Je suis couturier è la mostra dedicata al grande stilista Azzedine Alaïa, che il 22 gennaio 2018 ha aperto i battenti, durante la Paris Couture Week. Un omaggio allo stilista scomparso lo scorso novembre proprio nella sua Parigi.
Ancora una volta, il grande lavoro del designer è sottoposto all’attenzione di tutti e prende vita in questo percorso espositivo, che si snoda nelle stanze della sua casa-studio, al 18 di rue de la Verrerie, nel cuore pulsante del quartiere Marais, sede storica dello stilista, e luogo dove ha speso gran parte del suo tempo, creando abiti e ospitando molti personaggi dello star system, e oggi fulcro operativo dell’Association omonima dedicata ad Azzedine Alaïa.
“Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiano mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare” – dichiarava Azzedine Alaïa a proposito degli abiti da lui disegnati.
La mostra vede protagonisti oltre quaranta capi delle sue collezioni Haute Couture e prêt-à-porter selezionati da Olivier Saillard. Dall’iconico abito indossato da Naomi Campbell in chiusura dell’ultimo show lo scorso luglio, a quello creato nel 1981 in jersey nero e riproposto nel 2003, oltre 30 anni di couture sono qua presenti. Perché in ogni abito viene racchiuso un frammento di storia volto a fermare il tempo e narrare un momento vissuto.
Di tutti gli operati dei couturier, quello di Azzedine è il più intatto e incontaminato, e questa esposizione ne costituisce un esempio testimoniando il talento eccezionale e atemporale che pervade ciascuna creazione. Dalla sua prima collezione lanciata nel 1979, con neri e bianchi ottici che ricordano i tetti bianchi delle case di Tunisi, sua città natale, ha superato ogni limite nel mondo della moda.
Affascinato dall’architettura, i suoi abiti scultura esaltavano i corpi femminili, mettendo in luce una femminilità forte e determinata, facendosi portavoce di un’epoca di transizione. Grande rivoluzionario, ha fermato il tempo e portato avanti con fierezza l’esclusività della couture ritirandosi dal sistema moda, per dedicarsi a una clientela più di nicchia, maggiormente in linea con i suoi ritmi. Ciascun processo creativo, doveva passare sotto la sua meticolosa attenzione e cura.
Dal cotone grezzo alla preziosa seta, ogni tessuto nelle mani del couturier prendeva vita e diveniva un capolavoro. Grande collezionista, ha costruito un importante archivio di documenti e pezzi storici, che oggi, grazie alla sua precisione, trovano spazio nell’associazione da lui istituita nel 2007 grazie all’impegno di Carla Sozzani e Christoph Von Weyhe.