Dal 28 ottobre 2021 al 27 febbraio Fondazione Prada Milano presenta la mostra “Domenico Gnoli”. Oltre 100 opere, per una retrospettiva dedicata a una delle figure di artisti difficilmente assimilabili alle principali correnti artistiche che hanno caratterizzato la seconda metà del Novecento.
Domenico Gnoli. Un artista libero da etichette
Un viaggio nella pratica di Gnoli, identificabile come un discorso unitario e libero da etichette. Molteplici le connessioni con la scena culturale internazionale del suo tempo, mentre una serie di rimandi e risonanze con la scena visiva contemporanea caratterizzano il suo lavoro. In mostra, concepita da Germano Celant, più di 100 opere realizzate dall’artista dal 1949 al 1969 organizzate in ordine cronologico, che documentano con materiali storici, fotografie e altre testimonianze il percorso biografico e artistico di Domenico Gnoli. Un lavoro sviluppato in collaborazione con gli archivi dell’artista a Roma e Maiorca, custodi della storia personale e professionale dell’artista.

Fondazione Prada, Domenico Gnoli
Un’arte in grado di capovolgere l’ordine dei valori
La carriera di Gnoli comincia da una parte con il suo lavoro di scenografo, disegnatore di costumi e illustratore, dall’altra grazie alla sua opera pittorica. Sul finire degli anni Cinquanta vive tra Roma e New York, dove espone in diverse gallerie e lavora come illustratore per riviste e pubblicazioni. Presto, dopo aver frequentato anche Parigi e Londra si stabilisce poi a Maiorca. Nel 1964, anno della consacrazione internazionale di Robert Rauschenberg, Leone d’oro alla Biennale di Venezia, Gnoli compie un passo importante verso la pittura analitica. Diverse le correnti da lui incrociate: minimalismo, iperrealismo e Pop Art. Diversamente però dagli artisti pop che volgarizzano gli oggetti, l’arte di Gnoli li illustra e nobilita. Un lavoro fortemente contaminato e influenzato anche da grandi artisti contemporanei come Bacon, Balthus, Dalí, Magritte, Shahn e Sutherland. Una realtà impersonale, lontana dalla tradizione in grado di capovolgere l’ordine dei valori.

Fondazione Prada, Domenico Gnoli 1963 – photo Mimi Gnoli
Pittura materica dal taglio fotografico
Questa pittura precisa e materica che valorizza le superfici, i colori e i materiali propri di elementi organici e inanimati è caratterizzata anche da un rigoroso taglio fotografico. Un approccio documentario che “mette sullo stesso piano tutte le cose, naturali e artificiali, esprimendo una volontà egualitaria: la rivincita degli elementi insignificanti e squalificati dalla classifica dei valori. L’apparizione improvvisa sulla tela di elementi apparentemente incongrui rappresenta uno stimolo visivo e mentale per l’osservatore. È un invito a completare queste immagini collocate al centro di un teatro sensuale e carnale dove si attua il continuo scambio tra le cose e i corpi.

Fondazione Prada, Domenico Gnoli
Ambienti museali per prospettive lineari
L’allestimento progettato per i due piani del Podium di Fondazione Prada evoca la disposizione e le caratteristiche di ambienti museali novecenteschi. Nuclei monografici delle opere dell’artista sono infatti raggruppate in serie tematiche, grazie alle quali è possibile riconoscere come ogni opera abbia generato altri suoi lavori in una coerente direzione espressiva. I dettagli carichi di significato dipinti da Gnoli, suggeriscono nella mostra, enigmatiche biografie degli oggetti rappresentati e testimoniano la convinzione dell’artista nel perseguire la propria ricerca in una radicale rilettura della rappresentazione classica.
