A Parigi, Londra e New York si gioca la partita del secolo breve: tra feticci e tovaglioli, bestie di bronzo e “amori” di Gaetano Pesce.
Non solo Fine Art sui rostri di tutto il mondo. Passato il big bang di incanti nella Grande Mela, spazio al Vecchio Continente con le sue aste ricamate su misura per i palati dei buyer più esigenti, che spaziano oltre la pittura, quindi arredi, cimeli, illustrazione, design. A cominciare proprio da quest’ultimo, definitivamente consacrato da un decennio sulle piazze globali, e ora più che mai sulla cresta dell’onda, per quanto i lavori da scovare siano sempre più rari. Tra i punti di riferimento del segmento c’è Artcurial, che dedica una vendita speciale dedicata al solo Design Italiano proprio domani, 29 maggio, a Parigi. Il catalogo della vendita, ormai un classico molto atteso dai collezionisti internazionali, include pezzi rari e dalla raffinata fattura, in certi casi delle vere e proprie icone del design nostrano, firmati da alcuni tra i più grandi progettisti della storia. Tra questi, il salotto “Uovo” di Ico Parisi, emblematico della sua collaborazione con Cassina, e alcuni pezzi che riconducono direttamente alla Milano del secondo dopoguerra, come la lampada “Stella” di Giò Ponti (stimata 16-18 mila euro), disegnata appositamente per il London Hotel meneghino. Il lavoro della designer milanese Gabriella Crespi è rappresentato da una lampada da tavolo dalle forme e texture organiche, che ben racconta il suo periodo orientalista, e dal celebre tavolo “Lotus” (stimata 20-24 mila euro), mentre è dedicato a Gaetano Pesce un intero focus che include oggetti di prestigio, come ad esempio la libreria “Luigi”, anche detta “O mi amate voi” (stimata 40-60 mila euro). La carriera di Parisi prende forma lontano dal centro di Milano e dalla Brianza, a Como, città in cui fu allievo di Giuseppe Terragni. Ispirato dalla cultura razionalista degli anni Trenta e Quaranta, è nel dopoguerra che si mette in luce, soprattutto grazie alla moglie Lisa e alla loro collaborazione tra gli anni Quaranta e Sessanta. Insieme fondano nel 1946 La Ruota, uno spazio aperto sviluppato in stretta collaborazione con artigiani e designer dell’epoca: Franco Albini, Giulio Minoletti, Carlo Mollino, Giò Ponti ed Ettore Sottsass, tra gli altri, collaborano con i coniugi Parisi. Nel 1950, Ico e Luisa Parisi sono tra i principali protagonisti dello stile italiano. Nel 1953, la poltrona 813 segna un punto culminante nella lunga collaborazione con Cassina (il modello era stato prototipato nel 1952 anche dalla ditta Colombo). Il modello 813, in asta con una stima di 18-22 mila euro, è passato alla storia come la “poltrona uovo” (da non confondere con l’altrettanto emblematica poltrona uovo di Arne Jacobsen prodotta da Fritz Hansen a partire dal 1957) per la sua costruzione che prende le mosse da un singolare motivo curvilineo, che disegna una forma avvolgente, sospeso su quattro esili gambe metalliche che accentuano il dinamismo visivo tipico di altri pezzi degli anni Cinquanta.
Gaetano PESCE (1939-2024), Libreria «Luigi O mi amate voi». Set di 6 pannelli produzione Bernini, 1982. Courtesy of Artcurial
Prima di tornare a Parigi, traslati solo di qualche giorno e sempre con protagonista la storia della creazione italiana, oltrepassiamo la Manica direzione Londra. Qui, nella City, precisamente a Mayfair, sponda Bonhams, un piccolo tovagliolo di carta quadrato (16,5 x 16,5 cm), vergato da una penna a sfera blu, è appena stato aggiudicato in asta per 762 mila sterline. Quella che può essere definita a primo acchito una follia, in verità è la compravendita di un pezzo di storia. Si tratta del foglio con cui il Barcellona si impegnò a mettere sotto contratto il tredicenne Lionel Messi. Coordinate spazio-temporali: 14 dicembre 2000 al tennis club Pompeia della capitale catalana, sulla collina del Montjuic. Quel giorno d’inverno a uno dei tavolini sedevano infatti Carles Rexach (direttore sportivo del Barcellona), Josep Minguella (consulente finanziario del club) e Horacio Gaggioli, l’agente argentino che al tempo curava gli interessi di Lionel Messi. Qualche mese prima Gaggioli e Jorge Messi erano riusciti a portare il giovane Lionel, al tempo tredicenne, a disputare un provino col Barcellona. Non era andato affatto male, d’altra parte il talento del ragazzo era già evidente, tanto da attirare le attenzioni dei club europei nonostante giocasse in Argentina nella squadra della sua città, Rosario, il Newell’s Old Boys. Sia la madre che il padre lavoravano in fabbrica, e