Alla galleria Gió Marconi di Milano, dal 4 febbraio fino al 5 marzo 2022 sarà ospitata la mostra Viaggio in Italia di Emilio Tadini. Un excursus nella vita dell’artista a distanza di 20 anni dopo la sua morte
Emilio Tadini pittore. Sovrapposizione di piani temporali
Unico nel panorama artistico italiano, Emilio Tadini, indagatore umano, poeta e pittore, vero e proprio narratore è considerato un artista poliedrico, le cui opere vanno oltre le leggi del tempo e dello spazio, della gravità. Una lettura concettuale di immagini che hanno adottato aspetti del linguaggio Surrealista e Pop. L’intera opera di Emilio Tadini, apparentemente semplice e diretta, offre molteplici livelli di lettura con i suoi elementi onirici, oggetti di uso quotidiano e frammentari, spesso senza volto e anonime figure. Sovrapposizione di piani temporali volti a rincorrersi e giocare continuamente l’uno con l’altro.

Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1971 Acrylic on canvas 146 x 114 cm Courtesy: Gió Marconi, Milan
Dal British Pop all’interesse per l’inconscio
Anche se il British Pop è stato il punto di partenza dell’artista con oggetti di uso quotidiano che popolano giocosamente le sue tele, il suo interesse per l’inconscio e l’irrazionale lo indussero a raffigurare scene di frammentazione e alienazione che ricordano quelle di De Chirico, ma anche quelle di Picasso. Spinto da un profondo interesse per la psicoanalisi di Freud, e in particolare, per la sua interpretazione dei sogni, ha sviluppato dipinti stratificati che si concentravano non solo su oggetti raffigurati di per sé, ma sulle relazioni tra di loro. Una nuova rappresentazione del realismo integrale, termine che includeva sia il conscio che l’inconscio. Tadini, nel corso della sua lunga carriera artistica, ha sempre avuto un approccio seriale alla pittura. Ogni lavoro è diventato un nuovo capitolo all’interno del suo romanzo serializzato di dipinti dove le leggi dello spazio, del tempo e della gravità sono state totalmente sospese.

Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1971 Acrylic on canvas 200 x 300.5 x 3 cm Courtesy: Gió Marconi, Milan
Johann Wolfgang Goethe e Tadini. Somiglianze e similitudini
Onnipresenti nella serie Viaggio sono i solitari senza testa di Tadini: figure che hanno già fatto parte di alcuni dei suoi precedenti cicli di lavoro, come L’uomo dell’organizzazione o Vita di Voltaire. Le figure di Tadini sono costituite da corpi, movimenti e gesti ma senza volti e teste. Ricordando il teatro epico di Brecht, queste creature senza testa si aggiungono all’effetto alienazione delle sue opere. Impossibile guardare a Viaggio in Italia senza pensare a Johann Wolfgang Goethe e all’omonimo diario di viaggio in cui l’autore descrive il suo soggiorno italiano dal settembre 1786 al maggio 1788. Viaggi documentati, in veri e propri diari, che entrambi hanno dato vita attraverso le proprie immagini: da una parte gli scatti fotografici, dall’altra ai dipinti realizzati con acquerello.

Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1971 Acrylic on canvas 162 x 130 cm Photo: Fabio Mantegna Courtesy: Gió Marconi, Milan
Passato e modernità nell’arte di Tadini
Design, arte, cultura, moda e stile. Ingredienti puri che rivivono nelle tele di Tadini e uniscono il passato alla modernità. Composizioni enciclopediche del secolo scorso, che intensificano la percettibilità delle cose. Una riscoperta artistica che invita il visitatore a immergersi nell’opera poetica eseguita nei primi anni ’70 da Tadini nella Galleria Giò Marconi, dove fu esposta per la prima volta.

Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1972 Acrylic on canvas 100 x 81 cm Courtesy: Gió Marconi, Milan
Presente, passato e futuro, insieme, in un unico Viaggio in Italia.