“Fashion is not frivolous; it is part of being alive today”
Mary Quant
C’è stato un tempo in cui giovani donne, dalle gambe skinny, prive di curve e caratterizzate da un senso di libertà segnarono il corso della storia, dando una sferzata importante ai look e allo stile quotidiano. Mary Quant, stilista e designer straordinaria, fu in grado di offrire un futuro non convenzionale a intere generazioni, con l’introduzione nel guardaroba femminile della minigonna, che non fu semplicemente un capo di abbigliamento, ma il simbolo rivoluzionario, femminista e pionieristico degli anni Sessanta. Fino al 16 febbraio 2020, sarà possibile rivivere, per la prima volta, la Swinging London con tutta la sua energia nelle sale del Victoria&Albert Museum di Londra. La mostra, dedicata interamente a Mary Quant, vede oltre 200 capi di abbigliamento, accessori e pezzi inediti esposti per raccontare la carriera pop della stilista.
Mary Quant Victoria&Albert Museum
Mary Quant. The Exhibition
Per la prima volta, il Victoria & Albert Museum ospita nelle sue sale una grande retrospettiva internazionale dedicata all’iconica stilista Mary Quant. Un viaggio a ritroso nel tempo, ci porta ad esplorare gli anni tra il 1955 ed il 1975, quando Quant rivoluzionò la high street, sfruttando lo spirito giovane dei Sixties, impiegando nuove tecniche di produzione di massa per disegnare la propria traiettoria: nuova, audace, una vera cesura con ciò che c’è stato prima. La bravura di Mary Quant è stata, infatti, quella di districarsi dal vortice delle convenzioni sociali e divenire un esempio di donna forte, positiva, lavoratrice e in controtendenza. Sfidando il presente dell’epoca, ha dato un’identità esclusiva alla gonna, accorciandola di qualche centimetro e trasformandola in mini-gonna. Ma non solo, i collant colorati e i pantaloncini al ginocchio hanno alimentato una nuova era del femminismo. Ancora oggi, la minigonna continua ad essere un’icona e la scintilla creativa che ha reso Londra così influente sul panorama della moda internazionale. Grazie all’accesso dell’archivio personale di Mary Quant e dell’ampia collezione custodita al Victoria & Albert, la mostra è riuscita a riunire oltre 200 accessori tra i quali cosmetici, disegni e fotografie, alcuni dei quali inediti, esposti dunque per la prima volta. Grazie alla presenza di capi personali rari, e foto con la designer il racconto narrativo si è inscritto in un perimetro differente sospeso tra il precedente e l’attuale.
The Mary Quant Beauty bus, 1971 © INTERFOTO Alamy Stock Photo
Un tuffo nel passato. Benvenuti nella Swinging London
A dare il benvenuto al visitatore, una Londra post bellica, che ha accolto a Chelsea, nello specifico a King’s Road nel 1955, la prima boutique della stilista. I suoi capi, dal taglio mascolino, ispirati alle uniformi scolastiche, sono stati il trampolino di lancio, che le hanno conferito notorietà sul panorama internazionale della moda femminile, facendosi notare da editori e giornalisti dell’epoca.
Una fonte di ispirazione per le giovani donne, che hanno avuto la forza di ribellarsi contro gli abiti tradizionali indossati dalle loro mamme e nonne per giungere a un punto di svolta: la libertà dalle convenzioni sociali. Ben presto la piccola boutique di King’s Road, diventa un brand di fama internazionale venduto dai principali negozi dell’intero Paese. Il successo non tardò ad arrivare, colpendo anche l’America, dove la sua moda divenne accessibile a tutte le nuove generazioni.
Kellie Wilson wearing tie dress by Mary Quant’s Ginger Group. Photograph by Gunnar Larsen, 1966. © Gunnar Larsen
Mary Quant: volto di una generazione
Quant non fu solo designer, ma anche il volto del suo marchio. Grazie allo stile distintivo e giocoso, fu in grado di meglio esprimere sé stessa. Momenti unici e di grande rilievo la portarono a trasformare interamente il fashion system dominato principalmente dalla couture di Parigi. Portavoce della donna libera da ogni regola o convenzione e dall’abbigliamento classico, che ha caratterizzato intere generazioni di donne, il suo linguaggio divenne sempre più tagliente, come un taglio su tela. Una sinergia simbiotica tra la designer e le sue clienti, che abbracciarono lo stile giovane, rivoluzionario a un prezzo ragionevole ispirando la scena creativa Londinese e facendo così divenire lo street style marchio di fabbrica del Paese. Chiarezza, energia e ribellione la portarono a divenire numero uno sul mercato conferendole il titolo di imprenditrice talentuosa.
Mary Quant with Vidal Sassoon, photograph by Ronald Dumont, 1964 Ronald DumontStringerGetty Images
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In copertina: Mary Quant and models at the Quant Afoot foorwear collection launch 1967 © PA Prints 2008