una sua eventuale carriera nel calcio avrebbe rappresentato un sogno impensabile per lui e tutta la sua famiglia. E, dopo l’incontro col Barcellona, sembrava più vicino a compiersi. Peccato che non tutti nel club fossero convinti di mettere sotto contratto un tredicenne alto meno di un metro e mezzo, con dei limiti fisici che ne avrebbero condizionato la crescita atletica. Così i dirigenti presero tempo, rimandarono la decisione e lasciarono Messi in attesa. Di questa attesa, Gaggioli era andato a chiedere conto a Rexach e Minguella. Voleva una risposta definitiva, un serio impegno nel legarsi al ragazzo. Così Rexach, avendo intuito di essere arrivato a un punto limite, prese un tovagliolo di carta da un dispenser sul tavolo, impugno la sua penna a sfera blu e cominciò a scrivere: En Barcelona, a 14 de diciembre del 2000 y en presencia de los Sres. Minguella e Horacio, Carles Rexach, segretario tecnico del FC Barcelona, si compromete bajo su responsabilidad y a pesar de algunas opiniones en contra a fichar al jugador Lionel Messi siempre y cuando nos mantengamos en las cantidades acordadas. Ossia: A Barcellona, il 14 dicembre 2000 e alla presenza dei signori Minguella e Horacio, Carles Rexach, direttore sportivo del FC Barcelona, accetta, sotto la sua responsabilità e indipendentemente da qualsiasi opinione dissenziente, di ingaggiare il giocatore Lionel Messi, a condizione che manteniamo agli importi pattuiti. Un modo non ortodosso per confermare l’interesse per uno dei giovani giocatori più interessanti del mondo, ma che non aveva certo un valore assoluto. A certificarne l’ufficialità, la notte stessa, il presidente del Barcelona Joan Gaspart. Una scelta per certi versi coraggiosa, che però avrebbe ricompensato il club in una maniera che ha superato ogni più rosea aspettativa. Negli anni successivi Messi sarebbe diventato uno dei calciatori più forti della storia, portando il Barcellona a vincere 14 trofei tra il 2008 e il 2012 (e tanti altri ancora negli anni successivi) e a scolpire nella leggenda quella squadra come una delle migliori di sempre.
The napkin on which a commitment was made to Messi for a contract from FC Barcelona was written in December 2000. Sold £762,000. Courtesy of Bonhams
Un’icona del calcio moderno. Come lo è nel campo della scultura questa scultura di Rembrandt Bugatti che fra pochi giorni guida l’asta di arte impressionista e moderna di Bonhams, lato francese quindi in combo con Cornette de Saint Cyr, il 5 giugno. Il bronzo, eccezionale e di misure imponenti, si intitola Trois panthères marchant, ed è al suo debutto sul mercato. Un pezzo unico fuso nel 1905, ora stimato 3,5-5,5 milioni di euro, esposto in tutte le principali mostre dell’artista, che rappresenta proprio un gruppo di tre pantere che camminano insieme. Sembra di sentire il loro respiro, il tocco dei loro passi, l’intensità del loro odore; sono bloccate in un istante che potrebbe essere qualsiasi istante, ma nella perfetta immobilità dell’arte esso è diventato eterno. Il rapporto di Bugatti con l’animale nasce dopo aver incontrato i guardiani dello zoo del Jardin des Plantes a Parigi, che lo guidarono nella conoscenza della bestia, dei suoi comportamenti, della sua ferina bellezza. Come un illustratore dal vero, come un pittore nel sogno, come Thomas Taylor che nel 1997 tracciò le sembianze del mago più famoso del mondo: Harry Potter. Il 26 giugno, a New York, nell’asta The Library of Dr. Rodney P. Swantko, una piccola e significativa biblioteca di letteratura inglese e americana del XIX e XX secolo, Sotheby’s venderà l’acquerello originale che Taylor dipinse per la copertina del primo libro della serie, Harry Potter e la pietra filosofale. La sua stima, 400-600 mila dollari, se confermata in sede d’asta farà registrare l’aggiudicazione più alta di sempre per un qualsiasi oggetto legato al mondo di Harry Potter. Il disegno raffigura Harry con la sciarpa giallorossa di Grifondoro, mentre sorpreso vede arrivare il treno che lo condurrà ad Hogwarts. Tutto attorno l’atmosfera fumosa e industriale di Londra, che tra poco si lascerà alle spalle. Un’immagine che oggi ci riporta indubbiamente all’immaginario della saga, ma che al tempo non è stata affatto facile immaginare. Soprattutto per Taylor, che nel 1997 aveva solo 23 anni lavorava in una libreria per bambini a Cambridge e si ritrovò quasi casualmente ad essere il primo illustratore a dare forma a un personaggio mai rappresentato e non ancora conosciuto. Diventato universale anche grazie al pennello di Thomas Taylor.