Un incanto di “incanti”: amori materni e tenere trascendenze dipinte da William-Adolphe Bouguereau sfilano sotto il martello di Sotheby’s a Manhattan durante la settimana di aste newyorkesi. Una cinquantina di lotti raccontano la “sublime” ricerca del pittore francese e i debiti della sua influenza sulle generazioni seguenti.
Meraviglie di mandorla dalla sensualità educata. Corpi color avorio dalle pose inconsolabili. Vertigini di seta dalla bellezza senza tempo, a tratti anacronistiche, compiaciute nella languida pelle di latte che le ammanta mentre fluttuano nei loro incanti. Letteralmente, perché è in arrivo l’incanto degli “incanti”. Il prossimo 26 gennaio a New York è in programma la vendita speciale “Bouguereau and His Circle: Then and Now“: in asta alcuni tra i migliori idillî femminili di William-Adolphe Bouguereau durante la Masters Week di Sotheby’s, la settimana degli Old Masters, quella dei Maestri Antichi. Il Re dei Pompiers, il migliore (dalla valenza ambivalente a seconda di come la si pensi) dell’accademismo d’oltralpe, è il protagonista di una delle vendite più attese delle sessioni statunitensi d’inizio stagione. Il catalogo è una vera e propria celebrazione della sua ricerca e dei suoi levigati esiti pittorici, perfetti nella loro (anche) stucchevolezza. Un compendio di cosiddetta “sublime bellezza” costellato da icone, quasi stereotipate, di dolcezza neoclassica invaghite delle loro gesta plastiche, scultoree. Ritratti ideali e idealizzati immersi in dimensioni bucoliche che ostentano un erotismo terso, raffinato, accarezzato da infiniti panneggi antichi, classicheggianti.

William-Adolphe Bouguereau, L’Italienne au Tambour de Basque (detail). Courtesy Sotheby’s

William-Adolphe Bouguereau, Prêtresse de Bacchus (detail). Courtesy Sotheby’s
Una piacevole ossessione, quella della classicità, che ha perseguitato il pittore francese, nato a La Rochelle, per tutta la vita. Dagli albori della sua ricerca, il primo approdo a Parigi a vent’anni con il mentore neoclassico François-Édouard Picot, fino alle epifanie romane nell’anno di studio presso l’Accademia di Francia a Roma, stordito da Raffaello, dal Rinascimento e dai veli e controveli dell’arte antica. Ma torniamo in sala. L’asta, che comprende 49 lotti dei quali tredici dell’artista, presenta studi e ritratti provenienti dal suo atelier e da suoi allievi ed epigoni, prima fra tutti sua moglie, Elizabeth Gardner. Dei tredici lotti in vendita vi sono diversi bozzetti a olio e disegni realizzati per preparare alcune delle sue commissioni e composizioni più importanti, dalla cattedrale di La Rochelle (“Etude pour le plafond de la Chapelle de Vierge à la Rochelle”, stima 15-20 mila dollari) allo schizzo ad olio (stima 7-10 mila dollari) per “Biblis“, una delle sue tele più iconiche, che adorava, come racconta lui stesso in questo aneddoto: «Tra i miei dipinti, Biblis è quello che amo di più, quello che mi è piaciuto di più dipingere; è stato ispirato da un incidente nell’atelier. Una delle mie modelle aveva appena chiesto di riposarsi da una posa faticosa; quando la giovane donna stava per alzarsi, si trovò istintivamente in una posa così bella che la fermai con un gesto e un grido, pregandola di mantenere la posa ancora per un istante. L’ho disegnata subito, molto velocemente… avevo visto il mio Biblis. È uno dei miei migliori dipinti». La posa era perfetta per raccontare la storia della mitologia greca di Biblis che secondo la leggenda riportata da Ovidio nelle Metamorfosi, si innamorò del fratello gemello. Lui la rifiutò e fuggì da lei. La giovane si mise alla sua ricerca, ma alla fine, dopo aver attraversato inutilmente la Grecia e l’Anatolia, piangendo incessantemente, sfinita dal dolore muore e viene trasformata dalle ninfe in una sorgente – secondo altri racconti, viene consumata dalle sue lacrime e diventa una fontana. Bouguereau rappresenta Biblis proprio alla fine, inconsolabile, nuda e adagiata su un ruscello.

William-Adolphe Bouguereau, Study for Biblis. Courtesy Sotheby’s

William-Adolphe Bouguereau, Biblis, 1884 (Art Renewal Center)
Il catalogo comprende anche tre opere della Gardner, moglie di Bouguereau. La giovane aspirante artista del New Hampshire, arrivò a Parigi nell’estate del 1864, all’età di ventisei anni, per testarsi come pittrice professionista. Dopo pochi anni Elizabeth divenne presenza fissa nello studio di Bouguereau. I due si fidanzarono segretamente nel 1879, dopo la morte della prima moglie del pittore, Nelly, nel 1877, e si sposarono diciassette anni dopo. Le soffici e nitide rese ad olio di Elizabeth erano modellate sullo stile di successo di suo marito, linguaggio che padroneggiava a tal punto che il suo lavoro veniva spesso scambiato per il suo, una confusione che celebrava come un complimento: «Preferisco essere conosciuta come il miglior imitatore di Bouguereau piuttosto che essere un nessuno». Oggi è considerata tra le più grandi pittrici accademiche della sua generazione, una sua tela “Girl at the Well (Un coin de ferme)”, stimata 400-600 mila dollari, è il terzo lotto più caro in catalogo. Gli altri top lot portano la firma, ça va sans dire, di Bouguereau: “La petite écolière (The Little Schoolgirl)” del 1879 offerto con una stima di 600-800 mila dollari; “L’Italienne au Tambour de Basque” (stima 550-750 mila dollari) e “Prêtresse de Bacchus”, stimato 400-600 mila dollari.

Elizabeth Jane Gardner Bouguereau, The Little Mother (detail). Courtesy Sotheby’s

William-Adolphe Bouguereau, La petite écolière (The Little Schoolgirl), 1879. Courtesy Sotheby’s
Pezzi che non dovrebbero impensierire il record d’asta dell’artista (“La Charité” del 1878) fissato nel lontanissimo anno 2000 a 3,5 milioni di dollari. Ma neppure entrare nella top ten delle sue opere più care, tutte ampiamente sopra i 2 milioni. Il mercato di Bouguereau vive infatti di fiammate, a seconda del passaggio o meno di capolavori iconici in vendita. Il fatturato l’anno scorso in asta è stato di “solo” 288 mila di dollari, cifra destinata a lievitare di almeno una ventina di volte grazie a questo incanto. Un incanto d’incanti cristallizzati nel tempo, delicati e lattescenti. E in questa asta più che mai dal tratto, taglio, “materno”, contraddistinti da perenni riverberi di affetto madre-figlio, l’amore più eterno che ci sia.
