Artista dalle mille sfaccettature, Jean-Paul Goude si racconta con un’inaspettata mostra dove il suo mondo a colori ecclettico ed eccentrico di quadri, sculture, foto, illustrazioni ci avvolge e abbraccia in una cornice d’eccellenza. Presentata da Chanel, con il Patrocinio del Comune di Milano, la mostra In Goude we trust! è ospitata fino al 31 dicembre 2019 a Palazzo Giureconsulti in Piazza dei Mercanti, 2 a Milano.

Credit Chanel
In dialogo con l’arte e la creatività di Jean Paul Goude
L’arte di Jean-Paul Goude è quasi una rapsodia. Fotografo, designer, coreografo, cineasta e, allo stesso tempo, spirito libero nell’universo della pubblicità. La mostra In Goude we trust, curata dallo stesso artista, mette in luce le sue mille sfaccettature e l’evoluzione del percorso artistico cominciato nel 1966, quando disegna le prime illustrazioni per i grandi magazzini Printemps di Parigi. Basta varcare la soglia di Palazzo Giureconsulti per comprendere la complessità che si cela dietro il segno grafico firmato Jean-Paul Goude. Oltre 60 disegni si susseguono nella prima galleria. Passione, dinamismo e creatività sono filtrate dall’abilità dell’artista nel raccontare la multiculturalità in modo nuovo, naturale, semplice. E’ facile immaginarsi Goude muoversi per le strade della Ville Lumière, osservare il mondo, catturare con minuziosità l’essenza della città e trasferirla sul suo sketch book. Uno stile inconfondibile, che segue le orme di grandi illustratori come: Andy Warhol, Carl Eickson, Tom Keogh, René Gruau e Christian Berard.

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Danza come motore nel segno di Goude
“HO SEMPRE BALLATO E HO SEMPRE DISEGNATO. QUESTO HA ISPIRATO TUTTO IL MIO LAVORO.”
Entrando nel vivo della mostra, ci perdiamo ad osservare le foto dipinte e realizzate per la rivista Esquire. Siamo negli anni ’70. Lo sguardo si muove veloce e viene catturato dalle illustrazioni esposte di quattro gruppi etnici: Gay, Neri, Ispanici e Bianchi. Primo a pubblicare foto di persone di colore sulle riviste, diventa pioniere nell’enfatizzare la diversità e la curiosità mossa nei confronti dell’altro. Una sarabanda di soggetti assemblati, affiancati e accomunati da un unico fil rouge: il ballo. I musical e la danza, disciplina con la quale Goude avrà un rapporto molto intenso nel corso della sua infanzia, divengono la fonte di ispirazione su cui si fonda l’intera carriera dell’artista. Le illustrazioni sono enfatizzate dai colori e dalle luci della stele realizzata in esclusiva per la mostra: All singing, all dancing. Un’installazione nata da un lavoro di simbiosi tra l’art director e Goude stesso. Infine, dietro a una tenda di velluto scopriamo il Genio di Chanel, un’installazione che ci lascia a bocca aperta e sorridere al contempo.

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Goude e Chanel. Una liaison importante
I codici stilistici si ribaltano. Tutto nasce da un disegno. La mano si muove veloce, crea, disegna e si trasforma in immagine. La liaison tra Jean-Paul e Chanel si stabilisce nel 1989, quando la Maison, antonomasia del lusso, gli propone di collaborare sancendo l’inizio di un rapporto che dura da quasi trent’anni. Ogni immagine qui presente racconta una storia e si inscrive all’interno della sua vita personale. Il passato ci circonda e affiora alla mente. Da una parte, troviamo un frame del film Égoiste realizzato nel 1990, dall’altra, Coco del 1992, nel quale una giovane Vanessa Paradis interpreta un uccellino fischiettante nella sua gabbia dorata. Leggera, fragile, bellissima. Lo sguardo della modella impresso nella memoria di molti per raccontare la fragranza Coco. Nel 2002 comincia invece la saga di Chance. I colori pastello e le pose teatrali delle modelle sposano il linguaggio immaginato da Goude. A sorprenderci, alle spalle, l’installazione presente: un estratto dello spettacolo creato nel 2001 per il lancio della collezione Chanel Haute Joaillerie: The Five Elements.

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Dentro al segno di Goude
La seconda sezione della mostra introduce le opere più emblematiche di Goude attraverso i diversi mezzi di espressione: film, immagini, disegni, ektachromes tagliati oltre ad una selezione delle sculture luminose, esposte al Centre Pompidou di Parigi nel 2017. Il rapporto con Grace Jones, la cui bellezza androgina ha affascinato il mondo, è centrale nella narrazione, così come il tema della multiculturalità, che ritorna ricorrente. Lungo il percorso scopriamo l’installazione intitolata Notre Dame de St Mandé and the little people, esposta per la prima volta. L’eccellenza, l’essenzialità e il rigore sono tutte carte vincenti nel segno di Goude.

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So Far So Goude
Terza ed ultima sezione: un mini-teatro integrato nella galleria presenta So Far So Goude, non solo un gioco di parole, ma anche un film di 90 minuti, che offre una panoramica delle ispirazioni e della carriera di Jean-Paul Goude, dagli esordi ai giorni nostri. Una straordinaria sequenza in cui si trovano molte delle immagini allegoriche che Goude ha prodotto nel corso degli anni e che, tuttora rimangono vive nell’immaginario collettivo.
CONDIVIDIAMO L’AMORE PER UN LAVORO BEN FATTO. SPERO – SENZA PRENDERCI TROPPO SUL SERIO E SEMPRE CON UN TOCCO DI HUMOR.
