Niente saldi, solo botti di fine stagione. Il semestre del mercato dell’arte si chiude con una serie di vendite eccezionali nelle principali aste (e piazze) internazionali, da Hong Kong a Parigi, da Londra a New York.
Non sarà la stagione stellare del 2022, ma anche il 2023 vuole dire la sua assestando più di un colpo di coda sullo scadere. Gli incanti di dicembre hanno messo a segno, uno via l’altro, una serie di record milionari e “regali”. Perché tra i botti di fine anno, tre hanno una matrice comune: il sangue blu, o dorato che sia, la connessione più o meno libera e laica con la santità. Il sovrano del calcio moderno Lionel Messi, l’Adorazione dei Re di Rembrandt Harmenszoon van Rijn e Sua maestà Marie-Antoinette, dauphine de France. Nessun habit, corsetto o panier, solo sudore e fibre albi-celeste: il set di sei maglie indossate dal capitano dell’Argentina durante la Coppa del Mondo 2022 è stato venduto per 7,8 milioni di dollari da Sotheby’s a New York il 14 dicembre. Risultato: record d’asta per qualsiasi cimelio sportivo di Messi nonché il più prezioso venduto all’asta quest’anno. Il record precedente per una maglia della Pulce era di 450 mila dollari realizzato nel maggio 2022 dalla maglia del Barcellona indossata nel Clásico del 2017. Dall’altro capo dell’oceano, negli stessi giorni, sempre Sotheby’s, ma Parigi, teneva la prima asta (di cinque) dedicata alla collezione di Hubert Guerrand-Hermès, grande appassionato di arte in tutte le sue forme e discendente di quinta generazione di Thierry Hermés, il fondatore della maison omonima. 100% di venduto per una sessantina di pezzi cari all’ambasciatore per le arti -dai mobili francesi del XVIII secolo all’arte del dopoguerra e contemporanea- dal valore di 23 milioni di euro. Tra le stelle della serata una sedia Luigi XVI intagliata e dorata, creata per le stanze personali della regina Maria Antonietta a Versailles, che è balzata a 2,6 milioni di euro. Terzo nobile impegno: sull’altra sponda della Manica, il 7 dicembre, andava in scena la Classic Week, la settimana londinese dedicata all’arte antica. Nella vendita serale di Old Master di Sotheby’s ha brillato la stella di Rembrandt. Una meravigliosa opera del maestro olandese, l’Adorazione dei Re (1628 circa), è volata fino a 11 milioni di sterline, oltre la metà del fatturato totale della tornata (19,4 milioni). Parliamo di una delle rare volte in cui un dipinto narrativo di Rembrandt è stato venduto all’asta. Questi i tre dipinti di stampo o connotazione “regale” battuti negli ultimi giorni. Termine che possiamo benissimo affibbiare, in senso ampio, anche alla fattura di una coppia inedita di vedute veneziane di Canaletto vendute da Christie’s negli stessi giorni nella City, volate sul Tamigi a 10 milioni di pound.

Il set di maglie di Lionel Messi. Courtesy Sotheby’s

Rembrandt Harmensz van Rijn, The Adoration of the Kings. Courtesy Sotheby’s
Palla e martello agli italiani allora, che provano a dire la loro in un sistema che li vede costantemente ai margini, soprattutto nel segmento contemporaneo. L’asse è quella di Parigi-Hong Kong. Il mattino di Salvo alza il sole sul paragrafo nostrano: il 28 novembre nella 20th/21st Century Art Evening Sale nella città-stato orientale, il suo onirico dipinto del 1994 ha realizzato un prezzo quasi 9 volte superiore la stima più bassa: 8,7 milioni di dollari HK che corrispondono a 1,1 milioni di dollari statunitensi. Sfondato dunque il tetto del milione e superati tutti i confini delle piazze globali: ormai Salvatore Mangione (il vero nome dell’artista) si può considerare a tutti gli effetti uno degli artisti italiani del XX secolo più desiderati del momento sul mercato globale. L’altro top assoluto di casa nostra è Lucio Fontana. Lo spazialista è stato il primo attore delle vendite di arte impressionista e moderna di Artcurial (5-6 dicembre): Piazza San Marco al sole, bagnata di un giallo profondo che ne pervade lo spazio, si è rivelata uno dei top price del mese con una aggiudicazione di 6,8 milioni di euro. La realizzazione risale al 1961, in quell’anno Fontana dipinge in pochi mesi questa serie detta delle Venezie, che comprende una ventina di tele considerate uniche e rarissime. Chiude il nostro trittico un’altra astrazione, questa volta segnica. Quella di Giuseppe Capogrossi. Superficie 106 dell’artista romano è stato uno dei top lot della vendita Post-War & Contemporary di Bonhams a Parigi dell’11 dicembre. L’opera aveva una provenienza illustre, il primo proprietario fu infatti l’architetto italiano Luigi Walter Moretti, dov’è rimasta nella stessa collezione di famiglia dalla metà degli anni Cinquanta. Il lotto ha incassato 419.500 euro, più del doppio della sua stima di 180.000-250.000 euro, realizzando il nuovo record mondiale per il pittore. Ma non finisce qui il capitolo del Bel Paese. Perché il 13 dicembre, nell’asta parigina di Tajan, due dipinti di uno dei principali esponenti della Scuole Senese del primo Trecento, Pietro Lorenzetti, sono stati acquistati per 4,7 milioni di euro da un importante collezionista americano di arte contemporanea. Due tempere a uovo su tavola a fondo dorato che hanno più che raddoppiato le loro stime: San Silvestro è stato battuto a 3 milioni (stima 1,5-2 milioni) e Sant’Elena a 1,7 milioni (stima 400-600 mila). Fuochi d’artificio tricolore per il finale di stagione.

Artcurial Paris Vente. Courtesy Artcurial
