Cartier Bresson Monza: una mostra che racconta in 140 scatti un grande fotografo di fama internazionale.
Considerato il padre del foto-giornalismo, attraverso la sua Leica, Henri Cartier Bresson, è riuscito a cogliere l’istante decisivo, tratteggiando i tratti di un’epoca passata.
Fino al 26 febbraio 2017, la mostra è allestita presso il Secondo Piano Nobile della Villa Reale di Monza.
Henri Cartier-Bresson, uno tra i più convinti puristi della fotografia.
Nelle maestose e regali stanze di Villa Reale, regna un silenzio sovrano interrotto solamente dal continuo sgorgare dell’acqua dalla fontana all’esterno, che accoglie i visitatori dando loro un caloroso benvenuto.
Al centro della sala, gli scatti in bianco e nero esposti aprono uno sguardo sul mondo filtrato attraverso l’obiettivo di Henri Cartier-Bresson.
Rovine di città distrutte dai bombardamenti, bambini che tornano da scuola, figure che passano veloci in strada, animali randagi tra le macerie. Soggetti puri e sinceri, gesti apparentemente insignificanti del quotidiano riletti in chiave nuova, come momenti unici e preziosi, fissati sulla pellicola in modo permanente.
Per l’artista, fotografare è trattenere il respiro, catturare la realtà che fugge, inseguendo quell’istante che mai più tornerà. L’attimo decisivo è quello che riassume in sé il significato dell’esistenza e consegna lo scatto all’immortalità.
“Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.”…”Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla”
Dal primo scatto a 24 anni con la sua Leica, Henri Cartier Bresson raggiunge il successo internazionale.
L’opera fotografica di Henri Cartier-Bresson è il prodotto di una complessa alchimia: una certa inclinazione artistica, aspirazioni personali, un assiduo apprendistato, molti incontri, hanno contribuito alla sua crescita professionale consentendogli di sviluppare nel corso del tempo una sensibilità unica e particolare.
La bellezza dei suoi scatti risiede nella spontaneità, nel qui e ora, accantonando eccellenza e perfezione.
La storia dell’opera artistica di Henri Cartier Bresson è molto ricca e articolata, e ripercorre in un battito di ciglia tutto il Novecento.
Pioniere del foto-giornalismo ha attraversato tre grandi momenti che scandiscono la sua vastissima produzione: il primo segnato dalla vicinanza con i surrealisti e dai primi grandi viaggi nel mondo.
Il suo amore per l’arte e per la lettura è molto predominante e tangibile nelle sue immagini.
Sono di questo periodo i ritratti scattati ad artisti amici, dei quali ha saputo cogliere la loro essenza, come quello di Jean Paul Sartre sul Pont des Arts intento a pensare oppure l’attimo che fu per lui decisivo, l’uomo che corre dinnanzi la Gare Saint-Lazare di Parigi.
Degno di nota il periodo trascorso come fotografo nell’esercito, durante il quale, Henri Cartier Bresson insieme a Robert Capa, hanno documentato con le loro immagini e coraggio, i cruenti episodi della Seconda Guerra Mondiale.
Infine il terzo periodo, che va dalla creazione dell’agenzia fotografica Magnum Photos, tutt’oggi esistente, fondata insieme ad altri fotografi di grande rilevanza come Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert, fino a pochi anni prima della sua morte avvenuta nel 2004.
Henri Cartier Bresson, un uomo dalla personalità schiva e silenziosa, che è riuscito attraverso un piccolo apparato fotografico a dare voce ai grandi momenti che hanno fatto la storia, contribuendo lui stesso a scrivere un capitolo importante.
La mostra Cartier Bresson Monza, curata da Denis Curti, offre un percorso di visita articolato, che insegue il modus operandi di questo grande maestro immortale della fotografia.