Dall’8 ottobre, Van Gogh ci attende a Palazzo Bonaparte a Roma. Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, la grande mostra I Capolavori del Kröller-Müller Museum racconta uno dei più grandi artisti dell’arte moderna.
Un viaggio affascinante nel segno di Vincent Van Gogh
Percorrere la vita di Van Gogh attraverso le sue opere più celebri in un viaggio affascinante che ci porta a scoprire, attraverso l’inconfondibile segno grafico di Vincent Van Gogh, le opere più significative che hanno costellato la sua storia. Dal famosissimo Autoritratto (1887) entriamo in contatto con uno degli artisti più conosciuto al mondo: l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti sullo sfondo azzurro con tocchi verdi, lo sguardo penetrante e insolitamente fiero, rivolto allo spettatore, mostra la sua complessità d’animo portandoci nel vivo del percorso espositivo.

Vincent van Gogh Autoritratto Aprile – Giugno 1887 Olio su cartone, cm 32,8×24 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Artista dalla personalità tormentata
Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent Van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla personalità tormentata. I suoi attacchi di follia portarono l’artista a trascorrere lungo tempo nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, ricoverato. La sua vita fu la principale fonte di ispirazione artistica; ogni opera intrisa di tragedia racconta gli episodi più importanti che hanno costellato i suoi 37 anni con uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.

Vincent van Gogh Contadina che spigola Luglio – Agosto 1885 Gessetto nero, acquerellato grigio, acquarello bianco opaco e tracce di fissativo al latte su carta velina, 52,2×43,2 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
50 opere per raccontare una vita tormentata
50 le opere in mostra provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo che ricostruiscono la vicenda umana e artistica di Van Gogh e ne celebrano la grandezza universale. Il percorso espositivo fa riferimento ai periodi e luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita con un colpo di pistola al petto.

Vincent Van Gogh Campo di grano sotto cielo nuvolo Ottobre 1889 Olio su tela, 63,3×53 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Dicotomie emotive per raccontare le vite dei più poveri
La realtà circostante costituisce un’illimitata fonte di ispirazione che fa da sfondo ai suoi paesaggi. Dalle figure dei lavoratori della terra, come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente nelle mansioni domestiche o intente in attività dure e faticose per i loro esili corpi. Fatica, dolore, dolcezza e tenerezza. Un mix di emozioni che vengono suscitate nell’animo di chi guarda. Dicotomie emotive che raccontano con grande trasparenza le vite dei più poveri, impossibilitati a eludere il proprio destino.

Vincent Van Gogh Donne che trasportano sacchi di carbone nella neve Novembre 1882 Gessetto, pennello a inchiostro e acquerello opaco e trasparente su carta velina, 32,1×50,1 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Un rinnovato interesse per un linguaggio immediato
Come testimone del mondo, il soggiorno parigino fu di estrema importanza per Van Gogh. In questo periodo, la ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante. Un rinnovato interesse per la fisionomia umana, che determina anche la meticolosità con cui realizza gli autoritratti. Infine, è la volta dello studio della luce che a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso il cromatismo e la forza del tratto, che si riflettono nella resa della natura.
La mostra, prodotta da Arthemisia, è realizzata in collaborazione con il Kröller Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti con Francesca Villanti.