Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro è la mostra allestita a Palazzo Pitti nelle sale dell’Andito degli Angiolini. Curata da Roberto Capucci in persona sarà aperta fino al 14 febbraio 2018.
72 opere su carta di grande formato per raccontare un mondo inedito: il teatro.
Un universo che si discosta dalla moda, che lo ha reso famoso nel secolo scorso, configurandogli il titolo di couturier d’Alta Moda. Così Roberto Capucci, tra disegni coloratissimi, ci presenta un viaggio utopico nel mondo del teatro, costituito da una segreta armonia e tacita complicità.
Una strada inusuale rispetto alla sua lunga attività dedicata all’universo femminile. L’esposizione racchiude una suite di disegni e illustrazioni che mettono in rilievo un inaspettato e sorprendente repertorio di costumi maschili per il teatro dove, sin dagli anni Novanta ha dato libero sfogo a un’inesausta fantasia d’artista affrancato dalle mode e dalle ribalte internazionali di tutti i tempi.

Un insieme di “follie” – come lo stesso Capucci afferma – e che non a caso ha scelto di presentare a Firenze, la città che più di tutte è aperta al dialogo tra passato e futuro, e che racchiude le bellezze dell’arte e l’estrosità della moda.
“I punti focali di ogni figura – ha scritto Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, nel suo testo in catalogo – sono soprattutto la testa e i fianchi, dove si concentra il colore, da dove partono sbuffi e girandole, nastri e piume, elmi e carapaci imprevedibili per l’osservatore, ma certo non per l’autore, che nella precisione e nella qualità calligrafica del segno sembra tradurre sulla carta un progetto quasi ingegneristico, comunque già perfettamente sviluppato nella mente e senza ripensamenti. La creatività si unisce al rigore della materia: un Capucci dionisiaco, sì, ma con ferrea disciplina”.
Il titolo della mostra, Capucci Dionisiaco, è suggerito dal carattere misterioso e ambiguo che connota i costumi maschili presentati.
Una galleria di figure multiformi e dalle molte metamorfosi che appaiono trasfigurare il mito di Dioniso – divinità non solo del vino ma anche del teatro e della rappresentazione scenica accompagnata dalla musica – e il carattere ineffabile e disinibito del suo camaleontico corteo.
Il tratto figurativo di Roberto Capucci offre qui lo spunto per riconoscere alcune sue peculiarità stilistiche: la sapienza grafica e la sensibilità negli accostamenti cromatici, l’esattezza geometrica ai limiti dell’utopia pur obbediente alle regole matematiche de la Divina proportione nell’ideare costumi che ricordano la spettacolarità di una festa rinascimentale. Scriveva a questo proposito Kirsten Aschengreen Piacenti nel catalogo della mostra ospitata a Palazzo Strozzi nel 1990, Roberto Capucci. L’arte della moda: volume, colore, metodo: “Roberto Capucci è la conferma del detto di William Morris: C’è un artista in ogni artigiano e un artigiano in ogni artista”.
Leggi qui un approfondimento su Roberto Capucci.