Da Parigi a Palazzo Crespi a Milano: la direttrice della sede italiana della casa d’aste francese ci racconta i vent’anni della prestigiosa maison d’oltralpe. Passato, presente e futuro di una delle realtà leader del mercato dell’arte internazionale, tra anniversari, acquisizioni e aggiudicazioni milionarie, in vista di nuovi obiettivi e orizzonti.
Mezza meneghina, mezza parigina, l’eleganza cadenzata nel sorriso e il destino scritto sugli Champs Elysées. Non poteva che dirigere la più importante casa d’aste transalpina, Artcurial, nel cuore della sua Milano Emilie Volka. Una elegante porticina color salvia incastonata in uno dei portoni di ingresso di Palazzo Crespi, in Corso Venezia, segna la soglia del suo regno. Una direzione lunga esattamente un lustro, che riverbera altri due anniversari della maison francese: i dieci anni di apertura della sede milanese e i venti complessivi di attività della sede madre, situata proprio sull’iconico viale monumentale di Parigi. Da qui, attraverso un breve salto spazio-temporale agli albori del millennio, partiamo.
Il fato abita gli Champs Elysées…
Mi ricordo bene di quando la mia nonna parigina, grande appassionata delle vendite all’incanto, mi accompagnò a visitare una nuova casa d’aste proprio sugli Champs Elysées. Era dicembre del 2002 e conobbi maître Remy Le Fur, uno dei fondatori di Artcurial. Mi ricevette in una grande sala riunioni e mi dedicò una buona mezz’ora spiegandomi che cosa fosse una casa d’aste. Uscivo dal liceo ignara di quello che mi sarebbe successo. Quindici anni dopo feci il mio colloquio proprio in quella stanza con tutti i nuovi fondatori di Artcurial. Destino?
Sembra proprio di sì. Di sicuro è una storia preziosa che spiega una peculiarità della tua casa d’aste, il rapporto col cliente.
Finito quel colloquio capì di entrare sí in una grande azienda, ma anche in una grande famiglia. Ho da subito apprezzato il valore umano, una attitudine che la gente utilizzava sia con i colleghi che con la clientela.
Per la quale ricamate “un abito” su misura.
Artcurial è come un sarto che assiste il suo cliente per la scelta del modello e dei materiali, la preparazione e il taglio del tessuto, le prove di misurazione necessarie, la cucitura e la rifinitura, con lo scopo che il cliente sia valorizzato, accompagnato e soddisfatto in toto.
Emilie Volka, direttrice di Artcurial Italia © Artcurial
Vent’anni di Artcurial: tiriamo le somme.
In questi due decenni Artcurial è cresciuta moltissimo. Abbiamo più di 25 dipartimenti e siamo leader mondiali in settori come Motorcars, Street Art, Fumetti e vendite di arredo alberghiero.
Mi ricordo del Ritz Paris nell’aprile 2018.
Quest’anno poi è stato messo all’incanto il Four Seasons Hotel George V sempre a Parigi: una vendita da “guanti bianchi” e un aggiudicato triplicato.
Top lot assoluti di questi anni?
Per gli Old Masters, il cesto di fragoline di bosco di Jean Simeon Chardin, Le panier de fraises des bois, battuto a 24,4 milioni di euro lo scorso marzo, senza dimenticare la magnetica Lucrezia di Artemisia Gentileschi venduta a 4,8 milioni; per il Moderno, il bellissimo Te Bourao (II) del 1897-8 di Paul Gauguin passato di mano a 9,6 milioni, ma anche Raccommodeuses de filets dans le dunes di van Gogh comprato a 7,1 milioni e la scultura da record di Artistide Maillol – Il fiume – battuta nel 2013 a 6 milioni; per le Automobili, la Ferrari 335 Sport Scaglietti del 1957, aggiudicata a 32,1 milioni; per i Fumetti, Lotus bleu di Hergè venduto a 3,2 milioni.
Artemisia GENTILESCHI, Lucrezia, venduta a 4,8 milioni di euro
Nuovi avamposti aperti?
Milano, Bruxelles, Monaco, Austria, Monte Carlo, Marrakesh. Queste ultime due sedi con aste in loco.
Acquisizioni?
Abbiamo acquisito il gruppo Arqana, prima casa d’aste del mondo cavalli da corsa (nel 2020 ha avuto un volume di affari per oltre 135 milioni di euro, il record appartiene a uno Yearling venduto per 2,6 milioni nel 2016) e John Taylor, agenzia immobiliare di lusso fondata nel 1864.
Come sta andando quest’anno?
Siamo a livelli record come fatturato semestrale, sui 160 milioni.
Artcurial Monte Carlo © Artcurial
Novità per i 20 anni?
Abbiamo inaugurato il dipartimento di Design brasiliano. Nella prima asta a settembre abbiamo avuto ben 4 record mondiali.
Tipo?
Un Tavolo di Zanine Caldas con quattro sedie venduti a 240 mila euro e una coppia di poltrone Reversivel di Carlo Hauner e Martin Eisler battute a 210 mila.
E questa nuovissima asta sui talenti emergenti, Generazione 21?
La presentiamo il 26 ottobre a Parigi. È una nuova specialità che comprende le scene contemporanee attuali e le sue nicchie, come l’arte urbana e l’arte contemporanea africana, riflettendo il dinamismo della scena attuale e l’entusiasmo dei collezionisti per i giovani artisti emergenti e per i principali artisti contemporanei.
Artcurial Milano © Artcurial
Torniamo in Corso Venezia, da Artcurial Italia e i suoi ormai 10 anni di attività. Come procede?
Continuiamo a esporre i lotti selezionati delle aste che vengono fatte sia a Parigi che a Monte Carlo; ospitiamo mostre (“Le cose che accadono” dal 5 ottobre e “Opalescenze”, personale di Oscar Contreras Rojas dal 14 dicembre); presentiamo conferenze sui vari dipartimenti e dedichiamo giornate di expertise dove offriamo ai nostri clienti perizie e stime.
Come quella su Hermès appena passata.
Durante la Settimana della moda abbiamo invitato collezionisti e amanti delle borse Hermès, proponendo un atelier dove le nostre clienti hanno partecipato con entusiasmo. La giornata verteva proprio sul tema: Abbiamo sviluppato un legame spesso sentimentale con la nostra borsa ma sappiamo dare un valore alla nostra borsa?
Prossimi appuntamenti a breve?
Il 10 novembre presentiamo 10 pezzi di Design italiano che passeranno all’asta a Parigi il 30 novembre. Li esporremo fino al 12 novembre qui in Corso Venezia 22.
Per chiudere, un aneddoto riguardo una tua scoperta.
Ho studiato gli arredi antichi. Il mio primo capo mi aveva insegnato di ricordarmi sempre che sopra un mobile c’è un quadro da guardare, oggetti sulla base da osservare e tesori nascosti dentro i cassetti da scovare. Non che smontassi i mobili per trovare chissà che cosa, ma spesso in questo modo ho trovato veri e propri tesori, come una parure di Ballerine firmate van Cleef – che in asta a Monte Carlo sono state battute per 250 mila euro.
E quella dell’inciampo d’autore?
Perlustravo un palazzo in piena penombra e sono inciampata inconsapevolmente su un cavalletto… di Carlo Scarpa. Venne battuto a 240 mila euro e fece il record mondiale per l’artista. Goffa ma fortunata!