La Fondazione Maeght, museo immerso nella natura a Saint Paul de Vence, in Francia, è un luogo magico, dove l’arte scorre nell’aria che si respira. Nata da un lavoro di progettazione corale, a più voci, custodisce oggi una delle più importanti collezioni di opere d’arte del XX secolo d’Europa. Fino al 22 novembre 2020, la Fondazione omaggia l’artista Jacques Monory e le sue opere con una mostra monografica a lui dedicata.
La narrazione artistica di Jacques Monory
La mostra Jacques Monory, monografica dell’artista francese scomparso nel 2018, e fino ad allora membro della scuola della Figuration Narrative, rende omaggio ai suoi sessant’anni di carriera. Grande narratore iperrealista, le scene da lui dipinte custodiscono enigmi e interrogativi circa il mondo esterno in forte contrasto con la realtà. Le sue opere sono facilmente riconoscibili grazie all’impiego del blu, colore che fa da fil rouge a tutta la sua produzione artistica, sia monocromo sia utilizzato insieme ad altre nuance. Un segno inconfondibile che contraddistingue tutta la sua opera.

Jacques Monory photo Jean-Lariviere
L’influenza del cinema nell’opera di Monory
Tangibile è l’influenza del cinema, soprattutto dei thriller degli anni cinquanta, nell’operato di Monory. Caratterizzata dai grandi formati, i suoi quadri includono di sovente oggetti e forme in movimento, in contrapposizione a quelle statiche. Un’alternanza che vede la combinazione di paesaggi urbani e grandi distese naturali, visioni romantiche, ma anche di immagini drammatiche, riprese dall’attualità o dalla storia contemporanea. Un artista pessimista, il cui humor stridulo coesiste con la fascinazione per il vuoto.

Mostra Jacques Monory
Blu Monory
Il blu è il colore cardine di tutta la sua produzione. Figlio di un ricordo d’infanzia, quando durante la proiezione di un film in bianco e nero, il proiezionista inserì un filtro blu per evocare la notte e un filtro giallo per rievocare le scene del giorno. Un’impressione onirica, magica, suscitata nel giovane pittore, che lo segnerà durante tutto il periodo della sua pittura. Un ricordo leggero ed evocativo come la madeleine per Proust.

Mesure 2 A 1972 Photo Jacques Monory
Uno sguardo sul mondo
Le opere di Monory non vogliono costituire un insegnamento, piuttosto ritraggono il mondo e i suoi fondamenti. Un universo violento, illogico e falso è racchiuso nei suoi dipinti. L’eco della modernità contro la violenza influenza le sue opere, dove spesso i quadri sono visti come un fermo immagine di un film immaginario. L’esposizione Jacques Monory presenta, attraverso le sessanta opere in mostra, i sessant’anni della sua carriera. Un percorso fluido, di un lavoro che si è snodato verso la contemporaneità. Curata da Laurence d’Ist, storico dell’arte, questa carrellata di opere va a comporre un percorso non cronologico, ma consente al visitatore di muoversi liberamente da una sala all’altra.

Technicolor n°8 Babylone 1977 – Photo Galerie Maeght Paris
Oltre la narrazione
Monory è considerato l’artista più narrativo del gruppo della Figuration Narrative. Il pittore utilizza le fotografie della sua vita privata, le stampe del cinema americano degli anni 1950 per le sue opere in stretto dialogo con la vita quotidiana e urbana circostante. L’impiego dell’iconografia della società e dei suoi media rivelano i suoi interrogativi. Attraverso l’arte, il pittore libera la sua visione pessimista, realista e tragicomica del mondo.

Mostra Jacques Monory
Un viaggio nel segno di Monory
Le opere presenti alla Fondation Maeght provengono da numerose serie pittoriche dell’artista che si presentano come giornale di bordo della propria esistenza. La mostra si apre con diversi quadri appartenenti alla serie Meurtres del 1968, che lo resero celebre. Il pittore utilizza il clima dei film noir e di serie B per mettersi in scena. La ferita sentimentale della separazione, come argomento di narrazione, è trattata in modo cinematografico. Nelle opere successive invece, come Velvet Jungle et Mesure, Monory cerca di combattere la paura della morte. Scene narrative, prese in prestito dal grande schermo. Il principio di base è quello di unire due immagini, come in un collage, e creare mentalmente una terza nuova immagine.

La Voleuse n°1 1985 – Jacques Monory
Una combinazione di visioni romantiche e pessimiste nutrite dalla filosofia, la cui contemporaneità è tuttora tangibile.