La mostra intitolata Impressionisti. Alle origini della modernità racconta attraverso 180 opere uno dei movimenti che più hanno segnato la storia dell’arte: l’Impressionismo. Al museo MA*GA di Gallarate, a pochi passi da Milano.
Fino al 9 gennaio 2022, sarà possibile immergersi nelle tele dei più grandi Impressionisti che hanno scritto un importante capitolo della storia dell’arte. Oltre 180 le opere che il Museo MA*GA di Gallarate, in provincia di Varese, custodisce nelle sue sale. Courbet, Pissarro, Degas, Manet, Monet, Renoir, Cézanne Sisley. I più influenti pittori Impressionisti francesi riuniti in un viaggio artistico unico nel suo genere. Il visitatore avrà modo di perdersi dinnanzi alla bellezza dei quadri dall’inconfondibile segno grafico di questo movimento, che a partire dalla seconda metà del XIX secolo si diffuse in Europa.
Verso la trasformazione della cultura visiva
Dipinti, disegni, acquarelli, incisioni e sculture conducono il pubblico lungo un percorso di scoperta delle trasformazioni della cultura visiva europea. Un arco temporale lungo, cominciato dal Realismo, passando poi all’Impressionismo e al Post-Impressionismo. Uno svecchiamento dell’arte accademica, verso una rappresentazione della vita quotidiana , terreno fertile dal quale attingere e raccontare.

Armand Guillaumin, Paysage d’Ilede-France, 1985 olio su tela, 65X81 cm, collezione privata
Un unico itinerario, 8 sezioni
L’itinerario di visita si articola in 8 sezioni scandite dai titoli dei capolavori letterari di fine Ottocento in dialogo con le arti, la moda, la musica e la letteratura. La prima sala, intitolata Correspondances come la famosa poesia, tratta da Les Fleurs du mal di Charles Baudelaire del 1857, si concentra sul rapporto tra uomo e natura. L’anima fortemente naturalista di Émile Zola viene espressa, invece, nella seconda sala attraverso le opere di Éduard Manet e Camille Pissarro, verso uno sguardo disincantato e diretto sulla violenza e la durezza della vita urbana e rurale.

Edouard Manet, La barricade, 1871, olio su tela, 24×34 cm, Collezione privata
Racconti umani e percorsi d’avanguardia
La terza sezione, intitolata La Comedie Humaine, si lascia contaminare dagli scritti di Honoré de Balzac. Al centro, troviamo i ritratti dei compagni di pittura, critici, poeti, amici di tutti i giorni, in una corrispondenza di sensi e di emozioni che conduce nell’atmosfera di quegli anni. A scandire la sala, i dipinti di Pierre-Auguste Renoir e Pierre Bonnard, per un intersecato viaggio tra le personalità che hanno caratterizzato la loro vita. La quarta sezione omaggia invece artisti quali Paul Cézanne o Paul Gauguin che, in modi differenti, si allontanano dal movimento impressionista per seguire percorsi autonomi che anticiperanno la nascita delle avanguardie.

Paul Cézanne, Le citerne dans le parc du Château noir, 1900-04, acquerello e matita su carta, 45×29,8, collezione privata
Verso La Vie Moderne
Il percorso espositivo, curato da Sandrina Bandera, Emma Zanella e Vincenzo Sanfo, con il contributo critico di Rosa Barovier, Paolo Castagnone, Gilles Chazal, Virginia Hill, Fiorella Minervino, Gonzalo Fernández Prieto, prosegue con artisti dal calibro di Auguste Renoir, Berthe Morisot, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, capaci di rappresentare le trasformazioni sociali di quella che Baudelaire definiva La Vie Moderne.
Un intricato viaggio nell’arte e nel costume di uno dei periodi più significanti della storia dell’arte.

Claude Monet, Vague, 1869-1871, tecnica mista, 28×36 cm collezione privata
A fare da cornice delle opere in esposizione, troviamo poi preziosi abiti da cerimonia originali di fine Ottocento, che testimoniano la moda e la modernità della Parigi fin-de-siècle.