Allacciate le cinture, l’avventura sta per cominciare. Fino a dove si è spinto l’uomo nel corso del Novecento? E dove riuscirà ad approdare domani? Esplorare, viaggiare, spostarsi è uno dei desideri più ancestrali dell’uomo, e la mostra “Capitani Coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906-1990)” lo racconta.
Nelle sale di Mudec di Milano fino al 10 febbraio 2019, vengono celebrate le avventure del Novecento Italiano. Un’analisi che va oltre i confini dell’esplorazione umana: dalle vette più alte mai raggiunte prima, agli abissi più profondi rimasti inesplorati. I confini geografici e i limiti territoriali sono al centro di questa narrazione avvincente.
Le sfide più estreme dell’esplorazione avvenuta da parte di professionisti e scienziati, le conquiste più difficilmente raggiungibili, fanno tutte parte della mostra. Attraverso fotografie, filmati e cimeli di famose spedizioni, il pubblico potrà capire e analizzare come sia cambiato il concetto di ‘esplorazione’ nell’ultimo secolo, con un particolare focus sulle conquiste avvenute e su quello che sarà il futuro dell’esplorazione e dello studio della geografia attuale.
Le cinque sezioni della mostra Capitani Coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906-1990) ripercorrono proprio le imprese degli esploratori.
La prima sezione intitolata I “nostri” esploratori, ripercorre le esplorazioni che contribuirono ad accrescere le raccolte del Museo delle Culture, come ad esempio la famosa spedizione intorno al globo capitanata da Alessandro Malaspina alla ricerca del passaggio a Nord Ovest e durante la quale il giovane Fabio Ala Ponzone raccolse un copricapo Nuu-chah-nulth (Nootka) sulle sponde nord occidentali del Pacifico per documentare l’avvenimento.
La seconda, Misurare e Rappresentare, racconta come attraverso le carte prodotte nel corso del tempo, si stia cercato di mappare il nostro pianeta. L’evoluzione della carta geografica di questi ultimi anni, usufruibile non solo dai professionisti, ma da tutti, basti pensare all’uso massiccio che facciamo di Google Maps, offre uno spaccato di questo nuovo modo di raffigurare e usufruire lo spazio circostante: con un click, la libertà di movimento è a portata di mano.
La terza sezione è dedicata all’Aria, tra vette, cieli e cosmo. La conquista italiana del K2, documentata da fotografie originali e inedite di questa spedizione, la traversata delle Alpi in pallone di Celestino Usuelli avvenuta nel 1906, l’illusiva e rivoluzionaria descrizione di Marte data da Schiaparelli divenuto famoso al grande pubblico alla fine dell’Ottocento per aver osservato dei “canali” su Marte, che diedero adito ad ipotesi sulla presenza di vita su Marte, in parte smentite già dai suoi contemporanei. Sfide vinte in passato, che aprono orizzonti ancora da raggiungere.
Le grotte e il sottosuolo sono i soggetti della quarta sezione. La storia dell’esplorazione del cuore della terra è narrata in questa parte della mostra. Le prime spedizioni e avventure avvenute tutte con lo stesso spirito con cui le vette venivano scalate.
Infine la grande installazione Geografie del futuro: scienza, arte e visioni ci parla della percezione dello spazio oggi e di come sarà domani. Dei quesiti che ci poniamo e di quale sarà il futuro per la Geografia. Nella sezione conclusiva della mostra si proverà a formulare una serie di ipotesi su scenari prossimi che coinvolgeranno il concetto di geografia.