Jolanda Cristina Gigliotti, alias Dalida.
La celebre cantante e attrice franco – italiana, dopo essersi conquistata un posto nel mondo negli anni ‘50, diventa l’icona di stile che tutti conosciamo.
I capi più significativi della sua collezione ci vengono lasciati in eredità, divenendo oggetto della mostra Dalida, une garde-robe de la ville à la scène esposti nelle sale di Palais Galliera di Parigi, fino al 13 agosto 2017.
Il guardaroba di una donna, luogo intimo e privato, è sede di custodia dei segreti più profondi. Come reliquie preziose, gli abiti raccontano momenti vissuti e segnano un cammino chiamato vita.
Dalida, star degli anni ’50, ne diventa il simbolo grazie ai suoi successi e alle drammatiche vicende sentimentali che hanno costellato la sua esistenza. Nata e cresciuta al Cairo da genitori italiani, fin da giovanissima viene notata per la sua bellezza tale da conquistarsi il titolo di Miss Egitto 1954 e aprirsi la strada nel mondo dello spettacolo. All’età di 21 anni si trasferisce a Parigi con un bagaglio pieno di sogni e speranze.
Dopo aver cambiato nome debutta nel mondo della musica conquistando uomini e donne negli anni ’60 e ’70.
Grande amante della moda, si circonda di capi che testimoniano la sua evoluzione artistica attraverso abiti di scena, haute couture e prêt-à-porter.
Sempre attenta alle tendenze, non ha mai avuto paura di osare e questa biografia composta da tessuti, paillettes e ricami ne costituisce l’esempio.

La collezione, composta, da oltre 200 abiti e accessori, le cui silhouettes sono come ombre colorate che portano ancora il profumo di Dalida, rappresenta un insieme ricco ed emblematico di una cantante amata dal suo pubblico. Nessun’altra città al di fuori di Parigi avrebbe potuto essere cornice più perfetta per celebrare al meglio il profilo dell’artista.
Il percorso espositivo della mostra va dal 1956 al 1987 e si sviluppa in quattro sale del Palais Galliera.
Il suo guardaroba ricco e stravagante si apre con un abito in velluto rosso scarlatto creato da Jean Dessès per la prima apparizione nel recital “Bambino” del 1958 nel famoso music hall Bobino di Parigi. Scollatura a cuore e gonna svasata; questa creazione racchiude tutta l’allure hollywoodiana dell’epoca che rimanda alle dive d’oltreoceano.
Nella Gallery:
1 – Jean Dessès
2 – Balmain
3 – Michel Fresnay – Mine Barral Vergez
I nomi dei più grandi couturier sono qui presenti per raccontare i diversi volti dell’icona.
Dalle linee essenziali di smoking, tailleur, trench coat firmati Saint Laurent all’abito bianco avorio di Pierre Balmain del 1973, un tripudio di ricami, perle e strass fa risplendere tutta la sua bellezza. E ancora, dalla donna dal gusto hippy ai prendisole firmati Carven e Jacques Esterel.

La moda cambia e lei con essa. Nell’ultimo decennio della sua vita, Dalida prende coscienza di sé stessa e abbandona i couturier per abbracciare i grandi costumisti come Michel Fresnay e Mine Barral Vergez.
Dopo aver tentato il suicidio nel 1967, cambia look e colore di capelli divenendo icona pop e attrice di fama internazionale. Paillettes e lustrini illuminano ed evidenziano il corpo, i body impreziositi facilitano i movimenti nelle coreografie, mentre cappe maestose ornate da frange e piume di struzzo mettono in risalto la sinuosità delle linee.
