora il ragazzo di Pittsburg, che ha già fatto una lunga strada, indossa le sue pazze parrucche e in un certo modo si nasconde. Una forma di timidezza, nonostante l’apparenza e l’intensa vita pubblica”, spiega il direttore del museo Patrick Moore.

Andy Warhol, Princess Caroline of Monaco, 1983.
©The Andy Warhol Museum, Pittsburgh; Founding Collection, Contribution The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. 1998.1.633 © 2023 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by DACS, London
Al centro dell’esposizione anche i cosiddetti “Screen Tests”, i ritratti filmati della durata di tre minuti ciascuno, in bianco e nero, realizzati in studio (noto come The Factory), in cui compaiono centinaia di amici e personaggi dell’avanguardia newyorkese degli anni tra il 1964 e il 1966, cui veniva chiesto di sedere in silenzio fissando l’obiettivo senza fare nulla, immortalati in un’eterna giovinezza. Alcuni di loro, consumati dalla febbre di vivere e dalla droga, sarebbero scomparsi nel fiore degli anni.

Andy Warhol, still dal ritratto filmato (Screen Test) di Edi Sedgwick, 1965.
© The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, PA, a museum of Carnegie Institute. All rights reserved.
Come Edi Sedgwick, musa di Warhol, con la sua bellezza fragile e malinconica. Le “Silver Clouds” del 1966, nuvole in un materiale plastico metallizzato e gonfiate di elio in modo da fluttuare nell’ambiente, chiudono il percorso. La retrospettiva Fame, rientra nell’Arts AlUla Festival (fino al 28 febbraio) dal tema “Living in Colour”, che vede alternarsi arte contemporanea, residenze d’artista, design e artigianato, mentre vengono gettate nello stesso tempo le basi per dedicare alla Land Art una zona di circa 65 chilometri quadrati: Wadi Alfann, letteralmente Valle delle Arti, dal 2024 ospiterà le opere site specific di cinque artisti, ai quali ne seguiranno altri negli anni a venire.