Dal 24 giugno al 20 novembre 2022, Maxxi apre le porte alla mostra dedicata alle opere dei tre finalisti del progetto Maxxi Bulgari Prize, che vede uniti Maxxi e Bulgari nel sostegno e promozione dei giovani artisti.
Maxxi Bulgari Prize. Due brand verso il futuro
La Galleria 5 al terzo piano del museo ospita, nella sua cornice, la mostra dedicata ai tre lavori pensati, prodotti e realizzati appositamente per il Maxxi Bulgari Prize da Alessandra Ferrini, Silvia Rosi e Namsal Siedlecki, sulla base dei quali la stessa giuria internazionale che li ha scelti decreterà il vincitore in autunno. L’opera vincitrice entrerà poi a far parte ufficialmente della collezione del MAXXI. Un legame fondamentale unisce questa realtà “con la memoria personale e collettiva, con la storia, con la natura, temi diventati sempre più centrali alla luce delle profonde trasformazioni geopolitiche, sociali ed ecologiche cui stiamo assistendo”, come dice Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi. Insieme a Bulgari, partner strategico dal 2018, è stato sviluppato questo premio che lascia guidare i due brand verso il futuro, cercando il modo migliore di intravederlo ed affrontarlo.
Sperimentare diversi cambiamenti
Le opere proposte hanno tutte un fil rouge: radicate nel presente, capaci di scardinare la Storia, la Società, la Natura, per comprendere al meglio una contemporaneità in costante evoluzione. I tre protagonisti della mostra, a cura di Giulia Ferracci, della terza edizione del MAXXI Bulgari Prize, si sono messi in gioco andando a sperimentare e presentare con linguaggi e materiali differenti i cambiamenti che caratterizzano il tempo presente.
Un percorso espositivo impattante
La Galleria 5 accoglie lo spettatore in una Archive Room, caratterizzata da un motivo sulle pareti che ricorda l’antica arte giapponese del Kintsugi. A spiccare, tre teche che raccolgono materiali e appunti ai quali gli artisti si sono ispirati nella realizzazione dei loro lavori. Il percorso espositivo si apre con Gaddafi in Rome: Notes for a Film, di Alessandra Ferrini, una video installazione che, con l’approccio auto riflessivo analizza la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per celebrare la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. Un invito a una riflessione più ampia, che non da soluzioni, ma lascia agli spettatori lo spazio per trarre le proprie conclusioni.

MAXXI BVLGARI PRIZE AlessandraFerrini2 @Roberto Luigi Apa, Courtesy Fondazione MAXXI
Il percorso continua poi con Nuovo Vuoto di Namsal Siedlecki, un viaggio metaforico nato dall’interesse dell’artista per gli spazi vuoti all’interno delle sculture in bronzo fuse a cera persa. Sei opere che ci portano ad analizzare la consapevolezza del passato verso un nuovo percorso di coesistenza.

MAXXI MAXXIBVLGARIPRIZE NamsalSiedlecki2@Roberto Luigi Apa, Courtesy Fondazione MAXXI
La mostra si conclude poi con l’opera Teacher Don’t Teach Me Nonsense di Silvia Rosi che ha trovato nella fotografia una pratica di ricerca sulla memoria, per comprendere come ricordiamo e perché dimentichiamo. Tre gruppi fotografici e video mettono in evidenza l’importanza della lingua nel processo di affermazione identitaria.

MAXXI MAXXIBVLGARIPRIZE SilviaRosi2 @Roberto Luigi Apa, Courtesy Fondazione MAXXI_by SIAE2022
Esplorazioni e indagini volte ad arricchire la vita di tutti attraverso l’arte come mezzo.