Dan Holdsworth è un fotografo britannico, che per Audemars Piguet ha realizzato dal 2011 a oggi diverse serie di scatti fotografici con protagonista la Vallée de Joux, la valle del Giura Svizzero dove l’azienda ha sede da quando è stata fondata nel 1875.
Dan Holdsworth
Dan Holdsworth, grazie alla collaborazione con il marchio svizzero di alta orologeria, è riuscito a immortalare questa splendida zona della Svizzera, soprannominata anche come la Piccola Siberia, per le sue terre remote e il clima rigido, in una maniera incantevole, che conquista al primo sguardo.
La Vallée de Joux in inverno
Dan Holdsworth ha studiato a lungo questi paesaggi, per “presentare l’impresentabile”, sfruttando tecnologie innovative, esplorando quello che va oltre il normale sguardo umano e che potrebbe risultare invisibile a occhio nudo.
Gli scatti sono frutto di settimane di lavoro sul campo, in collaborazione anche con un geologo ricercatore, per poter cogliere ogni minimo dettaglio che potesse rappresentare questa bellissima valle svizzera.
La Vallée de Joux
Nella serie La Vallée de Joux, 2011-2013, l’artista inglese ha ritratto la valle nelle ore più calme, mostrandoci le sue foreste secolari e le sue caratteristiche principali immerse in una sottile nebbia, seguendo lo scorrere del tempo attraverso i cambiamenti del paesaggio.
La Vallée de Joux nella nebbia
Nella nuova serie, dal titolo Continuous Topography, Dan Holdsworth indaga con il suo obbiettivo le formazioni geologiche delle montagne del Giura, che non hanno eguali al mondo: proprio al suo nome si deve l’origine del termine Giurassico. Grazie all’uso del digital mapping, l’artista è riuscito a mettere in comunicazione l’aspetto geologico e virtuale.
La Vallée de Joux nella serie Continuous Topography
La nuova serie riflette sulla presenza dell’uomo nella linea del tempo, invitandoci al tempo stesso a considerare una scala temporale più ampia rispetto a quella che siamo abituati a immaginare noi.
La Vallée de Joux nella serie Continuous Topography
Le opere di Dan Holdsworth sono esposte nei più importanti musei del mondo, come il Centre Pompidou di Parigi, il Museo di Arte Moderna di Vienna, il Victoria and Albert Museum di Londra, la Tate Gallery.
Inoltre, dal 27 marzo al primo aprile 2017 le sue opere per Audemars Piguet, insieme a quelle di altri artisti che hanno lavorato per l’azienda, sono state protagoniste di un’installazione temporary a Milano, in via Monte Napoleone, dal titolo The Art Projects.
The Art Projects
Abbiamo incontrato Dan Holdsworth, per capire come è nata la sua passione per la fotografia:
“Penso di essermi avvicinato alla fotografia per merito del lavoro di mio padre: era uno scienziato. Viaggiava molto per lavoro, circa 8 mesi l’anno: e dai luoghi che visitava mi mandava moltissime cartoline. Amava la fotografia e, quando tornava a casa, mi mostrava gli scatti che aveva realizzato in giro per il mondo: probabilmente oggi sarebbe stato un ottimo Instagrammer”.
Dan Holdsworth
Quando sei diventato un fotografo, a che età?
“Da bambino, mia madre, che era un’insegnante di arte, mi portava spesso alle mostre e nelle gallerie londinesi. Quando avevo 12-13 anni, mi appassionai molto al bird watching: io e mio padre andavamo in campagna, per ammirare la natura. La mia passione per la fotografia è cominciata così. Ho iniziato a fare fotografie ai paesaggi che incontravo“.
La Vallée de Joux
La natura è sempre protagonista nei tuoi lavori. Cosa hai pensato la prima volta che hai visto la Vallée de Joux?
“La prima volta che l’ho vista era il mese di ottobre: avevo noleggiato una macchina a Ginevra in una mattina di sole e cielo azzurro. Mentre guidavo per arrivare in cima, non sapevo cosa aspettarmi… lassù tutto era diverso. Gelato, ghiacciato, intenso e incontaminato. Insieme ad Audemars Piguet, lavoro a questo progetto da sei anni. Riflettendo, l’uomo è da sempre affascinato dalla natura: le pitture rupestri delle caverne ci svelano quanto l’essere umano cercasse con essa un legame ed un contatto. Bisogna lasciarsi andare alla percezione della natura e della sua ancestrale bellezza. È importante salvaguardarla e tutelarla, per questo collaboro con alcuni geologi da circa sei anni, per poterla comprendere ed esplorare in tutte le sue forme“.