Anno nuovo, aste nuove, fiere nuove. Fra tre giorni si alza il sipario sulla stagione del mercato duemilaventitré. Archiviate le vertigini stellari degli scorsi mesi, costellati da picchi (Parigi, Seul, Paul Allen, Man Ray) e schianti (NFT, criptovalute, Hong Kong), al via le danze con tre cimeli “storici”. Ma non solo. Dopo due anni di rimandi invernali al calendario fieristico, tornano alle caselle pre-pandemiche le principali manifestazioni del globo.
Dopo un 2022 superlativo con i quasi venti miliardi di fatturato collezionati dalle sole tre casa d’aste principali -Christie’s, Sotheby’s e Phillips- spazio alla perle del nuovo anno, all’incanto o in vetrina nelle prime fiere d’arte internazionali in arrivo, da New York a Bruxelles. Un tour nelle primizie di gennaio e febbraio, catapultati nelle prime mega aste del semestre che inaugurano la stagione. Si parte dalle due capitali per antonomasia del mercato, Londra e la Grande Mela (e dove, se no?) per poi tornare nel Vecchio Continente tra le storiche piazze europee, con una breve tappa anche a casa nostra, direzione Bologna per il ritorno di Artefiera (3-5 febbraio) nella parentesi invernale dopo le posticipazioni fallimentari estive causa Covid.
È notizia degli ultimissimi giorni l’annuncio di Sotheby’s degli highlights dell’asta Royal and Noble, in programma dal 6 al 18 gennaio a Londra. Come recita il titolo, la vendita presenta una collezione di oggetti e cimeli di provenienza aristocratica: mobili, ceramiche, oggetti decorativi di svariata natura e gioielli. Tra questi la Croce Attallah, ovvero uno dei preziosi preferiti da Lady Diana. Di stile fleurée, è un ciondolo creato negli anni Venti dai gioiellieri di corte Garrard. Un pezzo dalla fortissima identità, viola lucente, da 5,35 carati, caratterizzato da ametiste a taglio quadrato e accentuato da diamanti a taglio circolare. Un concentrato di bellezza, offerto con una stima di 80-120 mila sterline (destinata a crescere vertiginosamente), al quale la principessa era particolarmente legata. Ed era solita indossare negli appuntamenti di gala. L’occasione più celebre fu nell’ottobre del 1987, abbinata a un abito di Catherine Walker, per una serata di beneficenza a sostegno di Birthright, ente che tutela i diritti umani durante la gravidanza e il parto. È bene ricordare che la croce è stata indossata solo da Diana, e dopo la sua morte nel 1997 non è mai più stata vista in pubblico.

Croce Attallah (Garrard, Amethyst and diamond pendant, circa 1920). Courtesy Sotheby’s
Da una parte all’altra dell’Atlantico. Il prossimo 18 gennaio Jane Fonda contribuirà all’asta di Christie’s “Outsider and Vernacular Art” -durante la Americana Week di New York (18-20 gennaio)- con 14 opere di tre artisti afroamericani con sede nel sud degli Stati Uniti: Thornton Dial Sr., Thornton Dial Jr. e Arthur Dial (prezzi dai 3 ai 100 mila dollari). Sull’altra “sponda” di Manhattan, zona Upper East Side vista East River, Sotheby’s replica con la sua Americana Week (13-24 gennaio), a cui si somma la storica, letteralmente, Masters Week: dieci vendite serrate a York Avenue, tra cui “Barocco: capolavori della Collezione Fisch Davidson” e “Capolavori olandesi della Collezione Theiline Scheumann”. Top lot attesissimo della “Master Paintings Part I” (26 gennaio) è un superbo ritratto del Bronzino. Portrait of a Man with a Quill and Sheet of Paper del maestro fiorentino torna sul mercato dopo ottanta lunghi anni con una valutazione di 3-5 milioni di dollari. Il dipinto: su uno sfondo verde, forse una tappezzeria, si staglia la figura di un uomo vestito con un abito scuro. Indossa un cappello, leggermente inclinato su un lato. Lo sguardo è vagamente assorto, perso in pensieri criptici. In una mano regge la penna, mentre con l’altra indica con un dito ciò che ha appena scritto sul foglio. Una tela che continua a fare discutere: se oramai gli esperti concordano nell’attribuire la sua esecuzione al Bronzino (sotto l’influenza del suo vate Pontormo) rimane ancora da stabilire chi sia il soggetto. Forse, addirittura, potrebbe trattarsi di un autoritratto.

