L’arte è un viaggio culturale che esplora l’epoca e il contesto storico in cui si sviluppa e inscrive.
La contemporaneità quotidiana è la fonte inesauribile di ispirazione per due artisti britannici di grande rilievo internazionale: Richard Patterson e Ged Quinn.
Galleria Mucciaccia, il celebre museo d’arte contemporanea di Roma, presenta per la prima volta insieme fino al 14 luglio, le opere straordinarie di questi artisti in una mostra curata da Catherine Loewe.
Una traversata in pieno oceano, tra le onde della storia occidentale dell’arte, quel crogiolo fatto di continue conquiste artistiche. Nessun luogo, come la città eterna, è in grado di suscitare allo stesso modo il potere delle immagini e dei messaggi che questi due autori hanno contribuito a diffondere tra il pubblico del loro tempo.
Roma è il centro del mondo, dove un intricato intreccio di forme d’arte differenti, da quella pagana, a quella cattolica e secolare si sono incontrate e hanno dato vita a movimenti artistici imperativi: a partire dagli ideali eroici di Michelangelo fino ai drammi di Caravaggio.
Un’evoluzione che ha affrontato tutte le epoche affondando le sue radici in Europa e nel Mediterraneo, nella Magna Grecia e nell’Impero Romano, nel Cristianesimo e negli eventi rivoluzionari del Rinascimento, nella Riforma Protestante, nell’Illuminismo, nella Rivoluzione Industriale e nello sviluppo della democrazia liberale. Ma anche il Marxismo, Fascismo, il periodo inter bellico, la bomba atomica: un flusso senza fine in continua evoluzione che cambia nel tempo, e attraversa condizioni culturali diverse. Con queste premesse, le opere di Richard Patterson e Ged Quinn comunicano la cultura attuale generale e le arti visive.
Nati entrambi nel 1963, nel Regno Unito, facevano parte della generazione che emerse nella Londra degli anni ’80, un momento storico di disagio in cui le tendenze iconoclastiche sociali, politiche e culturali erano più ferventi e rivoluzionarie. L’era del post-Punk graffiante con i suoi temi alludenti alla decadenza urbana incarnavano l’atteggiamento anticonformista, ma anche il Nuovo Romanticismo d’evasione grazie all’interesse per le fantasie storiche, il cabaret francese e le divette di Hollywood. Il lavoro di Patterson e Quinn si radica in questo ambiente tramite interessanti processi artistici e una minuziosa ricerca di materiali, elaborando un linguaggio personale mediante l’esplorazione di infinite sfumature del mezzo pittorico.
Confini labili, contaminazione di idee raccolte e riprese da fonti di ispirazione come la letteratura, ai film, alla filosofia, alla pubblicità, alla moda, alla musica, all’architettura e all’arte.
In questo scenario costituito da valori disillusi, la consapevolezza di un’evoluzione pittorica verso la bellezza dell’arte concettuale ha saputo ritagliarsi uno spazio e acquisire il giusto significato. A fare da padrona, l’idea che abita l’opera e regala al fruitore ampi margini di elaborazione personale.
Un’operazione sottile quella di Patterson e Quinn: non ci sono dichiarazioni sfacciate o atteggiamenti ironici tipici di molti altri artisti di quella generazione. Il loro operato, al contrario, possiede una qualità lirica, poetica, proprio come un racconto fatto per immagini, la cui bellezza, a volte fastidiosa, mette in luce l’idea senza sacrificare i caratteri estetici. Rivoluzioni silenziose riviste attraverso la lente brillante e distinta di tutto l’estro creativo che li contraddistingue.
Il loro talento creativo è ammirevole: la lettura delle opere da loro firmate è a dir poco affascinante: entrambi impiegano una moltitudine di forme, idiomi linguaggi ad un primo sguardo casuali, ma in realtà frutto di un’accurata ricerca ed elaborazione.
L’arte che offusca ma chiarisce allo stesso tempo. Attraverso la creazione di parallelismi innervati da idee e riflessioni sul mondo circostante costituito da idee e speranze in cui la filosofia e l’immaginazione li pervade conducendoli verso nuovi mondi.
In copertina: Ged Quinn - Bela Forgets the Scissors, 2016