Il colore e la fantasia di Roy Lichtenstein invadono le sale del Museo delle Culture di Milano con la mostra Roy Lichtenstein. Multiple Visions. Al centro della narrazione, la visione sofisticata e riconoscibile del grande maestro americano, che ha caratterizzato il mondo dell’arte del ventesimo secolo. Fonte di affascinazione, il linguaggio artistico di Lichtenstein, fin dai primi anni della pop art, ha ispirato generazioni di creativi dalla pittura alla pubblicità, dalla fotografia al design e alla moda, mantenendo ancora oggi il forte potere seduttivo che essa esercita sulla cultura visiva contemporanea.
I linguaggi artistici della mostra
La mostra, pensata per un museo come il MUDEC, mette in luce un’ampia panoramica sui temi e generi dell’arte di Roy Lichtenstein, evidenziando come, gli elementi di molteplici culture, confluiscano nel suo lavoro di decostruzione e ricostruzione dell’immagine. Il personale linguaggio, realizzato in chiave pop, è tracciabile nelle 100 opere in esposizione, che includono prints, sculture, arazzi ed editions provenienti da prestigiosi musei internazionali.
Riproduzione meccanica codice libero
La riproduzione meccanica tradizionale, come litografia, acquatinta e incisione, perfezionata negli anni ’50 da Lichtenstein, è stata la base del suo lavoro e la troviamo qui presente nel suo processo inverso: da un’idea originale a una copia moltiplicata. Sofisticato interprete di questa tecnica, nel corso della carriera, illustra le sue diverse interpretazioni e rappresentazioni rispetto ai soggetti trattati. Alla fine degli anni ’70, che coincidono con uno spiccato attivismo sociale e politico nei confronti dei Nativi d’America e con la nascita del movimento Red Power, Lichtenstein ritorna sul tema delle decorazioni e dei motivi dei nativi americani riletti in chiave pop. Una mescolanza di linguaggi fusi insieme che includono segni tratti da tutte le popolazioni locali combinati con simboli inventati. Una contrapposizione di culture: da una parte quella occidentale con i suoi cliché, dall’altra la cultura originale degli Indiani d’America.
Roy Lichtenstein The Chief 1956 – Litografia su diverse carte, tra cui ad alto spessore, liscia color crema e pergamena Basingwerk – 54.4 x 42.8 cm – National Gallery of Art, Washington – Gift of roy and Dorothy Lichtensten, 1996 ©Estate of Roy Lichtenstein
Gli oggetti nella Pop Art
La poetica degli oggetti è sicuramente uno dei temi fondanti della pop art. Anche per Lichtenstein gli oggetti del quotidiano sono soggetto preferito con intenzionale superficialità e con grossolana semplificazione di rappresentazione. Lo studio cromatico, con il suo valore intrinseco e astratto, diventa il cuore pulsante della sua ricerca. I colori fondamentali sono prediletti occupando un ruolo importante nei progetti di industrial design. Nella serie dei “Mirrors” lo specchio ci appare come un oggetto-non-oggetto: non ha immagini riflesse e mancando alla sua funzione, diventa un oggetto astratto, uno spazio misterioso come la personalità dell’artista.
La figura femminile nell’arte di Roy Lichtenstein
La figura femminile nell’arte di Roy Lichtenstein viene rappresentata con immagini da cartoons, che si scorgono solo parzialmente dietro una cortina di riflessi, per diventare tema unico nei lavori del 1994 e 1995 con la serie dei nudi. Qui troviamo donne ritratte in una sfera intima, sensuale, che hanno abbandonato l’aura malinconica e sembrano aver sostituito al romanticismo il narcisismo.
Roy Lichtenstein Reverie 1965 – Serigrafia su carta bianca liscia 76.5 x 60.9 cm – Collection Lex Harding – © Estate of Roy Lichtenstein
Landscapes Series
Il tema dei paesaggi viene proposto nella Landscapes Series del 1985. In questi paesaggi le pennellate di colori diversi evidenziano lo studio cromatico svolto nel corso degli anni della carriera dell’artista. Intricata gestualità ed espressione di rappresentazione sono intrecciate e stilizzate. I paesaggi di Edgar Degas e le atmosfere rarefatte del paesaggismo orientale sono il punto più alto della sua ricerca formale.
Astrazione pittorica
L’astrazione come genere pittorico torna nel repertorio dell’artista a partire dal 1965 quando crea alcuni Brushstrokes: opere che riproducono, come soggetto isolato, una pennellata, gesto archetipico e simbolo romantico della pittura, e ne fornisce, congelando la fluidità del segno, una versione aggiornata ed ironica: il gesto espressionista astratto si trasforma nel suo opposto, un clichè industriale. A partire dagli anni ’80 modifica profondamente il suo stile espandendo il segno scomposto affrontando temi classici come natura morta e il paesaggio reinterpretati in chiave personale.
Roy Lichtenstein Sunrise 1965 – Litografia offset su carta bianca leggera – 46.5 x 61.8 cm Collezione privata, Courtesy Sonnabend Gallery, New York – ©Estate of Roy Lichtenstein
La mostra Roy Lichtenstein. Multiple Visions, curata da Gianni Mercurio e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE sarà aperta fino all’8 settembre
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Roy Lichtenstein Mudec Milano – Ph Carlotta Coppo
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