Agnolo di Cosimo (called Bronzino), Portrait of a young man with a quill and a sheet of paper, possibly a self-portrait of the artist. Courtesy Sotheby’s
Appena il giorno seguente, 27 gennaio, è in programma l’asta cross-category “The One”: un incanto che celebra venti conquiste umane nella storia, dall’Antico Egitto ai giorni nostri. Uno dei punti salienti dell’evento sarà la maglia indossata nelle finali NBA 2013 da LeBron James stimata 3-5 milioni di dollari, un cimelio che rappresenta l’apice della carriera di un atleta – per inciso, sempre Sotheby’s lo scorso settembre ha venduto la maglia dei Chicago Bulls indossata da Michael Jordan nelle finali NBA del 1998 a 10,1 milioni di dollari. Finita la “Americana hangover”, si alza il sipario sulla prima fiera d’arte internazionale della stagione. Nel cuore d’Europa, a Bruxelles, dal 29 gennaio al 5 febbraio torna BRAFA, un viaggio lungo cinquemila anni di storia dell’arte attraverso venti specialità: dall’archeologia al design, passando per l’arte orientale, la scultura, i fumetti, libri rari, gioielli e fotografia. Saranno 130 le gallerie d’arte provenienti da 15 Paesi in tutto il mondo. Peculiarità di casa: la vocazione “etnica” della fiera. Tra gli stand tanta arte africana, una delle specializzazioni del mercato belga. Ospite d’onore per questa edizione sua maestà l’Art Nouveau.

LeBron James 2013, NBA Finals Miami Heat Game Worn Jersey | Game 7 | Championship Clinching Game. Courtesy Sotheby’s
Meno di due ore di treno, direzione Parigi. Artcurial si fa in due: il 3 febbraio è il turno del Salon Rétromobile. Top lot una Ferrari 250 LM del 1964, a detta degli esperti del dipartimento “il perfetto connubio tra estetica ed efficienza prestazionale”. Gli stessi che assicurano come il veicolo sia “la più rara ed esclusiva di una 250 GTO: il 10° esemplare (di 32) a lasciare la fabbrica di Maranello”. Ça va. Di sicuro questo modello rappresenta una vera e propria leggenda nella storia del Motorsport internazionale, visto che questa Ferrari ha vinto per l’ultima volta la 24 Ore di Le Mans nel 1965 con Masten Gregory e Jochen Rindt. Sempre sugli Champs Elysées, sempre Artcurial: la settimana successiva, il 10 febbraio, si terrà “Il mondo di Hergé, il creatore di Tintin”. Pezzo forte sarà il disegno originale per la copertina a tutta pagina dell’edizione del 1942 dell’album Tintin in America, stimato tra i 2,2 e i 3,2 milioni di euro. Quello tra Hergé e la maison parigina è un rapporto duraturo e fecondo. Nel gennaio del 2021 Artcurial ha venduto la cover di apertura per l’album Le Lotus bleu di Hergé (la quinta avventura di Tintin) per 3,2 milioni di euro, il prezzo più alto mai pagato in asta per un fumetto. Chiudiamo la nostra carrellata con una sfilata di fiere a regola d’arte come chiosa essenziale, e puntuale, della nostra “alba”. In successione: Art Genève, Ginevra (19-22 gennaio); Zona Maco, Città del Messico (8-12 febbraio); 1:54 Marrakech (9-12 febbraio); Frieze Los Angeles (16-19 febbraio); Cape Town Art Fair (17-19 febbraio); Arco Madrid (22-26 febbraio). Via alle danze, destinazione primavera.
