Tutta la verità (The Whole Truth), è la mostra di Jenny Holzer e curata da Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, che sancisce, dopo vent’anni, il ritorno in Italia di una delle più acclamate e influenti artiste sul panorama internazionale.
La parola come materia da plasmare
Parole in circolo, parole libere, parole scolpite. Neon come materia da plasmare, trasformare e arricchire di significati simbolici su cui traslare messaggi ambigui. Incroci policromi di motivi dadaisti e concettuali richiamati in opere artistiche ready-made. L’opera di Jenny Holzer, artista concettuale statunitense, è tutto questo ed utilizza la parola scritta come mezzo di riflessione critica che diviene espressione creativa. Luoghi internazionali dal forte valore simbolico sono tessuti su cui ricamare trame di frasi e aforismi presi in prestito da libri di autori differenti. Le parole si incontrano e scontrano fino a diventare slogan politici, manifesti di denuncia sociale.

Jenny Holzer Installation for Bordeaux, 2001© 2019 Jenny Holzer, membro Artists Rights Society (ARS), NY / SIAE, Roma
Foto: Frédéric Delpech
Una riga, poche parole, nero su bianco.
L’arte concettuale diviene la fonte primaria di alimentazione dell’artista, la quale alla fine degli anni Settanta acquista fama con i suoi Truisms, realtà ovvie, destando grande scalpore e sfidando gli stereotipi sull’arte e sulla società anticipando metodi e strategie comunicative non convenzionali, oggi ampiamente impiegate nell’ambito del guerrilla marketing. Una riga, poche parole, nero su bianco. Ammonimenti, provocazioni e riflessioni diffusi tramite supporti comuni, facilmente fruibili — come poster a muro, T—shirt, confezioni di profilattici, cappellini da baseball. Negli anni ’80 la Holzer amplia il suo raggio d’azione, producendo aforismi diffusi tra i grandi pannelli pubblicitari che illuminano New York e si imprimono nella mente dei passanti come marchi a fuoco. Segni elettronici, panchine di pietra e proiezioni luminose su superfici naturali o architettoniche, nonché dipinti a olio e acquerelli sono solo alcuni dei supporti scelti come tela. Tutti diversi, ma accomunati dalla forza e dalla sfrontatezza che i messaggi veicolavano.

Jenny Holzer Survival: Use what is dominant…, 1989 © 2019 Jenny Holzer, membro Artists Rights Society (ARS), NY / SIAE, Roma
Foto: Larry Lame
Parole cadute dal cielo, parole di denuncia.
I versi dei lavori di Jenny Holzer parlano di violenza, oppressione, genere, sessualità, potere, guerra e morte. Ogni opera diventa il ritratto cristallino del suo pensiero diffuso di volta in volta in modo differente. Mezzi di comunicazione facilmente riconoscibili dal suo pubblico e associabili alle informazioni istituzionali, ai notiziari e alla pubblicità, che diventano, nella sua opera, uno strumento tagliente per affrontare questioni di natura politica e sociale. Holzer utilizza il linguaggio per sfidare norme sociali, pregiudizi e violenze. Una goccia in mezzo al mare, che diviene una bomba a orologeria se scagliata in luoghi pubblici, affollati. L’immediatezza dei suoi messaggi è un’arma contro la mistificazione della realtà operata ogni giorno da media, agenzie governative e pubblicità, che diffondono una forma di banalizzazione del linguaggio. Sperimentazione e casualità sono la base di appoggio dei sui lavori pensati in studio ed esposti a cielo aperto.

Jenny Holzer _Xenon for Bordeaux and Paris, 2001 (2)© 2019 Jenny Holzer, membro Artists Rights Society (ARS), NY / SIAE, Roma
Foto: Attilio Maranzano
Jenny Holzer tutta la verità
Jenny Holzer tutta la verità è il titolo della mostra organizzata dalla GAMeC nel Palazzo della Ragione di Bergamo Alta, un luogo storico dove nel medioevo veniva amministrata la giustizia cittadina. Gli affreschi della Sala delle Capriate e gli elementi architettonici del prestigioso edificio medievale dialogano con le poesie visive dell’artista americana. Le proiezioni luminose illuminano le pareti e toccano alcune delle tematiche più care all’artista — identità, genere, dialogo — in particolare, il tema della crisi migratoria. Un fluire lento per comprendere al meglio e profondamente il messaggio che Holzer ci rivolge. Nove panchine in marmo, sulle quali sono incisi i versi di Patrizia Cavalli e Pier Paolo Pasolini, completano l’installazione. Disposte in cerchio, simbolo di inclusione, portano il visitatore ad approfittare di un’occasione speciale per soffermarsi e riflettere sulla condizione dell’uomo nel corso del tempo che viviamo.
