Brassaï e la sua Parigi di notte
E mentre le giornate di Milano Fashion Week scorrono, a Palazzo Reale inaugura oggi la mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi”. La retrospettiva dedicata al fotografo francese dall’animo poliedrico racconta una Ville Lumière misteriosa della quale innamorarsi e ritrovarsi.
Tour Eiffel en 1931 © Estate Brassaï Succession-Philippe Ribeyrolles
Il volto di Parigi negli scatti di Brassaï
Una Parigi in bianco e nero, notturna mostrata attraverso gli scatti di Brassaï. Le sale di Palazzo Reale, dal 23 febbraio al 2 giugno si arricchiscono di 200 stampe d’epoca oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo per far immergere i visitatori in un elogio surrealista. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale e realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession la mostra è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo.
Couple au bal des Quatre Saisons, rue de Lappe © Estate Brassaï Succession-Philippe Ribeyrolles
Amore per la città di Parigi
Il bianco e il nero si incontrano e confondono negli scatti del fotografo ungherese presentando le vie notturne di Parigi illuminate da lampioni o dalle luci di locali aperti nella notte. Mistero e intrigo, abbracci e desideri profondi. L’amore per la città francese lo porterà presto dall’Ungheria a Montparnasse, nel cuore della vita artistica del tempo, scoprendo personalità attraversate da energie culturali differenti. Ungherese di nascita – il suo vero nome è Gyula Halász, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brassó, la sua città natale -, ma parigino d’adozione, Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia del XX secolo, definito dall’amico Henry Miller “l’occhio vivo” della fotografia.
Couple avec matelot Pont de la Tour Eiffel ca.1932 © Estate Brassaï Succession-Philippe Ribeyrolles
Arte e fotografia insieme
Celebri gli scatti dedicati alla capitale e alla vita brulicante della Ville Lumière – dai quartieri operai ai monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna di un immaginario collettivo che ne identifica immediatamente il volto. In ogni scatto c’è una rappresentazione del paesaggio e delle vedute architettoniche impresse sulla pellicola nel corso delle sue passeggiate. Gli spazi interni intimi e confinati, dove la società si incontra e diverte sono sintetizzate in scatti dove il mondo si ferma da un vortice impetuoso. Tra i suoi contatti più stretti, troviamo Picasso, Dalì e Matisse, mentre dal 1924 si avvicina al fermento culturale che investe Parigi in quegli anni. Fotografo umanista, la sua rappresentazione di donne, uomini e bambini sintetizza il proprio lavoro confermando la centralità del proprio ruolo. Esplorazioni inattese e testimonianze artistiche evidenziano il legame tra Brassaï con l’arte.