Palazzo Reale di Milano spalanca le sue porte a Claude Monet esponente centrale dell’Impressionismo, corrente artistica parigina, che caratterizzò fortemente la seconda metà dell’Ottocento. Fino al 30 gennaio 2022 sarà possibile ammirare da vicino le tele del maestro e lasciarsi incantare ancora una volta dalla sua pittura.
Un viaggio nel cuore artistico di Monet
Palazzo Reale accoglie, fino al 30 gennaio 2022, oltre 50 opere provenienti dal Musée Marmottan di Parigi inaugurando una nuova stagione di grandi mostre. Un viaggio nel cuore artistico di Monet, artista che ha influenzato il suo tempo e definito il futuro dell’arte. Un percorso espositivo profondo, alternato dalle opere più note del Maestro e da fotografie d’epoca, in grado di restituire al pubblico un excursus completo sull’artista sul tema della riflessione della luce.

Claude Monet (1840-1926) Ninfee, 1916-1919 circa Olio su tela, 130×152 cm Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux-arts, Paris
Monet, un sociologo del suo tempo
Claude Monet era solito dipingere all’aperto, osservando i passanti e i paesaggi che lo circondavano. Pennellati veloci, ritmate, danno un senso di movimento vitale. Il suo tratto inconfondibile si focalizza su un dettaglio, che occupa il centro della tela, per poi allargare il campo visivo e dipingere tutti i minimi dettagli paesaggistici circostanti. La modernità di Monet, nelle sue opere, risiede nei soggetti scelti: treni, ponti affollati, ville, camini fumanti, fabbriche. Soggetti nuovi, che raccontavano un’epoca differente rispetto alla precedente. In mostra, troviamo dipinti che illustrano questa sua modernità, come: Il ponte di Charing Cross, Passeggiata vino ad Argenteuil, La spiaggia di Trouville e infine le famosissime Ninfee.

Claude Monet (1840 -1926) Il ponte ferroviario di Argenteuil, 1874 Olio su tela, 14×23 cm Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5037 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux -arts, Paris
Le ninfee. Ossessione di Monet
Per Monet le ninfee costituivano una vera e propria ossessione, un diario quotidiano, che illustrava giorno dopo giorno lo scandire del tempo. Questi fiori acquatici galleggianti e profumatissimi, costituivano per lui il soggetto prediletto in tarda età, quando si trasferisce a Giverny. Ogni tela racchiude un fiore del suo giardino pronto a posare dinnanzi allo sguardo all’osservatore in tutta la sua bellezza. Con il passare del tempo la sua vista peggiora sempre di più rendendo il Maestro quasi cieco. Questo effetto influenza la sua pittura sempre più astratta e complicata. Luci, spazio, cielo e ombre. La magia incompiuta, imperfetta, che ancora una volta rappresenta una fotografia della realtà. Iris, ninfee e le Rose, l’ultimo dipinto in mostra, che saluta il visitatore con un inchino. Un dipinto dalle pennellate rapide: macchie di colore, verde e rosa, si stagliano su un cielo azzurro. I colori si abbracciano tra loro per restituire un’immagine poetica di questo cespuglio fiorito. Incanto di pura magia.

Claude Monet (1840 -1926) Lo stagno delle ninfee, 1917 -1919 circa Olio su tela, 130×120 cm Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5165 © Musée Marmottan Monet, Académie des beaux -arts, Paris
La mostra Monet a Palazzo Reale a Milano, curata da Marianne Mathieu costituisce un vero e proprio excursus temporale nella vita intima e profonda dell’artista, che attraverso la sua arte ci racconta le sue più grandi emozioni, senza farci mai dimenticare la preziosità dell’arte di questo grande Maestro.
