Palazzo Reale di Milano spalanca le porte per riaccogliere, in tutta sicurezza, i suoi visitatori. Da martedì 9 febbraio, sarà possibile tornare al museo per visitare le mostre in programma, tra cui “Divine e avanguardie. Le donne nell’arte russa”, che fino al 5 aprile 2021 sarà ospitata nelle sue sale. Un tuffo nel cuore della Russia, con quasi cento pezzi esposti per la prima volta in Italia, provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo.
Zinaida Serebrjakova, Autoritratto, 1911© State Russian Museum, St. Petersburg – Siae 2020
Donna e arte. Connubio imprescindibile
Una mostra dedicata agli artisti, che hanno segnato e caratterizzato l’arte Russa, raccontando attraverso le proprie opere, un Paese poco conosciuto. A dare il benvenuto al visitatore, l’epigrafe di Lev Tolstoj che recita “Le donne sono la vite su cui gira tutto”. Una metafora che ci fa capire il ruolo della figura femminile nel corso del tempo: da musa ispiratrice a icona protagonista e creatrice di capolavori assoluti della storia dell’arte.
Una mostra per raccontare la figura delle donne
La mostra, curata dal Direttore Scientifico del Museo Russo Evgenija Petrova e Joseph Kiblitksy, regala una panoramica sulla figura delle donne in questo Paese. Dal loro contributo nell’arte, al ruolo che occupano nella società per le tematiche di emancipazione e riconoscimento dei diritti. I 90 capolavori, realizzati con tecniche differenti per rappresentare l’evoluzione culturale e sociale, si distribuiscono in 8 sezioni e due grandi capitoli.
Kuzmá Petrov-Vodkin, Ritratto della poetessa Anna Akhmatova, 1922, © State Russian Museum, St. Petersburg
Esplorazione etnografica realista
Sante e madonne, imperatrici, contadine e operaie, intellettuali e madri. Un quadro completo ci mostra abiti, gioielli, costumi e tradizioni. Un’esplorazione etnografica, che mette in luce sia dettagli realistici come gli abiti tradizionali, sia gli aspetti più duri della vita, come ad esempio l’Operaia di Kazimir Malevich. Un quadro del 1933, che raffigura una donna operaia dal fisico mascolino, con gli abiti decorati con i colori suprematisti. Aleksandr Dejneka, invece, racconta le Operaie Tessili in chiave realista moderna. Figure esili, intente nelle loro mansioni quotidiane, in grado di restituire tutta la fatica e la privazione di un lavoro manuale alienante.
Kazimir Malevich, Operaia, 1933_© State Russian Museum, St. Petersburg
Da musa ad artista
Dall’altro lato troviamo invece le donne artiste con una formazione accademica, capaci di una rappresentazione sincera della vita russa, che spazia dagli ambienti urbani a quelli agresti, borghesi e contadini. Parallelamente, spiccano “le amazzoni dell’avanguardia russa”. Donne protagoniste di una atmosfera culturale, storica e sociale avveniristica, attive nei primi trent’anni del Novecento, prima dell’avvento di una direttiva del Partito, che vietò ogni stile e corrente. Un periodo di grande fermento culturale, dove le correnti artistiche provenienti dall’Europa Occidentale come Cubismo, Futurismo, Neoprimitivismo influenzarono l’arte del tempo. Una fucina creativa dalla quale uscirono capolavori originali e innovativi firmati da Natalia Goncharova, Ljubov Popova e Aleksandra Ekster. Il percorso espositivo si conclude con un simbolo dello Stato sovietico: L’operaio e la kolchoziana”. Una statua di Vera Mukhina che vide l’ingrandimento del suo modello a complesso scultoreo per il padiglione URSS all’Expo di Parigi del 1937.
Dmitrij Levitskij, Ritratto di Caterina II, 1782_© State Russian Museum, St. Petersburg
Una mostra ricca e articolata per ricordarci ancora una volta il ruolo che le donne da sempre occupano nella società