Da New York a Ginevra a Hong Kong, facendo tappa anche in Italia. Così gli orologi conquistano i collezionisti di tutto il mondo, tra record imprendibili e inarrestabili white gloves.
Il 20 luglio 1969 un Omega Speedmaster Professional sbarcava sulla luna insieme agli astronauti Buzz Aldrin e Neil Armstrong, oggi è il mitico Moon Watch. Sempre negli anni ’60, un ancora poco sdoganato Rolex Cosmograph Daytona sfilava, massiccio, al polso di un inconfondibile Paul Newman. Da lì, divenne leggenda. Li chiamano passion asset, oggetti (anche) non troppo impegnativi dal punto di vista economico, eppure perfetti status symbol, in tema di riconoscibilità sociale. Negli ultimi anni, a dirla tutta, gli orologi vengono battuti a peso d’oro; come – e talvolta oltre – vere opere d’arte, ma in qualche modo più intimi, personali, estensioni di gusto e di stile dei collectors internazionali. Tre le principali piazze del mercato degli orologi, Ginevra, Hong Kong e New York – che sono poi quelle del lusso tout court, dai diamanti alle Hermès ai gioielli milionari. Il record assoluto per un orologio vintage? Proprio il Rolex Daytona Ref. 6239 appartenuto a Paul Newman, passato di polso a New York, nel 2017, per $ 17,8 milioni.
Il Rolex dei record: Cosmograph Daytona ‘Paul Newman’. Courtesy of Phillips
Nessuno stupore, insomma, quando la casa d’aste Phillips registra imperterrita una serie senza fine di white gloves sensazionali, dopo un 2022 chiuso con un fatturato di $ 227 milioni (nel 2019 erano $ 111 milioni). O quando un paio di settimane fa, sull’altra sponda dell’Atlantico, la The New York Watch Auction: EIGHT, sempre di casa Phillips, ha realizzato un totale fiammante di $ 26.4 milioni – a partire dai $ 4,9 milioni per l’orologio da tasca Numero Due di Roger Smith, record assoluto per un qualsiasi segnatempo britannico. Ma da cosa dipende questo boom fuori misura? «In primo luogo», rivela a The Ducker Alexandre Ghotbi, Head of Watches, Continental Europe and Middle East, «il nostro impegno nell’offrire solo orologi di altissima qualità ci ha fatto guadagnare una reputazione ineguagliabile di affidabilità e competenza. Il nostro teamdedicato di studiosi e specialisti cura meticolosamente le nostre aste, assicurando che ogni esemplare incarni l’eccellenza. Inoltre, la nostra comunicazione trasparente fatta di conoscenza, storia e passione è arrivata attraverso molteplici canali fino ai collezionisti, stabilendo un forte legame e promuovendo un ambiente di fiducia».
Una questione di metodo, di cura, insomma, la stessa scrupolosa selezione che ha portato sotto il martello, a fine maggio, il Patek Philippe appartenuto ad Aisin-Gioro Puyi – l’ultimo imperatore della dinastia Qing ($ 6,2 milioni). Ma senz’altro anche di pubblico, di attenzione a un target in continua evoluzione, sempre più fluido tra i settori più ampi del lusso. «Solo nel 2022», conferma Ghotbi, «quasi la metà di tutti gli acquirenti delle nostre aste di orologi erano nuovi per Phillips, il che evidenzia il crescente fascino degli orologi come bene da collezione». Il risultato: nuove prospettive e rinnovato entusiasmo, nuove retail destination come Perpetual, la piattaforma di Phillips che offre un’esperienza personalizzata agli appassionati, alimentandone entusiasmo e passione. E i prezzi finali che ormai conosciamo. Ancora un punto fondamentale, secondo l’esperto: «Le nostre collaborazioni con marchi illustri come Laurent Ferrier, Zenith & Kari Voutilainen, Piaget e Bulgari», svela nel corso del nostro scambio, «hanno dato vita a orologi di pregio in edizione limitata che hanno conquistato i collezionisti di tutto il mondo. Queste collaborazioni non solo hanno aggiunto un valore unico alle nostre offerte, ma hanno anche ampliato la nostra portata e il nostro appeal».
Aurel Bacs auctioneering lot 102 in The Geneva Watch Auction XVII. Courtesy of Phillips
Importano la rarità, lo stato di conservazione, e poi il contesto, le origini, la storia. Eventuali ex proprietari illustri – proprio come per le opere d’arte – sono senz’altro un plus. Così a fine maggio Christie’s annunciava a caratteri cubitali che le sue aste di orologi a Hong Kong «made history and smashed record again», con il più alto totale di metà anno di sempre, pari a HK$ 443,8 milioni ($ 56,9 milioni) e una sfilza di esemplari provenienti dalla Triazza Collection – incluso un magnifico Patek Philippe Ref. 2523J “Dual Crown World Time”, dritto e diretto fino a quota HK$ 66,6 milioni ($ 8,5 milioni). Sempre a maggio, ma a Ginevra, la competitor Sotheby’s fissava un nuovo record per qualsiasi Rolex Daytona “John Player Special” all’asta, con la vendita di un eccezionale Ref. 6241 in 18ct Yellow Gold, anno 1969, per CHF 2,2 milioni ($ 2,5 milioni). Ovviamente intatto in ogni minima parte, mai sottoposto a manutenzione. «Il migliore sul mercato negli ultimi 10 anni o più», si premurava di aggiungere, allora, la maison. A proposito di aste europee: il prossimo 16 luglio, da Artcurial, un’altra carrellata di Important Watches – oltre un centinaio di modelli – si prepara a colpire il mercato nel corso della Monaco Auction Week.
Chiudiamo in bellezza con l’Italia, crescono a vista d’occhio gli incanti dedicati a orologi sensazionali. Tra le eccellenze, Cambi Casa d’Aste, che a giugno ha chiuso la sua vendita live con un fatturato da oltre € 1,5 milioni. «Gli orologi di qualità sono saliti notevolmente rispetto ai prezzi base e sono stati acquistati da italiani», racconta a The Ducker Domenico Cecconi, direttore del Dipartimento Orologi, descrivendo il collezionista tipo come «attento ai dettagli, esigente»; ma anche capace di premiare «di più la qualità, senza scendere a compromessi» e «disposto a pagare molto di più una qualità impeccabile». Ed ecco i pezzi forti della vendita di giugno: «L’Universal Genève, con raro e affascinante cronografo Compax fuori misura in acciaio, quadrante laccato nero con numeri arabi al radio, anni ’40, partiva da € 5000 ed è arrivato a € 15.000, rimanendo in Italia», prosegue Cecconi. «Anche l’iconico Cosmograph Daytona Ref. 6263 in acciaio, quadrante nero virato “Tropical” ghiera in bachelite nera e tasti a vite è rimasto in Italia. Così il ricercato Royal Oak Ref. 15128ST in acciaio edizione limitata a 50 esemplari, realizzato per il mercato italiano, con doppio quadrante verde e blu: lo ha acquistato un cliente italiano». È il tempo esatto degli orologi, da una parte all’altra del globo.