Che cosa significa fare lo Specialist in una delle maggiori case d’asta al mondo? Parola a Lorenzo Rebecchini, tra i responsabili della sede di Sotheby’s Roma.
Ultima settimana di novembre, ultimi tour de force internazionali. Passati i fuochi d’artificio sotto i cieli di Manhattan, la palla passa all’ombra della Madonnina. Milano in fermento, Milano sugli scudi. Mercoledì 23 novembre è la prima giornata da cerchiare in rosso sul calendario delle aste nostrane, con le due major che danno il via alle danze autunnali. Gli schieramenti? Da un lato Christie’s, che conserva ancora la modalità online only e diluisce l’incanto su più giorni, dal 23 novembre al 5 dicembre. Dall’altro Sotheby’s, che torna a far la voce grossa, prepotente, con il consueto live da Palazzo Serbelloni. Oltre sessanta lotti pronti a sfilare nella serata di domani, per un compendio dell’arte del Novecento italiano e internazionale. I top lot: una scultura di centrini di carta smerlata alta quasi due metri ad opera di Alighiero Boetti (Colonna, 1968, stima € 1-1,5 milioni), un sofà di acrilico e sabbia di Domenico Gnoli (Le Canapé Bleu, 1964, stima € 1-1,5 milioni), un equilibrio sospeso di Giorgio Morandi (Natura morta, 1959, stima € 700 mila-1 milione) e una rara “tavola” di ottone con squarci a buco di Lucio Fontana (Concetto spaziale, New York, 1962, stima € 500-700 mila). Di questo e molto altro abbiamo parlato con uno dei protagonisti della vendita, Lorenzo Rebecchini, Specialist della sede di Roma, in questi giorni in trasferta a Milano.
Prima domanda, di che cosa ti occupi nello specifico da Sotheby’s Roma?
«Il ruolo è quello che viene definito come Specialist, in questo caso in arte contemporanea. Mi occupo principalmente della relazione con i clienti, di seguire con loro l’acquisto o la vendita di opere tramite le nostre aste e in trattativa privata. L’idea è quella di cercare di aiutarli nella creazione della loro collezione. Le trattative private, che in parallelo alle aste si sono molto sviluppate negli ultimi anni, offrono un’alternativa di compravendita discreta e veloce. Grazie alla nostra rete internazionale di esperti, abbiamo la fortuna di sapere chi cerca cosa e chi vuole vendere cosa, e noi fungiamo da collante tra le due parti».

Lorenzo Rebecchini (Courtesy Sotheby’s)
La tua giornata tipo, tra ricerca, catalogazione, aste ed esposizioni.
«La mia giornata tipo – come anticipavo – gira intorno alla relazione con i clienti e alla ricerca di opere per le nostre aste, lo scopo è di rintracciare i lavori che riteniamo più interessanti per il mercato. Credo che oggigiorno sia fondamentale essere propositivi con i clienti e tentare di valorizzare al meglio le opere nelle loro collezioni, identificando il momento migliore per la vendita. E poi ovviamente serve tanta ricerca, in generale, per essere sempre al passo con i tempi. Di recente abbiamo creato un nuovo formato di asta chiamato The Now, si occupa soltanto di arte del XXI secolo e dei nomi più richiesti del momento. É molto stimolante identificarli, capire dove hanno esposto, con quali gallerie lavorano. Alcuni degli artisti più in voga hanno fatto mostre anche in Italia. Stabilire un dialogo con i galleristi lungimiranti è sempre un grand atout».
Parliamo dell’asta in arrivo domani, ci anticipi qualche dettaglio?
«Abbiamo costruito un’asta che rispecchia gli interessi dei nostri collezionisti, sia in Italia che all’estero. Il nostro obiettivo è sempre quello di presentare opere provenienti da importanti collezioni private. Stavolta, in particolare, abbiamo un forte contributo di lavori di artisti italiani, che rappresentano quasi i tre quarti della vendita, a partire da un gruppo di bellissime opere di Fontana, Boetti, un notevole Gnoli, Manzoni e molto altro. Inoltre un artista di origine polacca, Henryk Stażewski, farà con noi il suo debutto sul mercato italiano nell’incanto di questa stagione».

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, New York, 1962 (Courtesy Sotheby’s)
Occhi puntati sul top lot del catalogo, Le Canapè Bleu del 1964 di Domenico Gnoli. Com’è oggi il suo mercato, specialmente dopo la grande retrospettiva presso Fondazione Prada a Milano?
«La retrospettiva alla Fondazione Prada ha certamente avuto il merito di puntare i riflettori su questo artista e di animarne il mercato. A ulteriore riprova, lo scorso aprile Sotheby’s Italia ha venduto Mise en plis n. 1 del 1964 (anch’essa esposta nell’ambito della mostra alla Fondazione Prada) per € 1,2 milioni. Inoltre, la sede milanese detiene ancora il record italiano per Domenico Gnoli con la vendita di Sofa del 1968, venduto per € 2,5 milioni nel novembre 2016».
In generale, quali sono gli ultimi risultati eclatanti raggiunti da Sotheby’s Italia?
«Sotheby’s Italia in aprile è tornata ai numeri pre-pandemia con un’asta da oltre € 14 milioni. Credo che questo sia un grande riscontro, frutto della costante ricerca di opere di qualità, ma anche della risposta agli interessi dei nostri compratori. Abbiamo ottenuto dei risultati incredibili sul mercato di Boetti con numeri eccezionali, ad esempio Aerei venduta per € 980 mila, il prezzo più alto mai realizzato per un lavoro della serie. Nel corso degli anni abbiamo anche portato il mercato di Schifano al pari dei grandi artisti italiani, traguardo meritatissimo e che sento anche molto vicino essendo io romano. Abbiamo avuto il coraggio di spingere le opere più importanti, con stime anche aggressive, portando così l’attenzione su un artista che, rispetto ai suoi contemporanei, era rimasto un po’ indietro. A Parigi, il 25 ottobre scorso, Tempo Moderno, copertina della storica mostra alle Scuderie della Pilotta di Parma del 1974, è stato aggiudicato per un prezzo record mondiale di € 2,3 milioni, conseguenza del grande lavoro svolto nelle nostre aste di Milano negli ultimi anni».

Mario Schifano, Tempo Moderno, 1962 (Courtesy Sotheby’s)

Domenico Gnoli, Sofà, 1968 (Courtesy Sotheby’s)
