Una selezione unica di capolavori, 50 opere accuratamente scelte, provenienti dal Philadelphia Museum of Art, uno dei più importanti e storici musei americani, saranno in mostra fino al 2 settembre a Palazzo Reale di Milano.
Un progetto speciale, prodotto da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira.
Tanti i nomi di artisti celeberrimi che popolano le pagine di storia dell’arte. Da Cézanne a Degas, da Braque a Dalì fino a giungere al surrealista Mirò. Un percorso vasto e articolato che va alla scoperta dei grandi capolavori dei più celebri pittori a cavallo tra Ottocento e Novecento nel loro periodo di massima espressione artistica, in un allestimento studiato per valorizzare ogni singola opera, e che hanno segnato l’arte in tutte le sue forme, dandone la connotazione che oggi conosciamo.
In un percorso affascinante e suggestivo, troviamo esposti i luminosi paesaggi di campagna di Monet e Cézanne, gli scorci cittadini e i boulevards dell’amata Parigi di fine ‘800: un’epoca di transizione, dai grandi cambiamenti sociologici e urbanistici, catturati per sempre sulle tele di pittori e artisti. E così, oggi, le opere dei principali esponenti di impressionismo e avanguardie sfilano uno accanto all’altra, tra magnifici ritratti e nature morte. Dipinti conosciuti, dai tratti immediatamente riconoscibili, sono esposti per la prima volta in Italia, a Palazzo Reale di Milano, andando a costituire una raccolta articolata.
Importante ricordare quanto Filadelfia abbia svolto un ruolo cruciale nel corso del tempo. Infatti, è stata la capitale del collezionismo d’arte dalla metà dell’Ottocento e l’esposizione non vuole essere che il racconto di una storia che ha visto protagonista il suo museo ed i collezionisti che hanno contribuito al suo arricchimento. Fondata nel 1681, Filadelfia si considerava sempre la prima e la più bella delle città degli Stati Uniti e nell’Ottocento era la più grande città nordamericana, i suoi commercianti facevano fortuna nel commercio, nelle navi a vapore, nelle ferrovie, nelle banche ed abbellirono la città, gareggiando per renderla la capitale culturale dell’America. Lo sviluppo del museo si deve a Fiske Kimball, direttore per trent’anni dal 1925, che dotò il museo di arredi originali di vari paesi e epoche, convinto di voler offrire ai visitatori un’esperienza vivida della storia di ogni forma d’arte. Un susseguirsi pressoché continuo di donazioni da parte di imprenditori illuminati e appassionati collezionisti ha arricchito negli anni il museo che ora possiede opere d’arte di ogni epoca e tipologia: dalle terrecotte e sculture giapponesi e cinesi a miniature, xilografie e sculture asiatiche, dai dipinti antichi, disegni e stampe italiani a una collezione di armi e armature, da oggetti di argento e porcellana a opere d’arte e design contemporanei, compresa una collezione di fotografia che consta di trentamila stampe in bianco e nero e a colori. Le collezioni d’arte moderna e impressionista, nonché le loro peculiarità, sono il risultato di donazioni, non solo di singole opere, ma di intere eccezionali raccolte caratterizzate dalla forte personalità dei collezionisti. Gli americani, ma in particolare gli abitanti di Philadelphia, sono stati tra i primi collezionisti dell’impressionismo.