Dalla Marilyn di Andy Warhol a “L’impero delle luci” di René Magritte. Le aggiudicazioni milionarie delle case d’asta, da gennaio a giugno
Settembre 2022, si ricomincia. Da una parte all’altra del globo, i martelli si apprestano a battere sullo scranno tirato a lucido dalle case d’asta internazionali. Fair warning, urla l’auctioneer. E poi una pioggia di bid bid bid, fino alla fatidica migliore offerta finale. Prima, però, ancora uno sguardo al semestre appena passato, per tirare le somme della stagione che screpola via. Leitmotiv: ripresa ostentata. O, meglio, dimostrare che la ripresa registrata nel 2021 – dopo un 2020 di stenti per pandemia – non era episodica, ma un fatto reale. E così è stato. Basta un occhio alle mega aggiudicazioni ottenute dalle tre sorelle, Christie’s, Sotheby’s, Phillips. Nessuna esclusa.
Si parte con l’iconica Shot Sage Blue Marilyn di Andy Warhol, venduta il 9 maggio da Christie’s New York per $ 195 milioni: è lei l’opera più cara della stagione, ma anche il dipinto del XX secolo più costoso di sempre e il secondo in assoluto dietro all’imprendibile Salvator Mundi di Leonardo Da Vinci, il gigante da $ 450 milioni. Non solo. Nemmeno una settimana più tardi, il 14 maggio, la seducente Kiki de Montparnasse, ritratta di schiena da Man Ray, toccava quota $ 12,4 milioni all’asta di Christie’s, a New York. È record, è sofferto, c’è adrenalina in sala: le due effe simmetriche de Le Violon d’Ingres polverizzano in dieci minuti il precedente traguardo per una fotografia – quel Reno II da $ 4,3 milioni ad opera di Andreas Gursky, passato da Christie’s nel 2011, è già un ricordo lontano.
Andy Warhol, Sage Blue Marilyn, 1964© Christie’s Images Limited 2022
Un maggio coi fiocchi, tra i mesi migliori di sempre nella storia del mercato globale. E non solo per scultura e pittura, insomma, per l’arte «da manuale». Il 5 maggio 2022, Sotheby’s vendeva la maglia che Maradona indossò durante i quarti di finale di Messico ’86. Il risultato: $ 9 milioni – un altro record, stavolta per un cimelio sportivo. È ancora la maison di Patrick Drahi ad aggiudicare nello stesso periodo una Mercedes del 1955 – 300 SLR Uhlenhaut Coupe – per $ 143 milioni, vale a dire tre volte in più del precedente traguardo per un’automobile. Si torna alla tradizione con 12 capolavori della filantropa Anne H.Bass – da Claude Monet a Mark Rothko a Edgar Degas – che infiammano, senza scampo, la primavera di Christie’s (totale: $ 363 milioni). E si approda inesorabili alla collezione più costosa mai passata all’incanto, la Macklowe Collection, che corre veloce, da Sotheby’s, in due manche, novembre e maggio, fino a quota $ 920 milioni. Molto più della raccolta dei Rockefeller, che nel 2018 segnava un primato leggendario, con i suoi $ 835 milioni. Ma già l’eredità del co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, in programma da Christie’s a novembre, incombe sul mercato, la sua stima è di $ 1 miliardo. Pronta a mescolare le carte, ancora e ancora.
Sandro Botticelli, L’uomo dei dolori. Courtesy: Sotheby’s
Procediamo a zig-zag con L’uomo dei dolori di Sandro Botticelli, esitato da Sotheby’s New York il 27 gennaio per $ 45 milioni. C’è anche Le Grand Canal et Santa Maria della Salute di Claude Monet tra gli highlights di Sotheby’s, battuta nella Grande Mela per $ 56,6 milioni – l’avevamo vista a Venezia poco prima, in mostra per un giorno soltanto, agli albori della Biennale Arte. E poi ancora dritti fino al 18 maggio, dove la competitor Christie’s ha assegnato il Giovane nudo (da Masaccio) di Michelangelo Buonarroti, a Parigi, per la modica cifra di € 23,2 milioni ($ 24,3 milioni). Un altro record: è l’opera più costosa dell’artista, il Giovane nudo, ma anche uno dei prezzi più alti mai raggiunti per un disegno antico. «Una pietra miliare», lo definiva così l’esperto Stijn Alsteens, International Head of Department, Old Master Drawings. Non il lotto più caro venduto in Francia nel 2022, però. Posto dorato che spetta a Femme qui marche di Alberto Giacometti, dalla collezione di Hubert De Givenchy (Christie’s, € 27,2 milioni / $ 28,3 milioni); senza dimenticare Le Panier de fraises des bois, la piramide di fragole di Jean-Baptiste-Siméon Chardin, con quei profili di garofani perlacei che toccano, da Artcurial, il tetto fatato di € 24,4 milioni ($ 26,8 milioni).
Claude Monet, Le Grand Canal et Santa Maria della Salute, 1908. Courtesy: Sotheby’s
Bid bid bid, la corsa alla migliore offerta continua. E travolge anche i capolavori iconici, quelli universalmente riconosciuti, senza limiti di tempo né categorie. È il caso de L’impero delle luci di René Magritte, che quella sera di marzo, da Sotheby’s Londra, registrava un nuovo traguardo sonante, dall’alto dei suoi £ 59,4 milioni ($ 79,8 milioni). Medesima fortunata sorte toccata a Le volpi di Franz Marc, vendute da Christie’s Londra per £ 42,7 milioni ($ 56,8 milioni) – record assoluto per il pittore bavarese. E si è distinto anche Francis Bacon nello stesso incanto, con quel Triptych 1986-7 che trovava un proprietario, a Londra, per £ 38,5 milioni ($ 51,2 milioni) – quasi un preludio al bellissimo Studio per Ritratto di Lucian Freud, incontro-scontro di due divi dell’arte, aggiudicato da Sotheby’s il 29 giugno per £ 43,3 milioni ($ 52,5 milioni). Un ultimo pit-stop, prima dei commiati finali. Fa riflettere la vicenda di un Jean-Michel Basquiat del 1982, che il super collezionista giapponese Yusaku Maezawa aveva acquistato nel 2016 a $ 57,3 milioni, per poi rivenderlo da Phillips New York, lo scorso maggio, per la cifra stratosferica di $ 85 milioni. Una crescita impressionante nel giro di 6 anni, al di là di crisi e pandemie. È questa la fotografia del mercato dell’arte, è questa la risposta dei collectors internazionali. Una primavera che scotta, un’estate che brucia. Iniziazione perfetta a un autunno di fuoco.