Artista rivoluzionario, genio metropolitano e simbolo della New York degli anni ’80, Jean-Michel Basquiat e la sua indomabile creatività saranno in mostra a Milano quest’autunno al Mudec.
Capita che gli artisti geniali, quelli molto talentuosi, abbiano una vita breve. Accade a molti di coloro che rivoluzionano epoche e culture, da Chopin a Mozart a Modigliani, arrivando poi fino alle ultime generazioni di ribelli come Kurt Cobain ed Amy Winehouse.
Jean-Michel Basquiat appartiene a questa triste ma brillante categoria, dove genio e sregolatezza spesso sono uniti in maniera imprescindibile, alimentandosi, l’un l’altro e raccontando un vero e proprio periodo storico. Quando a 27 anni Basquiat morì per un’overdose, era già considerato da New York, uno dei più grandi talenti degli ultimi anni, un oracolo che vivendo la strada e le turbolenti serate della metropoli, era riuscito a raccontare il mondo con uno stile tutto suo, che arrivava dritto, forte e crudo all’anima dello spettatore.

Jean-Michel Basquiat Untitled (Yellow Tar and Feathers), 1982 Acrylic, oil stick, crayon, paper collage and feathers on joined wood panels, 245x229,2 cm Private collection © The Estate of Jean-Michel Basquiat by SIAE 2016
Dal 28 ottobre il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, dedica a SAMO, uno degli pseudonimi con cui l’artista si firmava nei primi graffiti, una retrospettiva con oltre 100 lavori che coprono la sua produzione artistica dal 1980 al 1987. Curata da Jeffrey Deitch, amico dell’artista, critico ed ex direttore del MOCA di Los Angeles, e da Gianni Mercurio, curatore e saggista, l’esposizione è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura che ne è anche il produttore.
Jean-Michel Basquiat vi condurrà per mano lungo i marciapiedi dove sedeva nei primi anni della sua carriera e si proteggeva dal freddo con poveri cartoni trovati qua e là. Vi butterà addosso la rabbia e la pena degli esseri umani, della lotta degli afroamericani per la libertà, il mondo contorno delle notti falsamente luccicanti, la bellezza della musica e il fascino del jazz, il tunnel delle droghe e la fragilità umana. Potrete amarlo o odiarlo, ma ascoltare l’urlo di uomo che grida al mondo “Io Esisto”, non potrà che commuovervi.

Jean-Michel Basquiat Five Fish Species, 1983 Acrylic and oil stick on canvas mounted on wood supports – three panels, 169,8x356,8 cm © The Estate of Jean-Michel Basquiat by SIAE 2016