Estate, tempo di Summer Sales londinesi. Le due potenze Christie’s e Sotheby’s si uniscono alle celebrazioni per la riapertura, dopo un restauro durato tre anni, della National Portrait Gallery. Lo fanno attraverso una serie di incanti dedicati alla miglior ritrattistica sulla piazza, da Lucian Freud a Gustav Klimt. Appuntamento fra una settimana a Mayfair.
Passati i tramonti sul Reno si alza l’aurora sul Tamigi. Art Basel ha appena chiuso i battenti con oltre 82 mila visitatori e alcune vendite milionarie -tra cui due Joan Mitchell da 14 e 26 milioni di dollari e uno Spider di Louise Bourgeois da 22,5 milioni- ma, a parte i 30 gradi costanti, la temperatura della manifestazione è stata tiepida, di stallo, di attesa. Il barometro del mercato dell’arte segna cautela, l’opera simbolo della fiera svizzera -il Mark Rothko color crepuscolo, costellato di aranci e gialli- è rimasto invenduto nello stand di Acquavella, il prezzo era di 60 milioni di dollari. La palla passa ora dall’altra parte della Manica, per le Summer Sales di Londra. Gli ultimi fuochi d’artificio milionari del semestre, prima dei tradizionali approdi estivi, più leggeri e meno impegnativi, solitamente in costume: da Monte Carlo -con la settimana del lusso di Artcurial a metà luglio all’Hotel Hermitage- a Palm Beach; da Hydra, in Grecia -isola consacrata da qualche anno all’arte contemporanea, grazie al super collezionista cipriota Dakis Joannou con la sua Deste Foundation- fino a Minorca, dov’è stata appena inaugurata la mostra dell’artista e attivista americana, Christina Quarles, da Hauser & Wirth nella bucolica sede di Isla del Rey, all’interno del porto di Mahón.

Frank Auerbach, J.Y.M. Seated II, 1987. Courtesy of Sotheby’s
La settimana delle aste londinesi è contrassegnata da un evento nodale per la City, atteso da oltre tre anni: la riapertura della National Portrait Gallery. Dopodomani, il 22 giugno, l’istituzione rialza il sipario dopo un lungo lavoro di ristrutturazione e riallestimento. Per l’occasione, dal 22 giugno fino al 2 luglio, si terrà il First Look Festival: dieci giorni per celebrare il nuovo corso museale con mostre, talk, performance e conferenze aperte al pubblico. Christie’s e Sotheby’s si uniscono alle feste incentrando i propri incanti di punta sulla ritrattistica, si cerca di fare rete e sfruttare il momento propizio. A cominciare dalla casa d’aste di King Street, che il 28 giugno dedica la sua storica 20th/21st Century: London Evening Sale al ritratto, con opere che spaziano dal 1855 al 2021. Se il tema della ritrattistica ci appare oggi come un genere dato, quasi scontato, non è stato semplice il passaggio che ha condotto gli artisti a preferire una rappresentazione a mezzo busto, o addirittura solo del viso, anziché restituire l’intera forma della figura. Vi è di certo, alla base, una presa di coscienza antropologica elaborata col tempo: la ragione, l’espressione divina nell’uomo, risiede biologicamente e simbolicamente nella testa. Ne consegue che è lì, allora, che andrà ricercata l’identità del soggetto. Sia un ritratto o un autoritratto. Nel catalogo di Christie’s, spicca così Man (Self-portrait), rara presa di coscienza pittorica, giovanile, di Lucian Freud, reso con uno stile grafico pulito e precisione cristallina. Proposto per la prima volta in asta e recentemente inserito nella mostra di autoritratti del pittore di Berlino, naturalizzato inglese, al Museum of Fine Arts di Boston, qui l’artista si presenta come una figura quasi mitica, coronata di conchiglie, con occhi spalancati e onniveggenti. La stima è di 1,5-2 milioni di sterline. Della piena maturazione di Howard Hodgkin, invece, parla The Spectator. Un maestoso autoritratto che dimentica il mimetismo e si configura quasi come un esercizio di stile. La stima è di 800 mila-1,2 milioni. I top lot della vendita, però, escono dal genere in questione. Sono Calanque des Canoubiers, Saint-Tropez di Paul Signac (stima 5,5-8 milioni), Grünes Feld di Gerhard Richter (stima 4-6 milioni) e Kiss Me Stupid di Cecily Brown (stima 3-5 milioni). Ma è sempre il ritratto il protagonista dell’esposizione speciale proposta sempre da Christie’s in parallelo: la major, difatti, organizza una mostra concepita ad hoc per la settimana del ritratto. Si tratta di Selfhood: Explorations of Being and Becoming in 20th and 21st Century Art, una private sale incentrata sull’arte come veicolo per l’espressione dell’identità personale, nell’ambito della campagna Portrait Mode del museo, con opere di Tracey Emin, Lucian Freud, Suzanne Valadon e Alice Neel. Quest’ultima prima attrice della scena con Nancy, la celebre nuora incinta che presto sarebbe diventata il soggetto della famosa serie di Pregnant Girl e neomamme.

