Entriamo nella terza settimana d’arte consecutiva per New York. Il sistema si ridimensiona a livello globale, ma tiene botta nella Grande Mela: le ultime da Manhattan, dove una elegantissima Tefaf versione boutique lascia il campo alla sfida a colpi di martello tra Monet e Basquiat.
Come sta, oggi, il mercato dell’arte? Come racconta l’ultimo report redatto da Bank of America in collaborazione con Tefaf, una delle fiere regine del panorama internazionale, il sistema è alla ricerca di un equilibrio dei valori, dopo aver superato i massimi del biennio 2021-2022. Ridimensionamento e correzione dei prezzi, logiche conseguenze di una fragilità e instabilità politico-economica internazionale, sono le parole d’ordine di questi mesi. Il 2023 ha visto il primo anno di contrazione del mercato dal 2020: una attesa rivalutazione dei picchi indiscriminati e senza precedenti dell’era appena post-pandemica. Nel 2023, le vendite all’asta globali in tutte le categorie di Fine Art sono diminuite del 27% rispetto al 2022; il prezzo medio di un’opera d’arte venduta all’asta è diminuito del 32%, segnando il più grande calo in un solo anno dei prezzi di vendita medi in oltre sette anni. L’unica iniezione di fiducia per il segmento potrebbe essere il taglio dei tassi operato nei prossimi mesi dalla Federal Reserve. La Bank of America Global Research prevede almeno tre riduzioni nel 2024, che dovrebbero alleviare le pressioni finanziarie sui collezionisti e, più in generale, sulle imprese d’arte.
Sotheby’s to Offer Four Masterworks by Joan Mitchell Spanning Nearly Half a Century, Courtesy of Sotheby’s
Una delle poche luci, nel precario quadro globale, si accende sulle artiste donne. Un trend che finalmente si è consacrato a tutti i livelli del settore. Le vendite all’asta, specialmente delle pittrici, sono aumentate del 10% lo scorso anno raggiungendo i 788 milioni di dollari. Tutto ciò avviene sulla scia di due grandi aumenti nel 2022 e nel 2021, che hanno visto le vendite lievitare rispettivamente del 29% e del 55% ogni anno. Non solo grandi artiste come Yayoi Kusama, Joan Mitchell e Georgia O’Keeffe, la crescita dei volumi di vendita riguarda tutta la compagine, anche le artiste meno note e conosciute. Ne sono limpido emblema, ad esempio, due figure che hanno appena brillato durante proprio Tefaf nella sua edizione “boutique” nell’Upper East Side (la big one rimane quella di Maastricht a inizio marzo). Vedi alla voce Rebecca Salsbury James, pittrice londinese autodidatta, amica di Georgia O’Keeffe, sposata con il fotografo Paul Strand, nonché modella e musa ispiratrice di Alfred Stieglitz; e Joan Snyder, protagonista di uno degli stand più desiderati della kermesse, reduce appena pochi mesi fa di un mega record da Christie’s, il cui dipinto The Stripper è stato venduto per quasi mezzo milione di dollari. Snyder si unisce alle fila di altre pioniere dell’astrattismo statunitense, come Grace Hartigan, Lynne Drexler e Alice Baber, che hanno lavorato negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, e solo di recente hanno preso a volare sul mercato secondario. Solo l’anno scorso, quattordici opere di Hartigan e circa una dozzina di Baber sono state vendute al triplo delle loro stime, mentre sessantatre tele di Drexler hanno ottenuto risultati che erano quasi il doppio dei loro valori di partenza.
Rebecca Salsbury James, Datura, 1940, portata da Salon 94 a Tefaf New York (10-14 maggio 2024)
Ma torniamo al presente, sempre a New York, dove ricordiamo “si fa il mercato dell’arte”. Sia in senso stretto che in quello lato, visto che il 42% degli scambi a livello mondiale passa dai grattacieli di Manhattan. Dalle mega fiere appena concluse come Frieze, NADA e Independent alle manifestazioni raffinatissime come la già citata Tefaf, che proprio oggi (14 maggio) chiude i battenti nella sua storica sede, il Park Avenue Armory nel cuore di Lenox Hill. Chiusa una fiera, avanti un’asta. Cruciale. Perché proprio a pochi isolati da qui, sempre su Park Avenue, va in scena una delle sessioni d’incanti clou di tutta la stagione: la Modern & Contemporary Art Evening Sale di Phillips. Top lot della “serata” un monumentale dipinto di Jean-Michel Basquiat del 1982, proveniente dalla collezione dell’antropologo italiano Francesco Pellizzi e acquistato dalla prima gallerista di Basquiat, Annina Nosei, negli anni Ottanta. Il titolo è un senza titolo con un sottotitolo: Untitled (ELMAR). Si tratta di una tela larga quasi due metri e mezzo che raffigura sulla parte sinistra un moderno Icaro che cade dal cielo, mentre sull’altro lato un arciere gli scocca due frecce addosso. Simboli e significati, impliciti o manifesti, si sprecano. La cadenza visiva di Basquiat, simile a melodie istintive e viscerali, è combinata con l’incorporazione di elementi di testo scritti a mano. I segni calligrafici si miscelano alla parabola del mito e alla cultura urbana, ci sono Icaro e forse Apollo, e c’è una parola “ELMAR” il cui significato è avvolto nel mistero. Potrebbe richiamare “el mar”, quindi il mare, che deriva dal latino “mare” dove si schiantò Icaro. L’unica cosa che sappiamo, per ora, è che la stima dell’opera è compresa tra i 40 e i 60 milioni di dollari.
Jean-Michel Basquiat, Untitled (ELMAR), 1982. Courtesy of Phillips
Archiviata, la scorsa notte, la asta Contemporary di Sotheby’s, dopo Phillips la palla passa domani al Novecento storico. Riflettori puntati per uno degli ultimi covoni dipinti da Monet (Meules à Giverny, con stima su richiesta, probabilmente sopra i 30 milioni di dollari). Un paesaggio a cui fa eco Le Banquet di Magritte, dove la vegetazione si fa però più oscura e misteriosa (stima 15-20 milioni). Segue uno dei capolavori assoluti del surrealismo messicano, firmato Leonora Carrigton, Les Distactions de Dagobert, valutata 12-18 milioni. Poi sarà il turno di Christie’s, il cui sito internet da una settimana risulta incredibilmente crashato, con un record ampiamente annunciato: la monumentale astrazione segnica di Brice Marden, Event, stimata 30-50 milioni di dollari. Ancora Basquiat con The Italian Version of Popeye has no Pork in his Diet, la cui stima è disponibile solo su richiesta. E ancora Monet, che domina la selezione Moderna: Moulin de Limetz (stima 18-25 milioni di dollari), Saint-Georges Majeur (stima 12-18 milioni) e La Roche Guibel, Port-Domois (stima 6-8 milioni di dollari). A questi si aggiunge, tra gli highlights, una calamitante Star Pinball di Wayne Thiebaud (stima 10-15 milioni). Un flipper ammaliante che ci ricorda, se ancora ce ne fosse bisogno, come da oramai tre settimane, a New York, non ci si possa fermare un secondo. Perché qua si gioca la partita decisiva della stagione.