Nel cuore della Provenza, a 25 km da Nizza, sorge Saint-Paul-de-Vence, piccolo villaggio medievale. Dimora di pittori, scrittori e poeti, ancora oggi è possibile ammirare i loro studi che costellano le pittoresche vie del borgo storico.
Immersa nel verde e circondata dalle colline, la Fondation Maeght, suggestiva sede espositiva dedicata all’arte moderna e contemporanea, racchiude i grandi nomi che hanno scritto la storia dell’arte.
Il y ètais une fois… Se fosse una fiaba, comincerebbe così, ma questo che vi sto per narrare oggi è un racconto d’amore vero, nato dall’interesse di Marguerite e Aimé Maeght con l’arte.
Lasciatevi trasportare in questo quadro dipinto dai colori della passione e delle emozioni.
Inaugurata il 28 luglio 1964 da André Malraux, la Fondazione Maeght è il frutto di una stretta collaborazione con Josep Luis Sert, architetto catalano e amico di Aimé, che creò, grazie alla sua maestria, un armonioso mix tra la struttura, le sculture e il paesaggio circostante.
Gaudì e le Bauhaus, il razionalismo e la tradizione catalana, influenzarono il suo stile artistico ed è visibile nelle sue creazioni.
La Fondazione Maeght costituisce un sito per l’arte concepita sia come innovazione, sia come epurazione dal tempo. Un vero e proprio paradiso, dove le sculture dell’arte moderna convivono con quella contemporanea declinata in tutte le sue varianti.
Diversamente da quanto si possa pensare, essa non è un museo. Nata dal forte desiderio di Aimé e Marguerite Maeght di presentare al mondo l’arte moderna e contemporanea, costituiva il luogo dove i loro amici artisti potevano recarsi per produrre le loro opere o scambiare pezzi da esporre nelle loro mostre e gallerie.
L’idea utopica di “villaggio d’artista” nasce su consiglio e partecipazione attiva degli altri artisti che orchestrarono la sua realizzazione: un progetto a più mani, dove ogni dettaglio è pensato da una mente creativa.
Tanti i nomi importanti che hanno posato piede all’interno di questa culla della cultura: ogni singolo dettaglio è frutto di un attento studio e attenzione.
La bellezza della natura circonda lo spazio impregnata del mito. A colpire, lo straordinario labirinto realizzato da Mirò circondato da statue e sculture in ceramica firmate Josep Llorens Artigas. Un luogo unico, composto da tre terrazze collegate con il filo d’Arianna che ci porta a incontrare personaggi onirici tratti dalla mitologia greca e catalana. Importante anche la firma di George Braque, che immagina nel patio, una grande piscina di mosaico intitolata Les Poissons.
La collezione permanente della Fondazione Maeght comprende un ventaglio di artisti di fama internazionale, da Adami, Bacon, Chagall,Matisse per poi passare a Matisse, Richier, Sui, Visch.
Un Vocabolario dai lemmi infiniti che pone l’accento sulla vera protagonista: l’arte.
Per chi dovesse trovarsi nei paraggi, da segnalare, fino al 19 novembre di questo anno, la mostra di Eduardo Arroyo: Dans le respect des traditions.
Considerato uno dei più grandi pittori spagnoli della sua epoca, la mostra presenta una carrellata di dipinti e sculture, incluse rocce lavorate e assemblate, che raccontano la vita con ironia.
Una ragione in più per perdersi in questo luogo dove si respira il profumo della creatività.
Le retour des croisades, 2017. Olio su tela, 200 x 300 cm.
© Adagp Paris 2017. Photo Adrián Vazquez.
Arthur Quiller‐Couch dit Q.What odds ?, 2016. Huile sur toile, 116 x 89 cm.
© Adagp Paris 2017. Photo Claude Germain.
Double portrait de Bocanegra ou le jeu des 7 erreurs, 1964. Olio su tela, 195 x 195 cm.
© Adagp Paris 2017. Photo DR.
Jarrón, 2006. Bronzo e acciaio inossidabile, 10 x 82 x 82 cm.
© Adagp Paris 2017. Photo Adrián Vazquez.
Sans titre, 2017. Tecnica mista su carta.
© Adagp Paris 2017. Photo Claude Germain.
Aperta tutto l’anno, la Fondazione Maeght ospita ogni anno circa 200.000 visitatori, per raccontare attraverso le mura e le opere esposte un secolo di storia dell’arte.
La Provenza, una terra mitica, con il mare cobalto da una parte e la natura mediterranea dall’altra, non è passata inosservata anche a stilisti internazionali.
Clicca qui per leggere l’articolo di Dafne Funeck “Un viaggio in Provenza, terra della lavanda”.