Nanda Vigo, incontri ravvicinati Arte, Architettura, Design è la mostra che La Fondazione Sozzani ospita nell’esclusiva location di Corso Como 10. In collaborazione con Archivio Nanda Vigo, Luca Preti e Glas Italia, viene messa in luce la personalità dell’architetto milanese, la sua influenza avanguardista e il suo sguardo sperimentatore dagli anni Sessanta, fino al nostro secolo
Nanda Vigo, emblema dell’avanguardismo
Effervescente e curiosa, Nanda Vigo, classe ‘36 è stata architetto, artista e designer, protagonista del clima culturale, milanese ed europeo degli anni Sessanta. Grazie alla sua visione rivolta al futuro, quasi spaziale, è stata un nome influente anche negli anni duemila. Anarchica, libera e proiettata verso il nuovo, comincia a sperimentare creazioni con i neon. Una ricerca personale, volta ad analizzare il rapporto tra opera stessa e ambiente.
Nanda Vigo con Lucio Fontana, Milano 1966, foto di Lothar Wolleh Credits Archivio Nanda Vigo
Un percorso espositivo, tre sezioni
Attraverso l’intricato, quanto naturale, rapporto tra arte, architettura e design, il percorso espositivo è un viaggio nello spazio e nel tempo, dove ogni opera si confronta con l’ambiente circostante. Con rari prototipi fuori produzione e pezzi unici, l’esposizione si divide in tre sezioni dedicate a progettualità distinte.
Collezione Top, foto Aldo Ballo, Courtesy of Archivio Nanda Vigo
Nanda Vigo, maestra della luce
La prima sezione presenta Nanda Vigo come “maestra della luce”, con una delle sue opere d’arte più note: “l’Ambiente Cronotopico” del 1968. Come negli ambienti che Vigo aveva realizzato con Lucio Fontana tra il 1964 e il 1968, l’Ambiente Cronotopico, luminoso e trasparente, rappresenta l’idea immersiva della luce come viaggio. Una struttura metallica dove sono inserite lastre di vetro industriale trasparente attraversate dalla luce, ambiente unificante nello spazio e nel tempo. Immancabile il rimando all’immaterialità, leggerezza e mutazione. Un concetto semplificato, trasformato in figure di luce. Tutto è noto come ignoto.
“A cosa mi ispiro? Alla luce. La luce è determinante per le forme, per gli oggetti, per un’ambientazione totale. La luce va e non ha dimensione, e si può viaggiare molto lontano…”
Architettura. Un legame speciale
Un legame speciale sussisteva tra Nanda Vigo e l’architettura, raccontato in mostra attraverso alcuni pezzi storici. Molto precoce la sua collaborazione con Gio Ponti, con cui realizza il progetto della casa chiamata “Scarabeo sotto la Foglia” a Malo, (Vicenza). Emblematica la prima delle sue architetture immersive, la “ZERO House” a Milano, che terminò nel 1962, una casa di luce con i muri di vetro satinato al cui interno un sistema di luci al neon di vari colori alterano la percezione dello spazio, come nei progetti della Casa Blu, Gialla e Nera, a Milano, nel corso degli anni ‘70.
Collezione TOP, Il poeta Tavola, 1970, foto di Laura Salvati
Nanda Vigo Designer
La terza sezione riflette la complessità della ricerca di Nanda Vigo come designer. Un gioco tra fantasia, utilità e complementi d’arredo immaginari. Specchi, poltrone e giochi di luce. Un insieme di oggetti sempre contemporanei, per un ambiente immersivo e funzionale. Ispirata da Giò Ponti ha trasformato ogni spazio in design, per un tutt’uno progettuale.