
Dal 24 marzo al 30 settembre 2018, Il Museo del Paesaggio di Verbania, sito nella splendida sede di Palazzo Viani Dugnani, riapre la stagione primaverile con un’incantevole mostra dedicata al paesaggio, Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento.
La rassegna, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del VCO, è la quinta tappa dell’iniziativa Open, e promuove il proprio territorio diffondendo i temi della filantropia, della cultura del dono e della comunità, divulgando la conoscenza del patrimonio artistico locale.
Il percorso espositivo, curato dalla storica dell’arte Elena Pontiggia e da Lucia Molino, responsabile della Collezione Cariplo, si suddivide in 3 sezioni: Scapigliatura, divisionismo, naturalismo; Artisti del Novecento Italiano; Oltre il Novecento, e svela l’incanto di circa cinquanta opere – tra cui dipinti di Daniele Ranzoni, Francesco Gnecchi, Lorenzo Gignous, Emilio Gola, Mosè Bianchi, Carlo Fornara, Ottone Rosai, Filippo De Pisis, Arturo Tosi, Umberto Lilloni.
Un suggestivo e affascinante viaggio tra capolavori d’arte di fine Ottocento alla prima metà del Novecento, che si snoda lungo scenari di grande poesia, bellezza e colori, per indagare il rapporto senza tempo tra uomo e natura.
La panoramica delle opere scelte testimonia le variazioni dell’interpretazione del paesaggio, dalla centralità ancora di origine romantica che il tema occupa nella pittura di fine Ottocento, alla interpretazione volumetrica degli anni Venti, dove il paesaggio è costruito come un’architettura e suggerisce un senso di solidità e di durata, fino al nuovo senso di precarietà espresso a partire dagli anni Trenta.

La mostra Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento muove dai paesaggi di Daniele Ranzoni, maestro della Scapigliatura alle opere di fine Ottocento realizzate al tempo di guerra, dove a tener viva una pittura di paesaggio, sono soprattutto i divisionisti.
Il paesaggio, poco considerato dai futuristi che amavano la città industriale e la macchina, torna a riaffermarsi in pittura col Ritorno all’ordine e col Novecento Italiano, cui è dedicata la seconda sezione della mostra. La sezione si vale anche di due prestigiosi nuclei di opere recentemente assicurati, con un deposito, al Museo del Paesaggio: Il lago, 1926, di Sironi, e un’ importante serie di paesaggi di Tosi.
In questa sezione, sono esposte cinque opere di Mario Tozzi, emblematiche del passaggio dall’impressionismo ai valori. Col Novecento Italiano alla volatilità dei paesaggi precedenti subentrano opere caratterizzate da forza costruttiva e solidità, influenzate anche dal francese Cézanne.
Con gli anni Trenta le cose cambiano nuovamente, si abbandonano le forme volumetriche, per preferire cronache volatili di campi, foglie, fiori e acque, volte e immerse in un’atmosfera intimidita, caratterizzata da un senso di finitezza e precarietà. L’idea classica viene a cadere, in accordo, anche, con la storia sempre più drammatica dell’epoca.
Un avvincente e irrinunciabile viaggio di scoperta e bellezza.