Cecily Brown, Kiss Me Stupid, 1999. Courtesy of Christie’s
Dall’altra parte del Tamigi, sponda Sotheby’s, la musica non cambia. Il mantra è quello: commemorare la grande riapertura statale, il Portrait come centro gravitazionale. La maison di New Bond Street così, nella nevralgica Sale serale, si spinge oltre la rivale e dedica completamente un’asta al mondo della rappresentazione dell’anima attraverso il viso. Il nome dell’incanto è schietto, e la dice lunga: Face to Face, in programma il 27 giugno. Con un volto e poco più, d’altronde, si può veramente dire molto. Sulla persona ritratta: chi è, cosa pensa, cosa fa, cosa ha fatto, cosa ha intenzione di fare, da dove proviene, cosa rappresenta. E così via. Ma un ritratto offre, più o meno indirettamente, uno sguardo sul contesto in cui il soggetto vive o ha vissuto, uno spaccato di storia e cultura che supera la mera figura immortalata. Tra le opere in catalogo spicca un bronzo dipinto di Alberto Giacometti, ispirato all’antica scultura egizia e greca (Buste de Diego au col roulé, 1951, stimato 4-6 milioni); un autoritratto di Leonor Fini, ispirato al Man in Red Turban di Jan van Eyck del 1433, conservato nella collezione permanente della National Gallery (Autoportrait au turban rouge, 1938-41, stima 400-600 mila); un dipinto di Kerry James Marshall, che presenta una visione contemporanea della ritrattistica: catturando un anonimo momento di quotidianità, il dipinto esamina criticamente l’assenza di soggetti neri nel canone storico dell’arte occidentale, in particolare di quelli femminili; e un ritratto di Angela Merkel di Elizabeth Peyton, esposto qualche anno fa proprio alla National Portrait (Angela, 2017, stima 500-700 mila), dal viso illuminato da vari strati di vernice traslucida.

Lucian Freud, Night Interior, 1968-70. Courtesy of Sotheby’s
La chiosa finale del nostro tour sul meglio della ritrattistica all’incanto non poteva che infrangersi sulla bellissima e voluttuosa Dame mit Fächer (Lady with a Fan), dipinta da Gustav Klimt nel 1918. Sotheby’s presenta l’opera con la valutazione più alta mai proposta in Europa: 80 milioni di dollari, pari a 65 milioni di sterline, sempre il 27 giugno appena conclusa l’asta Face to Face. Un capolavoro senza tempo. Quando il pittore viennese morì inaspettatamente il 6 febbraio 1918, la Dama era lì, nel suo studio, ancora sul cavalletto. Sensuale, ammaliante, il tessuto prezioso del vestito che le scivola sulla spalla, libera la pelle, nuda, mentre con il ventaglio fa per coprirsi. Le decorazioni vegetali si riverberano per tutta la stanza, alle pareti, dove una natura rigogliosa satura la scena, scandita da fiori di loto e fenici dall’alto tasso simbolico. La bellezza sta nei dettagli, come affermano gli esperti della casa d’aste presentando la tela, una delle ultime rimaste in mani private di Klimt. “Le macchie di blu e rosa che ravvivano la pelle del soggetto, le linee piumate delle sue ciglia e delle labbra increspate che danno carattere al suo viso”. Una meraviglia infusa nei colori della sabbia, del miele e dell’oro, con lampi e slanci di blu mare, pronta a sedurre i collezionisti di tutto il mondo. Con il suo viso lucido, i suoi occhi liquidi, e il suo ventaglio. London calling.
