Al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, sede di moda, arte e bellezza va in scena Sustainable Thinking. Fino a marzo 2020, al centro della riflessione, troviamo la sostenibilità ambientale e la necessità dell’uomo di perseguire la strada verso un mondo più equo e sostenibile, anche attraverso la mobilitazione delle forze più creative.
Credits Salvatore Ferragamo
La mostra, parte integrante di un progetto unico, ideato da Stefania Ricci, direttore del Museo Salvatore Ferragamo e della Fondazione Ferragamo, è caratterizzato da una serie di iniziative collaterali. La sostenibilità, oltre ad essere un tema importante e di estrema contemporaneità, soprattutto per il futuro delle prossime generazioni, costituisce un invito a prendersi cura del domani cominciando dall’oggi.
Il peso dell’uomo sul mondo
L’uomo, architetto e demiurgo, ha un peso specifico sul mondo. Ogni azione intrapresa presenta un impatto molto forte sulla natura, spesso prima vittima dell’agire umano. Con l’esposizione Sustainable Thinking si vuole giungere a una profonda riflessione sui cambiamenti in essere nel mondo della produzione, soprattutto per quanto riguarda la moda e i materiali scelti per ristabilire un equilibrio all’interno dell’ecosistema, sempre più fragile e minacciato.
Credits Salvatore Ferragamo
Il percorso espositivo si apre dunque con l’installazione inedita di Pascale Marthine Tayou: Invasion. Un intricato e variopinto paesaggio contaminato invade lo spazio del museo e dà il benvenuto al visitatore. Il groviglio colorato e arruffato di cannucce in plastica sprigiona misteriosi personaggi, sculture e maschere africane. Un ecosistema squilibrato, ma al contempo fantastica metafora della nostra società caratterizzata dall’eterogeneità in cui viviamo coabitata da lucie ombre.
Materiali, che passione!
La seconda sezione della mostra è dedicata al maestro Salvatore Ferragamo e alla sua passione per i materiali che lo ha accompagnato verso la strada del successo nel corso della sua carriera. Lo studio approfondito di pellami e tomaie ha portato alla loro valorizzazione in ciascun modello di calzature per mantenere le sue caratteristiche intatte e funzionali. Il maestro ha spesso impiegato prodotti naturali, finalizzati al benessere della persona trasformando prodotti apparentemente poveri o inadatti in capi di lusso. Ne è prova la zeppa di sughero, la famosa wedge, costruita con la corteccia di un albero diffuso in tutto il bacino del Medi-terraneo, che permette di mantenere il sostegno dell’arco plantare e concede al piede di respirare liberamente.
Credits Salvatore Ferragamo
Archivio Ferragamo. Libreria di sapere
L’allestimento prende ispirazione dall’archivio Ferragamo e presenta 77 scarpe, create da Ferragamo soprattutto negli anni trenta e quaranta, con qualche modello degli anni cinquanta. I cassetti sottostanti a questa fantasiosa libreria di modelli, contengono brevetti, pellami, lavorazioni, filmati di riferimento e sono apri- bili e consultabili dai visitatori, secondo il concetto di interattività e coinvolgimento del pubblico che anima tutta la mostra.
Credits Salvatore Ferragamo
Al centro della sezione è il sandalo Rainbow Future, modello creato nel 2018 sui principi della sostenibilità e ispirato al leggendario sandalo Rainbow, una delle invenzioni simbolo di Salvatore Ferragamo. Un prodotto chiave che evidenzia la continuità creativa del brand tra passato e presente e l’impegno dell’azienda Ferragamo verso l’adozione di una strategia responsabile del sociale che, in linea con i valori del fondatore, persegua obiettivi di crescita economica, ma tenga in considerazione sempre di più l’impatto del proprio operato all’interno della sfera sociale e ambientale.
Credits Salvatore Ferragamo
Trasformazione della materia
In questa sezione lo sguardo spazia tra gli abiti, opere d’arte e materiali esposti. L’impostazione di quest’area è stata data partendo dai materiali, raccogliendo le storie di quelle materie di pregio che, sarebbero giunte al loro fine vita, e che invece trovano nuova vita, venendo trasformate in materie e prodotti di qualità, valori altamente performanti. Il concetto base dell’economia circolare. Gli abiti e gli accessori inseriti sono il risultato di un processo di riutilizzo di scarti e di trasformazione. Lo stesso principio ha guidato anche la scelta delle opere d’arte presenti, in un concetto più ampio che coinvolge non solo il materiale impiegato dall’artista, ma il suo atteggiamento nei confronti di materie riprese anche da ambiti diversi a quelli strettamente connessi al mondo dell’arte.
Innovazione. Utopia realizzabile
In questo clima di riflessione sulla sostenibilità e sulle fonti alternative al petrolio, tornano in primo piano le fibre naturali. Tessuti, abiti e accessori introducono una nuova generazione di materiali e tecnologie all’avanguardia volte all’innovazione. Utopia? Il rinnovamento risiede nella sperimentazione, non solo come frutto della commistione di settori un tempo nettamente divisi, ma anche come perfezionamento dei processi produttivi. Nella sala è possibile perdersi tra le opere di artisti e gli abiti di designer di nuova e vecchia generazione il cui dialogo è molto fitto. Un vortice di ambienti in cui entrare e conoscere le fibre da cui i tessili sono ricavati, le lavorazioni, il mondo che sta dietro questa produzione. Sarà un’occasione per indossare i capi, sentirne la consistenza, il suo peso e specificità.