Fino al 3 ottobre 2021, il Museo del Paesaggio di Verbania ospiterà la mostra su Carlo Carrà e Arturo Martini. Un viaggio nell’opera artistica di due grandi artisti del Novecento italiano, che hanno affermato il proprio linguaggio pittorico e scultoreo nel corso della loro carriera
Oltre 90 opere, per lo più di grafica, esposte nelle sale del Museo del Paesaggio di Verbania. Un racconto visuale dello stile artistico di due grandi artisti che hanno segnato il Novecento: Carlo Carrà e Arturo Martini. Curata da Elena Pontiggia e di Federica Rabai, direttore artistico e conservatore del Museo, la mostra Carrà e Martini. Mito, visione e invenzione evidenzia alcune stampe più significative accomunate dalla ricerca della dimensione del mito.
La vasta opera grafica di Carlo Carrà
Cinquanta acqueforti e litografie a colori vanno a costituire le opere di Carlo Carrà. Incantevoli paesaggi realizzati nei primi anni venti evidenziano un realismo mitico: episodi della mitologia greca o romana nati da una sensazione visiva atemporale. Dopo un periodo dedicato all’incisione, negli anni ’40 Carrà torna a dedicarsi alla grafica attraverso immagini visionarie. Sullo sfondo della guerra mondiale, rappresenta angeli, demoni, creature mitologiche e figure realistiche, segni di morte ma anche di speranza. Fin dagli inizi, inoltre, Carrà avvia grazie all’incisione una reinterpretazione con acqueforti e litografie i suoi principali capolavori. L’incisione diventa così per l’artista un momento di verifica, ma anche uno struggente album dei ricordi, tutto da ripercorrere.

Carlo Carrà La casa dell’amore o Attesa 1924
Un linguaggio nuovo per Arturo Martini: la pittura
La pittura, linguaggio nuovo per Arturo Martini, diventa alla fine degli anni trenta pittore, il cuore della sua carriera, trasformando un linguaggio per lui fino ad allora quasi nuovo, di cui deve assimilare pazientemente la tecnica, in tecnica. Da un percorso articolato e in salita, che conosce imperfezioni, incertezze, fallimenti a vincitore del gran premio alla Quadriennale.

Arturo Martini Viaggio d’Europa – La profezia di Clori 1942
Un groviglio di opere volte alla sperimentazione
In mostra troviamo esposte circa quaranta opere comprese tra il 1921 e il 1945 che coprono tutta la carriera dell’artista. Da uno dei primi lavori a matita su carta, Il Circo al gruppo di incisioni per l’Odissea di Leone Traverso. Un linguaggio artistico versatile e guidato dalla fantasia, volta ad affermare la grafica martiniana: quadri, disegni preparatori e incisioni. Un groviglio di opere accomunate dalla volontà di sperimentare materiali e linguaggi poveri per una pura suggestione timbrica. Tra le altre opere, troviamo inoltre esposte dieci sculture e tre tele, pezzi unici dal grande valore artistico e storico.
Mito e mistero. Un connubio importante per artisti che acquistano una dimensione mitica.